PoteSmote Music, pms 10103
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Peter Smith Quartet
Blue&Green
1. A Night In Tunisia (D. Gillespie/F. Paparelli)
2. Carrie (K. Laliberté)
3. Bye-Ya (T. Monk)
4. Olé-O (P. M. Smith)
5. Mixing (A. Moreira)
6. Incantations (R. Bulger)
7. Perfect Fit (P. M. Smith)
8. Blue Green (M. Davis/B. Evans)
9. Shoe Suede Blues (P. M. Smith)
10. El Gaucho (W. Shorter)
11. Manha de Carnaval (L. Bonfa)
12. Weather Update (D. Birston)
Peter Smith - saxes, flutes, clarinets Kevin Laliberté - acoustic guitar Drew Birston - double bass Marcus Chonsky - percussion
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Un disco colorato questo del Peter Smith Quartet, non soltanto
nel titolo, Blue&Green,
ma anche nei toni e nelle tinte con cui il gruppo canadese – Smith ai sax,
flauti e clarinetti, Kevin Laliberté alla chitarra acustica, Drew Birston
al contrabbasso e Marcus Chonsky alle percussioni – riesce a formulare il
proprio stile "soft" ma non sdolcinato.
Ed è proprio a questi ultimi due, contrabbasso e percussioni, ma anche
alla sobrietà dell'accompagnamento dell'acustica, che si deve l'eleganza delle varie
riletture, da Bye-Ya
di Monk con una ancora più spiccata nota latin che esalta l'ironia monkiana,
alla "sambata" Olé-O,
una trascrizione in chiave latina del capolavoro di Rollins su "Relaxin' with
the Miles Davis Quintet", accattivante al limite del ruffiano, in cui si distingue
la vivacità del sax tenore di Smith, a
Mixing di Moreira, forse
la rivisitazione più fedele all'originale, la languida
Incantantions (brano di
un poco noto Robert Bulger) dove il tenore diviene addirittura sensuale, e la stessa
Blue In Green di Davis/Evans (attribuita a Davis,
ma pare ormai certo che la paternità sia da ascrivere al pianista) la cui combinazione
chitarra/tenore rende un affresco di toccante raffinatezza,
El Gaucho, di
Wayne
Shorter, qui affrontata con l'impiego del soprano ed articolato disegno
ritmico delle percussioni, la celeberrima
Manha de Carnaval di Bonfa,
condotta sul soffio di un sibilante flauto, varietà di sonorità ritmiche – piuttosto
lente a dispetto della brio dell'originale – e particolare profondità indotta dalla
puntuale chitarra flamenco e dalla grossa voce del contrabbasso.
Ma di quell'eleganza si ha contezza anche nelle composizioni originali,
ciascuna della quali in grado di mettere in risalto una particolare atmosfera musicale
e con essa un preciso stato d'animo espresso con trasporto dal titolare del quartetto
attraverso le varie voci strumentali di cui dispone: così è al sommesso flauto –
in sovraincisione di due voci – che viene affidata
Carrie, lenta bossa
del chitarrista che infatti si fregia di un minimale intervento del suo strumento,
come pure Perfect Fit,
con le sue modulazioni tonali, rilasciate ancora dall'intenso flauto del compositore,
sicuro dell'affidabilità della ritmica, come mostra l'assolo tondeggiante del contrabbasso
di Birston, e ancora una atmosfera quasi carioca prodotta dal fiatista per
Shoe Suede Blues, l'unica
invero poco incisiva, e a chiudere
Weather Update del contrabbassista
Birston, all'unisono con la chitarra, dalle cadenze quasi reggae. A sospingere
il ritmo in tutti i pezzi le fantasiose percussioni di Chonsky, sempre presenti
ma mai debordanti.
Terzo di una serie di quattro a nome di questo quartetto, Blue&Green
è un album fatto con divertimento, e quindi divertente, che senza pretese di innovatività
attraversa con la propria leggerezza ed il garbo dei suoi musicisti alcune pietre
miliari della storia della musica a cui vuole dare un umile contributo.
Antonio Terzo per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 20/05/2006
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