Diego Librando
Il Jazz a Napoli – dal dopoguerra agli anni Sessanta
(Alfredo Guida Editore)
di Massimiliano Cerreto
Introduzione
Esistono molti documenti sulla storia del Jazz in Italia, ma nessuno aveva mai approfondito il rapporto tra esso e Napoli. Eppure, è stato proprio al sud che sbarcarono le prime truppe di liberazione anglo-americane. A colmare questo vuoto l'opera di
Diego Librando: diplomato in pianoforte, laureato in Lettere Moderne, giornalista (collabora, tra gli altri, con Musica Jazz) e impegnato nel recupero e nella catalogazione di documenti musicali presso la Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e la Biblioteca Nazionale della stessa città. Presentato al grande pubblico il 3 dicembre scorso, in occasione della rassegna "Venerdì Musicali" organizzata dal Conservatorio partenopeo, "Il Jazz a Napoli – dal dopoguerra agli anni
'60", appartiene alla collana "Identità Sonore" della prestigiosa casa editrice Alfredo Guida Editore.
Leggendo "Il Jazz a Napoli – dal dopoguerra a gli anni Sessanta"
Leggendo "Il Jazz a Napoli – dal dopoguerra agli anni sessanta", si ha un'ulteriore conferma che il jazz è sempre stato, dalla
second line ad oggi, il linguaggio musicale ideale attraverso cui esprimere uno dei più profondi desideri di ogni uomo: la libertà. E fu così anche in Italia;
si scopre che i V-Discs, i 78 giri la cui incisione fu commissionata dal governo americano ai migliori musicisti statunitensi per i soldati in missione all'estero, divennero ben presto merce di scambio tra gli sciuscià (contrazione di "shoe-shiners", lustra scarpe nda) che animavano i vicoli di Napoli e preziosi (e uniche) fonti di studio per i musicisti partenopei;
si conoscono le origini di quella contaminazione tra la canzone napoletana e musica di tradizione afro-americana che caratterizzò profondamente lo stile di Renato Carosone, e che continua ancora oggi, seppure in modo diverso, con artisti quali, Marco Zurzolo, Antonio Onorato e molti altri;
si può apprezzare il reale contributo che il Circolo Napoletano del Jazz (Cnj) ha apportato alla promozione di questa musica e capire le ragioni che del suo declino negli anni
'60.
Ma "Il Jazz a Napoli – dal dopoguerra agli anni Sessanta" racconta anche altro. Diego Librando ha incluso alla parte storica, anche un'interessantissima appendice. Qui, a parlare, sono proprio i protagonisti di quegli anni. Tra questi,
Renzo Arbore, Antonio Golino, Gegè Munari e lo storico della musica
Alfredo Profeta. Ad arricchire il testo, poi, anche delle bellissime fotografie in bianco e nero.
In ultima analisi, il volume di Diego Librando ha anche il pregio di essere un testo lontano da logiche campaniliste e dall'indubbio valore storico-culturale, e senza annoiare mai!