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Cover Caterina Formenti
Graph Andrea Mattone
Logo Antonio Bertolami
 

Dissòi Lògoi
III

1. Incursori Tirreni
2. Turan
3. Als
4. Tarkna
5. Tusci
6. Glory
7. Ara della Regina
8. S.T.
9. Sogni e Binari
10. Tagete
11. Lars
12. L'Ombra della Sera
13. Stelle
14. Inno al Sole
15. Sotterranei

Franco Parravicini: chitarre, basso elettrico, elettronica, strumenti a corda etnici (adungo e soz)
Alberto Morelli:
piano, elettronica, strumenti etnici (zurna, conchiglie, soz, marranzani, campane tibetane, sanze), voce e voce-conchiglia
Gerardo Cardinale:
flauti diritti e flauti etnici
Francesco D'Auria:
percussioni etniche
(tamburi ad acqua, teponatzli, cahon, gong, metallofoni, tubofoni)
Mario Arcari:
oboe
Roberto Mazza:
oboe
Francesco Manzoni:
tromba e flicorno
Gabriele Mirabassi:
clarinetto e clarinetto basso
Un misterioso bambino di Tarquinia:
claxon giocattolo

Questo ultimo progetto raccoglie materiale, perlopiù inedito, registrato nell'arco di alcuni brevi tour dei Dissoi Logoi tra il '96 e il '99; alcuni di questi brani sono stati successivamente arricchiti con interventi di contrappunto in overbub. Quattro brani registrati in studio completano infine questo lavoro. III si ispira principalmente alle tradizioni musicali dell'Italia centro-meridionale e, in genere, del bacino mediterraneo. Partendo da documentazioni e trascrizioni attribuite a un periodo situabile fra il I a.C. e il II d.C., abbiamo cercato di cogliere i fili rossi che legano quelle tracce alle tradizioni musicali ancora viventi. Ma non si tratta di filologia, piuttosto di suggestione, quasi uno sprofondamento nelle radici delle musiche che tuttora ascoltiamo nei paesi del mediterraneo.

Di impianto strumentale elettroacustico, questo progetto evoca atmosfere ipnotiche e notturne, con ampi spazi dedicati alla improvvisazione. La matrice rock e urbana che permea le altre produzioni Dissoi Logoi viene messa momentaneamente fra parentesi, per spingersi verso una sintesi fra l'etnico, il Jazz contemporaneo e la sperimentazione. Ulteriore particolarità di questo lavoro sta nell'ampio utilizzo di strumenti provenienti da diverse aree geografiche nonchè nell'inusuale set di percussioni composto da metallofoni e da tamburi lignei, come il teponatzli, tronco cavo utilizzato dai popoli precolombiani simile al tam tam africano, o le calabash, grandi zucche cave originarie dell'Africa equatoriale, che appoggiate su una superficie d'acqua fungono da tamburo.

 

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Data pubblicazione: 23/06/2002





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