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Vince Vallicelli
Côm'un cân sôta la lôna
1. Mé at'voj ben (Vallicelli/Molinari)
2. Côm'un cân sôta la lôna (Vallicelli/Molinari)
3. A 14 (Vallicelli/Molinari)
4. Lassum sté (Vallicelli/Molinari)
5. Bambole rotte (Vallicelli/Solfrini)
6. Gennaro (Vallicelli/Solfrini)
7. A caval d'un sogn (Vallicelli/Molinari)
8. Mississippì Gumble (Vallicelli/Molinari)
9. Ven ò a suné (Vallicelli/Molinari)
10. I Itreno (Vallicelli/Molinari)
11. Kora…lli (Vallicelli)
Pippo Guarnera - Hammond/rhodes
Leon Price - contrabbasso
Antonio Gramentieri - chitarra el.-1/4/5/7/8/10
Enrico Crivellaro - chitarra acustica, banjo
Massimo Martellotta - chitarra el. Lap steel
Massimo Sbaragli - basso
Mirko Monduzzi - chitarre
Marco Battistini - basso
Michele Barbagli - Chitarre
Massimo Zanotti - trombone
Gabriele Bolognesi - Sax ten. E clarino
Giordano Giannarelli - fisa
Luca Giordano - chitarra
Andrea Costa - violino
Elisa Ridolfi - voce
Luisa Cottifogli - voce
Franco Naddei - cori
Vince Vallicelli - batteria, stick roll, kalimba conga, maracas,
fratoir, pandeiro, tabla, berimbau, kora, chitarra acustica
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Chi non conosce Vince Vallicelli può cliccare su un qualsiasi motore
di ricerca e trovarsi di fronte ad una valanga di notizie sul suo conto. Classe
di ferro è stato un pioniere del R&B e dell'Acid Jazz italiani. Storico batterista
dagli Uno a Eugenio Finardi, ultimamente ha pubblicato un ambizioso
album in dialetto forlivese dal titolo Côm'un cân sôta
la lôna (Come un cane sotto la luna).
Emblema di questo disco è, a mio avviso, la track n. 4 dal titolo
Lassum sté dove Vince spronato dal sempreverde
Pippo Guarnera al Rhodes si disimpegna in un Funky alla Roland Kirk con coretti
anni 70 a fare da contrappunto. A seguire la Title Track n. 2
Côm'un cân sôta la lôna, questo brano strutturato
sul cordone ombelicale dell'Hammond di Guarnera e sulla solida rotaia del drumming
valliceliano s'inerpica sino ad esacerbare grazie ad un inedito intreccio di archi
veramente dirompente e celestiale.
In tutto i brani sono 11 ben congeniati e conseguentemente affidati alla
cronologia di Vallicelli con una buona dose drammaturgica. Vince parla del
malessere connaturato nella vita di tutti i giorni ma simultaneamente si rifà alla
ribellione e alla reazione che l'uomo qualunque dovrebbe avere per difetto in un
mondo, il nostro, apparentemente ancora permeato di risorse e libertà; il cane sotto
la luna non è quindi un caso, forse un' esperienza esistenziale, una reminescenza
di Vince che di scorribande, su e giù per la penisola, ne ha fatte col buono e cattivo
tempo …e poche lire in saccoccia.
La fervida visione di un musicista -allucinato ma vigile- è autoprodotta
nei testi di queste melanconiche e goliardiche canzoni, non solo, il risultato è
duplice, sapiente e votato al recupero delle proprie origini. Con questo lavoro
discografico del tutto particolare, a prescindere dal canovaccio musicale prevalentemente
Bluesy con digressioni etniche, il poliedrico batterista compositore-cantante rende
giustizia a un idioma musicale relegato al folk e ai luoghi comuni inficianti esso.
Il Romagnolo nasce come linguaggio d'aggregazione e non come dialetto! Questo avviene
grazie alle invasioni barbariche succedutesi alla caduta dell'impero romano. Gli
antenati di Vince parlavano la langue d'oc, che ha influenzato in modo decisivo
gran parte dei dialetti e dei linguaggi nei territori emiliano romagnoli e in gran
parte del cordone appenninico, innestandosi con umbro, marchigiano, toscano e ligure.
Talmente forte è la connotazione sibilante della S gallosenonica che ancor oggi
la gente di quei luoghi è riconoscibile di primo acchito e nel caso del disco di
Vince al primo ascolto. C'è da dire che i nostri cugini d'oltralpe sono anni che
seguono queste esperienze musicali, naturalmente in francese, facilitati dall'impressionante
multietnicità in cui versa il loro Stato grazie all'eredità coloniale. Noi i creoli
non dobbiamo andarceli a cercare, basta fare un salto in un bar dalle parti di Forlì,
per l'appunto.
La distribuzione del Compact è a cura dell'etichetta di Word Music HKM che
ha notato nel progetto di Vallicelli l'estrema originalità e attualità. Oltre
a vecchie volpi dell'R&B Vallicelli si è avvalso dell'autore Claudio Molinari
e del prezioso retaggio di Alberto Solfrini stimato cantautore forlivese:
in effetti due brani sono rivisitazioni del repertorio di quest'ultimo. Spiega Vince
" Si tratta di un'esperienza musicale di grande intensità, capace di unire tradizioni
e strumenti diversi, dal funky parlato alle atmosfere calde di mandolino e fisarmonica,
dal banjo alle chitarre elettriche. Il tutto è reso coeso dalla tradizione linguistica
forlivese, con le parole che si fanno suoni, capaci di dettare atmosfere e stati
d'animo per il loro potere onomatopeico, oltre che per il solo significato".
Pierluigi
Vicini per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 22/12/2007
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