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Phorminx

Edoardo Bignozzi
From Bilbao to Bombay


1. Dumbarton park – 3:44
2. Alessandra – 2:22
3. Penarrubia – 2:35

4. Beyond the door – 1:21
5. Valse de la Mort – 1:31
6. Teenage – 3:03

7. Tenderly (Gross-Lawrence) – 1:42
8. But beautiful – 2:14

9. Sandor
10. Theme from Star Trek – 0:50
11.
From Bilbao to Bombay – 2:18

12. Notturno – 3:06
13. Afraid to dance – 5:40

14. And so on – 4:21



Edoardo Bignozzi : Chitarra classica, chitarra elettrica, sintetizzatori
Alessandro Barberis :
Percussioni (3 & 9)
Tommy Caggiani:
Batterie (13)
Carlo Martinelli:
Percussioni (11)

Con l'album "From Bilbao to Bombay", Edoardo Bignozzi ci propone, con una serie di piccole eccezioni, un album di "solo-guitar" per il quale è difficile trovare analogie almeno all'interno del panorama musicale italiano.

L'album si presenta come una sorta di viaggio immaginario che abbraccia l'intero pianeta e che il musicista ha voluto iniziare da Bilbao e finire a Bombay. Pur preservando un suo autentico stile, Bignozzi spazia tra atmosfere molto diverse tra loro che fanno pensare a quest'album come ad uno di quelli prodotti nel filone più recente della "world music". Ma è solo un'impressione in quanto tutto l'album è stilisticamente omogeneo e non cede a facili e, tuttavia, forzate contaminazioni sonore dove, ad esempio, un bongo suona insieme con un'arpa celtica.

L'album è tutto incentrato sulle sonorità elementari (ma si fa per dire) di una chitarra classica. Esordisce con "Dumbarton park" dove lo strumento solista esegue uno schema melodico molto piacevole che viene ripetuto dall'inizio alla fine e su cui, nella parte centrale, viene realizzato un assolo con una chitarra molto morbida il cui suono è realizzato con una serie di effetti.

La seconda traccia ("Alessandra") ha un sapore più malinconico a metà tra tradizione spagnola e napoletana. Ricorda, a tratti, una di quelle magnifiche ballate tipiche delle esibizioni dal vivo del migliore Pino Daniele. Gli arpeggi si susseguono delicati e si sovrappongono tra di loro cullandoci dolcemente.

Nella terza traccia, "Penarrubia", esordiscono le percussioni affidate ai musicisti che accompagnano Bignozzi nella realizzazione di quest'opera. Il tono è di nuovo allegro ed il tempo abbastanza sostenuto. Bignozzi esegue ciclicamente il tema principale a cui applica delle variazioni.

"Beyond the door" è la quarta traccia. Bignozzi si diverte pizzicando gli armonici e producendo dei suoni strani con sintetizzatori e chitarre con effetti. Con "Valse de la Mort" Bignozzi ci propone un melanconico 3/4 solamente arpeggiato con la sua bellissima chitarra classica. La traccia successiva, "Teenage", è nuovamente basata su uno schema melodico ciclico cui Bignozzi applica di volta in volta delle varianti.

Con "Tenderly" e "But Beautiful" Bignozzi si esibisce in due standard magnificamente rivisitati per essere adattati alla chitarra classica. Il suo tocco e leggero e piacevole e non fa assolutamente rimpiangere le corrispondenti versioni eseguite al pianoforte.

"Sandor" è una traccia in cui la struttura ritmica è molto incalzante grazie anche alle percussioni che qui ricompaiono. Gli arpeggi di Bignozzi sono veloci e precisi. La chitarra ha un suono pulito e cristallino grazie anche all'insistere sulla parte alta della tastiera.

"Theme from Star Trek" ci lascia un po' perplessi. Sembra quasi uno scherzo del musicista.

Ed ecco sopraggiungere la title-track. L'esordio è affidato ad una sonorità spagnoleggiante sui cui si inseriscono via via delle percussioni. Mentre i secondi trascorrono sul nostro lettore cd, Bignozzi improvvisa sulla tastiera della chitarra evocando in noi immagini di polverose corride.

"Notturno" propone una bellissima ballata eseguita in un tono minore per accentuare l'atmosfera melanconica e, per l'appunto, notturna.

"Afraid to Dance" è un brano scritto da un chitarrista canadese: Don Ross. L'esecuzione di Bignozzi è esemplare. In pratica si tratta di un blues molto complesso in cui vengono messe in evidenza le doti tecniche di Bignozzi. Su una base melodica si inseriscono continui assoli eseguiti utilizzando molto gli armonici della chitarra.

L'ultima traccia è "And so on" che conclude degnamente l'album. Si tratta, anche in questo caso, di una dolce e melanconica canzone eseguita egregiamente.

Tutto l'album è caratterizzato da un'esecuzione che mette in evidenza l'elevatissima esperienza tecnica del musicista: trattandosi di un album solo di chitarra, era legittimo aspettarsi piccole imperfezioni tecniche nell'esecuzione prima tra tutte quel fastidioso sfregamento delle corde da parte delle dita che si muovono su di esse. Tutto ciò non c'è nell'album di Bignozzi e per quanto mi sia sforzato di captare queste imperfezioni sono riuscito a percepirle una ed una sola volta. Complimenti!
Alessandro Marongiu

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Data pubblicazione: 31/10/2003





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