NOVITA' ECM NEW SERIES
Eleni Karaindrou
Trojan Woman
(ECM New Series, 1810: 2002)
distribuzione Ducale |
Adrás Keller - János Pilz
Béla Bartók:
44 Duos for Two Violins
(ECM New Series, 1729: 2002)
distribuzione Ducale
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András Schiff
In Concert:
Robert Schumann
(ECM New Series,
1806/07: 2002)
distribuzione Ducale
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Sofia Gubaidulina
Omonimo
(ECM New
Series, 1775: 2002)
distribuzione Ducale |
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Valentin Silvestrov
Leggiero, Pesante
(ECM New
Series, 1776: 2002)
distribuzione Ducale |
Reduce
dalla recente vittoria del Grammy come miglior produttore di musica classica del
2001, Manfred Eicher prosegue senza sosta il suo personale "credo imprenditoriale"
puntando tutto sul progetto New Series. Eccoci così di fronte ad una cospicua
sequenza d'incisioni tra le quali spicca il doppio lavoro dal vivo ad opera del
sensazionale András Schiff. Registrata a Zurigo nel 1999, quest'imperdibile
performance comprende un programma esclusivamente dedicato a quattro opere firmate
da Robert Schumann. Impossibile per il quarantanovenne pianista ungherese (naturalizzato
austriaco), escludere dal recital almeno tre pagine d'incredibile bellezza del grande
maestro del romanticismo tedesco: l'Humoreske op.20 la Klaviersonate f-Moll
op.14 e l'acclamata Novelletten Op.21. Qui la profondità del linguaggio
schumaniano traspare in ogni suo respiro, in ogni suo gesto riconoscibilmente distante
dal fulgore declamatorio, mai scontato o enfatico, ma invece imprevedibile e modernissimo.
Celeberrimo è l'attacco di Rauschend Und Festlich che apre il secondo cd,
regalando all'ascoltatore quel senso di sublime autorevolezza e circoscritta maestosità
di un compositore sfortunato quanto assai amato dalla critica. Pur vivendo una vita
travagliata, contrassegnata da diversi tentati suicidi e dall'internamento in manicomio
durante gli ultimi anni della sua breve esistenza, Schumann incarna in maniera centrale
il proseguimento dell'impetuosa liricità di Chopin, avendone in seguito, impostato
un linguaggio che paradossalmente si allontanò da tali prototipi. Si ascolti la
mirabile "apertura" di Humoreske, rappresentativa forse, del viatico assoluto
verso la massima catarsi interpretativa. Pochi secondi d'estasi che si riversano
amabilmente nei succesivi ventisette minuti, dentro una pagina di trascinanti suggestioni
sinfoniche sebbene concepite per piano solo. La rilettura di Schiff (già indiscutibile
interprete del repertorio bacchiano, senza contare i suoi celebri omaggi a Mozart,
Haydn e Kurtág), rende pienamente giustizia ad un autore dal carattere introverso
eppure così carico di molteplici sensibilità espressive.
Affacciandoci verso compositori più recenti, i 44 Duetti per due Violini,
scritti tra il 1931 e il '32 da Béla Bartók, si distanziano notevolmente dall'intento
meramente pedagogico che l'etnomusicologo ungherese aveva in un primo momento
ideato. Ascoltando l'interpretazione personale dei due violinisti: Adrás Keller
e János Pilz, questa esula fortemente dal semplice "discorso didattico"
per esaltarne invece tutte le qualità di preziosa e passionale ricerca popolare.
Ballate slovacche e ungheresi (il maestro era nativo della Transilvania), ma provenienti
anche da Romania, Serbia e Arabia, dimostrano l'immenso attaccamento di Bartók per
le concezioni inusuali provenienti da altri popoli, disvelandone i criteri formali
e ricavandone da esse spiccata personalità e grande gusto nell'innovazione armonica.
I frammenti presenti nel disco (mediamente si aggirano intorno alla durata di un
minuto), appaiono meno didascalici del previsto e possono tranquillamente assumere
una forma unitaria, ricca di intenso trasporto e di gustoso poliedrico divertissment.
Altra
opera assai significatriva in casa ECM è l'adattamento musicale della compositrice
greca Eleni Karaindrou de Le Troiane, tragedia di Euripide portata
per la prima volta in scena nel 415 avanti cristo. Appositamente scritta per l'omonima
opera teatrale diretta da Antonis Antypas, la musica prende corpo assecondando i
vari quadri della rappresentazione, servendosi di un coro polifonico diretto da
Antonis Kontogeorgiu e da un piccolo ensamble costituito da strumenti antichi come
la lyra di Costantinopoli, l'arpa egiziana, il ney (flauto greco ma di origine asiatica),
il suling (flauto indiano), strane percussioni macedoni e vari strumenti a plettro
triangolari e trapezoidali suonati anche orizzontalmente. Probabilmente uno dei
primi drammi pacifisti del genere umano, Le Troiane affronta l'argomento
dell'inutilità della guerra, visto dall'angolazione del conflitto tra Troia e Atene.
Musicalmente mesta ma caratterizzata da affascinanti cadenze epiche, l'opera si
dipana tra il senso doloroso della storia e l'inquieta levità del canto, spesso
melodicamente avvolgente e ispirato nella pertinente narrazione poetica. Infine
tutte da poster le splendide foto incluse nell'accurato booklet allegato.
Eseguendo
le musiche di Sofia Gubaidulina (compositrice settantunenne nativa della
Repubblica Sovietica Tartara e allieva di Shostakovich), la Münchener Kammerorchester,
sotto l'attenta direzione di Christoph Poppen, interagisce con due insoliti solisti
dal bel piglio immaginativo. Elsbeth Moser al bayan (la particolare fisarmonica
russa) e Boris Pergamenschikow al violoncello, sanno ben fondere quasi idealmente
lo spirito multirazziale, religioso e spiccatamente etnico dell'impulsivo linguaggio
che si coglie nelle tracce della Gubaidulina. Musica che trae le sue radici dalla
tradizione russo-ortodossa con iterazioni ebraiche e islamiche, le quali a loro
volta, partoriscono una summa di libera introspezione verso un'improvvisazione quasi
irreale e ipnotica. E' il mare inquieto impresso nella copertina del cd (le foto
interne sono del nostro Roberto Masotti), che comunica forti visioni oniriche, quasi
evanescenti e ricche di atmosferiche fenomenologie, vicine alle macchinose libertà
di Alban Berg.
I
due interpreti si dividono in seguito i compiti, cimentandosi nel De Profundis
per bajan solo (momento non curante di spasmodica drammaticità), e nei Dieci
Preludi per violoncello solo, carichi di estrema e struggente tensione
lirica.
Non sono da meno gli sconfinanti richiami al valore della poesia nelle spaziali
attrazioni del pianista compositore ucraino Valentin Silvestrov che, in
Leggiero, Pesante, si esibisce in coda con un pacato inno al 2001 (Hymne
2001), confessando senza pudore, l'amore nostalgico per Gustav Mahler. Nel restante
corpus del disco, troviamo poi la chilomentrica trascendentale Sonata per
Violoncello e Piano, composta nel 1983, il Quartetto n°1 per archi
eseguito dal Rosamunde Quartet (in questo caso "l'attrazione fatale" è massima),
nonché i tre Postludium, dei quali segnaliamo il secondo, per violino solo,
complessivamente contemplativo e misterioso, mentre il terzo, per violoncello e
pianoforte, intento a celebrare l'estasi della melodia interiore, pregnante di soffice
e riflessivo impressionismo.
Gianmichele Taormina
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Data pubblicazione: 07/02/2003
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