La storia del jazz è ricca di rivisitazioni
di ogni genere e forma. Molti dei successi passati alla ribalta sono diventati tali
per l'intelligenza del jazzman sopraffino di turno che trasformava, talvolta, la
musica "popolare" in vere e proprie opere d'arte. Gli standard che hanno segnato
la storia ormai sono cicatrici che lasceranno il loro marchio anche nei prossimi
decenni perché patrimonio di tutti. Come dimenticare le rielaborazioni delle varie
big band dell'epoca? Persino un personaggio noto come Gershwin è un esempio spettacolare
di trasformismo e di felice connubio tra musica classica e jazz ma non solo; lo
stesso Armstrong, precursore indiscusso del c.d old stile, nel suo repertorio
cantato e strumentale, ripescava dalle c.d. canzonette. Il jazz è quindi versatile
in tutti i sensi ed ancora oggi possiamo ascoltare, dalle giovani generazioni, arrangiamenti
deliziosi di canzoni rock rilette con gran gusto. Tutto questo è straordinario e
certamente come non accogliere favorevolmente e con curiosità il lavoro di un trio
che in tredici tracce ha voluto ripercorrere una parte della storia del jazz? Nel
titolo di copertina leggiamo "Famous Standards with Style"
e posso assicurare a tutti voi che c'è tanto del Carlo Porfilio trio
in questo lavoro.
Gli standards nella musica jazz sono le basi dalle quali non è possibile
prescindere. Certamente in un album non è possibile ripercorrere un periodo storico
così grande ma il lavoro è egregio ed interessante in tutte le sue forme. Non mancherà
di stimolare la curiosità di chi vorrà andare oltre, ripercorrendo il cammino che
ha portato alla realizzazione di questi capolavori. Il trio composto da Carlo
Porfilio alla batteria, Paolo Trivellone al contrabbasso e Giuseppe
Berardi alla chitarra elettrica, affronta con serenità e stile la rivisitazione
di famosi standard da pelle d'oca. E sono certo che la band si sarà divertita enormemente
nel cesellare ed interpretare queste opere d'arte. Anche la produzione è stata realizzata
dal leader. Non troverete però il classico duo creato per assecondare i desideri
ed i capricci del batterista di turno, ma un bel trio di veri e propri artigiani
della musica, capaci di lavorare in team e di produrre senza fronzoli. I virtuosismi
verranno accantonati per lasciare lo spazio al sound e all'originalità dell'esecuzione.
Carlo Porfilio costruisce nel tempo una esperienza on stage di oltre 20 anni,
nel corso dei quali collabora con oltre 120 formazioni di diverso genere musicale,
alternando i concerti live alle session in studio, registrando con numerosi gruppi,
musicisti e cantanti solisti e portando avanti parallelamente un'intensa attività
d'insegnamento, iniziato nel 1998. Ha suonato
con moltissimi musicisti, come Tony Levin, Matt Bissonette,
Hiram Bullock,
Tom Coster Jr., Robbie Angelucci, Massimo Moriconi, Paolo Costa,
Dino Fiorenza,
Maurizio Rolli,
Giuliano De Leonardis,
Mauro Voconi,
Alex Alessandroni,
Marco Di Battista
e Angelo Trabucco, con i quali continua una collaborazione proficua. A tutt'oggi
è endorser di marche di strumenti musicali come le batterie "Di Berardino Drums",
dei piatti "UFIP" e delle bacchette "Ideas For Drummers", per i quali ha creato
e firmato due modelli. L'attività didattica tenuta da Carlo Porfilio è intensa
tanto che egli stesso ha deciso di dare alla luce molto presto una collana di metodi
per lo studio della batteria, cominciando dai principianti fino ai livelli avanzati.
Prossimamente uscirà un album che si intitolerà "Il Viaggio" che vedrà la
partecipazione di personaggi illustri della musica italiana ed estera. La registrazione
di questo album è stata effettuata negli studi di Domenico Pulsinelli di Palena
Chieti.
L'ottimo lavoro sottolinea ancora una volta quanto sia alta la professionalità
dalle nostre parti. La registrazione è stata fatta in circa cinque ore, quindi praticamente
quasi un live, molto "jazz". Notevole il lavoro alla chitarra elettrica di Berardi.
I suoi trascorsi blues sembrano in qualche modo sentirsi nelle sfumature delle sue
corde ed anche al contrabbasso le linee melodiche vengono disegnate con cura e nel
pieno rispetto del sound. Tutti hanno avuto la possibilità di ritagliarsi il proprio
spazio pur rimanendo fedeli all'esecuzione. Consigliamo l'ascolto non solo per gli
amanti dell'arte percussiva ma della musica in tutto e per tutto.
Alessandro Gibelli per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/11/2008
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