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Ed: Tranquillo Jazz- 2004
Giovanni Fugazza e Marco Gotti
Gli Arcani Maggiori


1. Il Matto
2. Il Bagatto
3. La Papessa
4. L' Imperatrice
5. L' Imperatore
6. Il Papa
7. L' Innamorato
8. Il Carro
9. La Giustizia
10. L' Eremita
11. La Ruota della Fortuna
12. La Forza
13. L' Appeso
14. La Morte
15. La Temperanza
16. Il Diavolo
17. La Torre
18. Le Stelle
19. La Luna
20. Il Sole
21. Il Giudizio
22. Il Mondo




Tranquilo Records
web: http://http://www.tranquilo.it

 


Gli Arcani Maggiori rappresentano le strade che percorre l'esistenza umana. Essi mostrano i ventidue modelli energetici fondamentali del nostro universo, e rappresentano inoltre le tappe del cammino verso Dio, verso l'autorealizzazione e l'illuminazione. In queste ventidue carte si possono rintracciare tutte le nostre esperienze, i nostri sogni,i nostri archetipi.

E' un viaggio purificatore, è la catarsi del jazz. Ogni brano è la rappresentazione simbolica della vita terrena, anche dal punto di vista musicale. D'altro canto non è la musica un viatico,un mezzo terreno o celestiale(oppure infernale)per giungere a quella purezza di spirito che ogni viaggio inziatico (anche il battesimo cristiano) implora?

Fugazza e Gotti, ben sostenuti dal sax tenore (e clarinetto) di Roger Rota, dal baritono (ed ancora clarinetto) di Giancarlo Porro, dall'altoista (ma anche soprano e flauto) Giulio Visibelli nonché dalla tromba e flicorno di Sergio Orlandi e quella di Umberto Marcandalli, dal trombone e trombone basso rispettivamente di Angelo Rolando e Giovanni Di Stefano ed ancora dalla coesiva sessione ritmica formata da Sandro Massazza al contrabbasso, Vittorio Marinoni alla batteria e Stefano Bertoli alle percussioni, tutti insieme hanno percorso questo viaggio storico, musicale e iniziatico.

Lembi di eternità, così come lo sono gli Arcani che si perdono nella notte dei tempi.

Ed i brani si susseguono secondo la storia degli Arcani Maggiori: da Il Bagatto, giovane iniziato alla magia, che suona con tratti arabeggianti. La Papessa, la conoscenza al femminile, la sacerdotessa del mistero, rappresentata -in modo sardonico - alla stregua di un ingresso in pompa magna di una sorta di regina. L'orchestralità colpisce, ma anche i singoli strumenti vociano in modo melodico ma ironico. L'intro di contrabbasso è pressante alla stregua di un banditore medievale che libera delle figure armoniche.

Altra marcia trionfale per L'Imperatrice con la tromba che indossa la sordina per simulare il discorso della Vergine dei Cristiani. Discorso che si muove in uno swing anni '30 e lo rende ancora più fumoso, ancora più grottesco.

Il Papa riprende lo swing e si contraddistingue per un pregevole solo di Orlandi, la cui tromba evoca la sacralità di chi siede nel centro del tempio di Salomone.

Le tinte filmiche de Il Carro e la ripresa orchestrale de La Giustizia, caratterizzata dal pianismo ecumenico di Fugazza e dal clarinetto di Gotti che ben dipinge l'Astrea che sorregge la bilancia equinoziale.

Fagotto e clarinetto la fanno da padroni ne L'Eremita con i fiati che contrappuntano ed evidenziano i tratti musicali con chiose drammatiche.

Gli echi - e non solo - dei madrigali si ascoltano ne La Ruota della Fortuna con un alternarsi di ritmi tra l'occidente medievale e le simbologie afro-americane.

E poi La Forza lì dove il gioco della virginea e non nerboruta possanza è fatto dal tenore di Marco Gotti.

Ogni tarocco è descritto con una lucidità espressiva ed una musicalità estrema.

E' un viaggio esoterico, non misterioso, ma esoterico e basta.

La forza timbrica de Le Stelle, la teatralità armonica de La Morte, ma anche l'alchemica Il Sole sono piccoli sigilli, ognuno con la propria autonomia ed il proprio lirismo.

Sono tutte composizioni originali di Gotti e Fugazza. Il succinto booklet numera gli arcani ed accanto v'è una breve frase identificativa delle sensazioni interiori.

E' la crasi tra occidente ed africa, tra musica e forza interiore, tra serio e faceto.

La leggenda dice che Salomone non portò a termine la costruzione del tempio poiché ucciso da due Muratori. Da lì è iniziata la ricostruzione del tempio. Ogni Uomo ha il suo tempio da costruire, tegola dopo tegola. E poi lo dovrà abbattere per poter rinascere.

Gotti e Fugazza hanno costruito la musica e l'hanno destrutturata per poter completare il loro viaggio iniziatico.

Da ascoltare con attenzione, in penombra e con un buon bicchiere di rum.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 31/10/2005

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