Alessandro Candini
The Other Side
Instant Present (2012)
1. Behind the mirror
2. The other side
3. A new world
4. Open the door
5. 101
6. Repeat
7. Rewind
8. Bug
9. The edge of the world
10. Breath of soul
11. The frontier
12. Breaking the surface
Alessandro Candini - piano
Alessandro Candini è l'ennesimo musicista italiano emigrato nella vicina
Francia, nel paese in cui l'arte è vista ancora come una risorsa e dove l'artista
ha ancora una dignità. Un altro cervello in fuga, in questo caso delle altre mani
sottratte al Belpaese, hanno sfornato un'opera prima racchiusa sotto il nome di
"The Other Side". Dalla chiarissima impostazione classica, Candini, diplomato al
Conservatorio di Parma in pianoforte dopo un'attività concertistica al Teatro Regio,
si è avvicinato al Jazz e alla musica improvvisata proprio in Francia avviando una
serie di collaborazioni trasversali con il Teatro, la Danza e la Poesia.
Tutte queste informazioni della sua biografia confluiscono in modo molto chiaro
e preponderante nella sua musica. La sua prima fatica discografica è infatti un
album in piano solo completamente improvvisato. Una registrazione fiume di una sola
giornata che ha dato vita a queste dodici tracce. Raccolte in quattro quadri, per
quattro atmosfere diverse, come quattro atti di un opera teatrale o semplicemente
come una suite musicale, le dodici tracce si snodano con intensità nell'arco dell'ora
di ascolto.
I primi quattro pezzi ininterrotti, "Behind the Mirror" "The Other Side" "A New
World" "Open the door", colpiscono per la passione dal sapore Jarrettiano, per la
malinconia che evocano, per gli echi cinematografici. La sensibilità artistica del
giovane pianista è cristallina. Il secondo atto formato dai seguenti brani "101"
"Repeat" "Rewind" "Bug", ci porta in ambiente più jazzistico, con tempi più spezzati
e melodie più ostinate, e giochi che ricordano anche Satie. Molto più rarefatta
e solenne la terza parte dell'album composta da "The Edge of the world" "Breath
of Soul"e "The Frontier". La chiusa dell'opera è affidata a "Breaking the Surface"
un brano breve ed incisivo, che lascia nell'ascoltatore quel dubbio, quella sensazione
di instabilità che l'arte contemporanea dovrebbe lasciare.
Un'ottima prova di classe e di lirismo. Un album elegante ed evocativo.
Valeria Loprieno per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 30/09/2013
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