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        |  © 2008 Cagoots records (700261226279)
 | The Craig Russo Latin Jazz Project In The Middle
 
 1. Pent-up House
  2. Dona Maria
 3. Arrival
 4. Rumble, Young Man, Rumble
 5. Butterfly
 6. What Are You Doing the Rest of Your Life?
 7. Chip's Vision
 8. A Visit to the Bob
 9. Besame Mucho
  10. I'm Getting Sentimental Over You
  
 
 Hip Mcneill - tenor saxophone (1-3, 
6-10), soprano saxophone (4,5)Tito Carrillo - trumpet (2, 7-10)
 Jeff Helgesen - trumpet (1, 3-6)
 Chip Stephens - piano
 Josh Walden - bass
 Craig Russo - drums (2,5,6,9,10), congas (1-5,7-10), güiro, 
chékere, other percussion (1,3-10) bongo (6)
 Jeff Magby - drums (1,3,4,7,8), congas (6), timbales (1,4)
 Ricardo Flores - Brazilian percussion on Doña Maria (2)
 
 
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 Nel 2002 Craig Russo dà vita 
al Latin Jazz Project presentando alcuni tra i più interessanti musicisti dell'area 
compresa fra S.Louis e Chicago: l'impronta stilistica proviene dalle
Blue Notes 
quanto dall'afro-caraibico, un amalgama di segno moderno, con l'intenzione di esplorare 
le possibilità creative offerte dai due generi.
 
 
 Il percussionista ha avuto modo di entrare in contatto 
con tale estetica ibrida nel periodo in cui ha studiato a Cuba con maestri quali 
Enrique Pla e Roberto Vizcaino, avendo alle spalle un'esperienza jazzistica ventennale 
con vari gruppi negli Stati medio-occidentali e della Costa dell'Est degli U.S.A. 
(da cui il motivo del titolo dell'album).
 
 Per la realizzazione del progetto chiama a sé, fra gli altri, CHip Mcneill 
al sax tenore (già con Maynard Ferguson e Arturo Sandoval), Chip Stevens 
al piano (Michael 
Brecker e
Bobby Watson), i trombettisti Jeff Hegelsen (Ray Charles 
Orchestra) e Tito Carrillo (Kurt 
Elling e Tito Puente): una scelta – fra le tante di Latin che stanno emergendo 
non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo – che si distingue per forza espressiva 
e maturità musicale.
 
 I 10 brani presentano un phrasing originale, eleganti assolo di timbro bop, 
combinazioni di intrecci rapidi, ritmi sincopati opportunamente giocati fra le improvvisazioni 
degli ottoni, anche quando si fanno luce cromatismi introspettivi e libere interpretazioni 
della melodia: l'abilità nel percorrere le idee più complesse dal lato creativo 
mostra un netto collegamento con la tradizione "blue", su di uno sfondo di accenti 
latini che consentono alla band di "vedere" i pentagrammi da una prospettiva singolare 
e di grande piacevolezza.
 
 Del resto la stessa scelta dei brani sembrerebbe rivelare uno dei lati più 
ingegnosi del L.J.P., in quanto la selezione di composizioni meno comuni, offre 
articolazioni verso idee meno consuete dettate da una sensibilità lirica, solare 
nelle rapide folate di note, nell'intensità tutta bop, negli atteggiamenti bluesy 
di esecuzioni distinte da tessiture varianti dal lato armonico, secondo uno stile 
intelligente, professionale e quanto mai aperto soprattutto nelle interessanti riletture 
di standards: così in "I'm getting sentimental over you", 
quasi reinventato in stile mambo, o in "Pent-up House" 
di Sonny Rollins, 
o, con anima tutta caraibica, in "Bésame mucho" 
di Consuelo Velazquez.
 
 Craig Russo dichiara, nelle note di copertina, di aver avuto il privilegio 
di suonare con "un gruppo straordinario di solisti che, attraverso modi multipli, 
ha portato tutta la propria profondità interpretativa e l'ampiezza della propria 
creatività"; tale collaborazione, lascia di sé una dimensione atemporale di buon 
gusto, e, di Craig, un timing elegante, un tactus ritmico tutt'altro che aggressivo, 
personale e di nitida raffinatezza.
 
 Fabrizio Ciccarelli
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 971 volte Data pubblicazione: 06/04/2009
   
 
 
 
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