Jazzitalia - Marl Alban Lotz: Istanbul Improv Sessions May 5th
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Marl Alban Lotz
Istanbul Improv Sessions May 5th



LopLop Records (2011)

1. North Star (Caglar/Uygan/Lotz)
2. Animal Rites (Toysoul/Uygan/Lotz)
3. R R K Rahasaan (Hays/Lotz)
4. Ursuppe (Caglar/Toisoul/Uygan/Lotz)
5. Kusendem (Caglar/Toisoul/Uygan/Lotz)
6. Dr. No (Merlet/Lotz)
7. Open Air Party (Caglar/Toisoul/Uygan/Lotz)
8. Friction (Caglar/Hays/Merlet/Toisoul/Uygan/Lotz)
9. Sintactics (Caglar/Hays/Merlet/Toisoul/Uygan/Lotz)
10. Soroaster (Hays/Merlet/Lotz)

Mark Alban Lotz - piccolo, flauti vari, flauto preparato;
Alexandre Toisoul - clarinetto
Can Omer Uygan - tromba, effetti
Umut Çaglar - chitarra elettrica, effetti
Michael Hays - contrabbasso
Florent Merlet - batteria

Recorded 5th may 2010 at Deneyevi Studio Istanbul


Mark Alban Lotz flautista, musicista curioso e apolide (nato in Germania ma olandese d'adozione e per formazione) viene qui fotografato in compagnia di alcuni dei migliori musicisti della scena improvvisativa turca. Traduciamo dalla copertina "Il mese di maggio 2010 in Istanbul è stato per me molto fruttuoso direi memorabile. Non soltanto perchè ho suonato con jazzisti e musicisti di world music ma anche perché ho avuto l'opportunità di collaborare con alcuni grandi esponenti della scena improvvisativa di questa vibrante metropoli.;coglie così il segno dichiarando il suo debito a quella città e ai musicisti che la popolano.



Musica, di elevata qualità, totalmente e liberamente improvvisata, che spazia dal duo di Dr. No al sestetto di Friction e Synactis, conferendo estrema varietà al disco; a Lotz il compito di far da filo rosso attraverso le dieci tracce che compongono l'album-

L'interplay totale, la libertà assoluta, l'ironia e l'understatement sono qui elementi di forte emozione. Libertà psicologica, mentale e d'approccio alla materia musicale-sonora e alle sue, apparentemente inesauribili, possibilità di origine e sviluppo; libertà di creare e impiegare suoni senza porsi la quaestio, alquanto stantia, dell'origine e formazione dei medesimi. Uno degli elementi di pregio dell'incisione è la soupless e naturalezza con cui vengono impiegati suoni acustici, vocalità inclusa, i medesimi rielaborati elettronicamente e altri d'origine digitale.
Il siderale North Star si apre su radi suoni ed effetti a cui si aggiungono il clarinetto di Toisoul e la tromba, meravigliosamente davisiana-dixoniana, di Can Omer Uygan; naturale e/o filtrata e deformata, porta alla ribalta la memoria del Davis più astratto ed estremo creando qui un dialogo di struggente lirismo con il clarinetto di Toisoul, a Lotz il compito ostico di inserirsi indicando una nuova direzione.
Luminoso il trio, ma la presenza al flauto di Lotz è ridottissima, di Animal Rites, giocato sul ritmo della cellula ritmica esposta in apertura dal clarinetto di Alexandre Oisoul e la tromba di Can Omer Uygan sorprende per il lirismo e la capacità d'ascolto e interplay.
Il conciso, swingante R.R.K. Rahasaan si apre sul basso archettato doppiato dalla voce gutturale di Michael Hays, che ripesca Slam Stewart, per poi aprirsi ed accogliere il flauto di Lotz e infine trascolorare nel sospeso, inqueto e allucinato Ursuppe.
Kusendem si apre su suoni gutturali del flauto di Lotz a cui si accosta il clarinetto di Toisoul e molto dopo la tromba di Uygan, ma è la chitarra strapazzata da Caglar a conferire tensione e insieme carattere al pezzo.
E poi il duo flauto batteria di Dr. No, e ancora il quartetto nel successivo Open Air Party e la formazione al completo nei due successivi brani. Ma i sei musicisti non suonano quasi mai contemporaneamente e prevale la dimensione cameristico solistica.
Affascina ed entusiasma qui la libertà dagli schematismi di tanta musica di matrice eurocolta scritta, improvvisata liberamente o meno, aleatoria o meno. Una tradizione musicale millenaria non sembra esser stata vana, non in termini di recupero o radicamento nella stessa quanto di apertura e profondità di pensiero musicale; va allora dato ampio merito ad Alban Lotz di averci permesso di entrare in contatto con i musicisti qui riuniti, tutti facenti parte del collettivo re-konstrukt, che partecipa alla produzione dell'album.

Andrea Gaggero per Jazzitalia











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Data pubblicazione: 30/09/2012

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