Mario Gamba
Gli Ultraterrestri
Musiche della rivoluzione globale
Cronopio, Napoli, 2008
Questo interessante lavoro del giornalista e critico musicale Mario
Gamba è un libro di lettura non facile o per lo meno immediata. Ma offre stimoli
all'indagine del singolo, che potrebbe portare ad altre considerazioni sul tema
principale e si pone una serie di interrogativi che non possono non far riflettere.
Innanzitutto ci fa scoprire che la musica aiuta a stare bene nel mondo di oggi,
definito – ed è così, non sappiamo se purtroppo o per fortuna – "fortemente connesso".
Le musiche indagate – in 7 capitoli che trattano di autori singoli o di gruppi nati
da un ambiente comune – "cercano di decifrare il mondo di oggi...,sono attirate
irresistibilmente dalle istanze di rovesciamento dell'attuale ordine planetario,
sentono limitato e costrittivo il mondo così com'è e affermano una non soggezione
ai modelli dello standard culturale".
Il libro nasce dalla domanda se esistano affinità
tra il Movimento nato a Seattle nel 1999, denominato
prima no-global, poi new global e infine globale, e quelle esperienze musicali del
‘900 e del 2000 dotate di assoluta autonomia
linguistica. La risposta, affermativa dà modo a Gamba di analizzare il lavoro di
autori creativi, originali e con dei progetti, evitando di mettere dei cartelli
di separazione – del tipo musica jazz, contemporanea ‘colta', nuova elettronica
– per puntare a una verifica sul valore del prodotto che ne consegue. Il primo capitolo
parla di Butch Morris e narra del suo modo di lavorare che l'autore ha avuto
modo di seguire al " primo festival di musica contemporanea (Biennale Musica
2003) veneziano. Festival concepito al di fuori
e contro l'accademismo che da sempre si intreccia alla portata eversiva e creativa
della musica contemporanea "colta". Spiega con precisione come la sua "Conduction"
sia una "composizione istantanea, che procede da alcune parti concordate, non
scritte, soggette a modifiche e suggerite al momento da Morris stesso, mediante
gesti in qualche misura codificati e con l'apporto a volte decisivo degli strumentisti
esecutori-improvvisatori: un tipico work in progress in una sola seduta".
Il secondo artista è Sun Ra (1914-1993), considerato un precursore
dei fermenti dirompenti attuali. L'attenzione è focalizzata sul periodo di eccellenza
che va dal 1965 al
1979. La sua figura svetta nell'esteso panorama jazzistico, animata dal
desiderio del divenire senza fine, ben oltre il jazz e la neoavanguardia colta.
Nel capitolo successivo traspare un'ammirazione gioiosa nel descrivere il Gruppo
di Improvvisazione Nuova Consonanza, ensemble multietnico costituitosi negli anni
'60, formato da compositori dotti, e di cui
Gamba commenta un DVD del 2006 che mostra le
prove ed il concerto alla Galleria d'Arte Moderna di Roma il 20 marzo
1967. C'è una nostalgia fortissima per un gruppo
pionieristico "che segue la sua strada...la strada dell'innovazione" e che pur collocato
nell'ambito contemporaneo dimostra di essere in sintonia "con la free improvisation
di origine jazzistica, americana ed europea", insieme alle quali arriverà a
redigere, seppur virtualmente, un manifesto della musica istantanea, la più desiderabile,
almeno per l'autore, in assoluto.
Vi è poi il capitolo intitolato "Assif il grande", in cui Gamba
manifesta una stima ed un entusiasmo sconfinati per Assif Tsahar, sassofonista
e compositore israeliano, nato nel 1969, e stabilitosi
a New York nel 1990. Tsahar - leggiamo nel testo
- troppo spesso liquidato in veste di solista come un efficace epigono di Coltrane
e Ayler, ha il grande merito di confrontarsi col sapere cameristico della
tradizione – non tradizione contemporanea, intendendo l'area della musica colta,
accademico (nello spirito) e non.
Il capitolo più lungo è quello dedicato alla Comune di New York, la cui
storia viene narrata attraverso un diario critico delle vicende (dal
1990 al 2006)
dei tre grandi primattori: il contrabbassista
William Parker,
leader e guru, il pianista Matthew Smith, solista geniale e curioso, il sassofonista
David S.Ware, mistico dinamitardo, iperrealista del free. Alla fine una domanda
si impone: la storia della Comune – dopo il concerto di addio del quartetto di Ware
il 18 giugno 2006 al Vision Festival di New
York – deve ritenersi conclusa ?
Ne "Il caso Romitelli" Gamba rende omaggio al compositore goriziano-
milanese- parigino Fausto Romitelli, stroncato a 41 anni il 27 giugno
2004 dopo una lunga lotta contro un tumore.
Romitelli, si legge nel testo "entra nell'olimpo degli eroi maledetti, estremi,
visionari, della musica contemporanea "colta", cioè di una parte della musica d'oggi,
il cui ambiente canonico è poco propenso a creare esaltanti e sensate mitologie".
L'idea basica di Romitelli – condivisa da un altro sfortunato ricercatore quale
fu Demetrio Stratos – è che occorre agire con rigore nel campo aperto di
una musica che cerchi di rompere i suoi legami con l'accademismo, con il dogmatismo,
con i formulari, per quanto d'"avanguardia" essi siano.
Nel capitolo conclusivo "Deleuze lo vuole", l'Autore si chiede
chi siano e quanto siano ispirati dai concetti del filosofo Gilles Deleuze,
i principali esponenti della musica elettronica attuale: i techno Pan Sonic, Aphex
Twin, Fennesz, il duo Letizia Renzini – Romeo Castellucci, il neo-ambient Robert
Fripp con la sua League of Crafty Guitarists o Karlheinz Stockhausen nei suoi ultimi
giorni.
Last but not least, l'autore inserisce tra i capitoli, tre interviste
a studiosi portatori di punti di vista divergenti tra loro e in qualche misura rispetto
all'ispirazione politica del libro: Toni Negri, Franco Berardi "Bifo", Tiziana Terranova.
Un teorico e leader politico dei movimenti rivoluzionari anni '70 (Negri), un protagonista
principe del '77 (Bifo) e una giovane docente universitaria non lontana dal Movimento,
che studia ed insegna i media e le nuove tecnologie (Terranova). A tutti, Gamba
ha chiesto di pronunciarsi sullo stato del Movimento, sui linguaggi artistici, soddisfacendo
la sua curiosità "di sentire come suonano opinioni tutte teorico – politiche
nel mezzo del "racconto"... delle musiche ultraterrestri".
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 15/02/2009
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