Flavio Caprera
Jazz 101
La Storia del Jazz in 101 Dischi
Piccola Biblioteca Oscar Mondadori
2009
Pagine 314 – euro 10,00
Sgomberiamo subito il campo da dubbi e perplessità che i benpensanti potrebbero
avere ed infondere – opinion leaders dell'enpowerment - understatement nostrano
– nella communis opinio: non è la Bibbia dei dischi jazz, né una Top 101,
né un "The Best Of Jazz". E' una personale selezione curata da un vero esperto e
jazzofilo di alcuni lavori discografici che hanno segnato non solo il jazz, ma la
Musica in generale.
"Il JAZZ E' PER ME UNA
FEBBRE, una passione che non si affievolisce ma anzi si approfondisce con gli anni",
dice lo stesso Caprera nell'aprire la "non introduzione", si potrebbe dire
un cappello d'apertura, del libro. E che le prime sette parole – febbre in testa
– siano in maiuscolo, la dice lunga sulla natura dell'opera. E', in effetti, la
summa della stessa: io sono un febbrile appassionato di jazz (profondo conoscitore
e valente giornalista musicale, è bene aggiungere) che ha ascoltato (realmente,
è bene ancora aggiungere) miriadi di dischi di musica africano – americana. Eccovi
i dischi che ritengo più significativi.
La trattazione è didascalica e segue quella strada già intrapresa con
l'opera prima di Caprera: Jazz Music (2006).
Centouno schede presentate in ordine cronologico, per consentire un migliore e più
adeguata consultazione, che ben sintetizzano l'emisfero ruotante intorno ad ogni
singolo lavoro. Da The Entertainer di Scott
Joplin a Stomp It Off di Jimmie Lunceford,
da Piano Man di Earl Hines, fino a
Masada Vol.1 di John Zorn e
Songs&The Art Of Trio Vol.3 di
Brad Mehldau.
Una selezione? Forse, ma è inevitabile fare delle scelte. Ed è la soggettività
che colpisce e che conduce nei meandri del pensiero dello scrittore attraverso delle
schede informative, ma non informali o algide. Questo perché in ogni diapositiva
letteraria vi è il gusto non solo del narrare, ma anche preziose informazioni e
gli "appunti" dell'autore. Caprera ha voluto condividere la sua notevole esperienza
ed il suo approccio filologico al jazz con i più.
Un libro che può essere utile ad interessare giovani e meno giovani al
jazz e che costituisce, per i "veterani" di tale genere, una sorta di memo da poter
portare seco in ogni dove.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 12/09/2009
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