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Il disco nasce da un idea di
Javier Girotto,
musicista argentino, leader degli Aires Tango band da lui fortemente voluta e
fondata otto anni fa. Non come punto di arrivo, ma punto di partenza, il
progetto "Aniversario" celebra questi primi otto anni di musica del
gruppo e gli undici anni di permanenza in Italia di Girotto.
Le musiche, che si contraddistinguono per
il lirismo dei temi sapientemente composti da Girotto, in questo caso si
avvalgono degli arrangiamenti orchestrali di Paolo Silvestri, già noto al
mondo jazzistico per aver collaborato numerose volte con Enrico Rava e con
Roberto Gatto, con il quale ha realizzato gli arrangiamenti per il progetto jazz
RUGANTINO.
"Aniversario": un progetto che nasce
da lontano, nell'ottobre del
2001. Riunioni e discussioni alla ricerca del
repertorio, di una nuova identità artistica che non snaturasse il gruppo che per
la prima volta si doveva cimentare con l'orchestra. I brani che sono stati
scelti danno agli ascoltatori una visione a 360 gradi della musica degli Aires
Tango, dove ognuno può trovare qualcosa di famigliare: i suoni, le ritmiche e,
per i più raffinati, i virtuosismi del gruppo e dell'orchestra stessa.
Si è dunque volati in Bulgaria, dove
risiede una delle orchestre migliori del panorama dell'est Europa, l'Orchestra
Sinfonica di Sofia, e dove risiede uno studio fantastico, quello della Radio di
Stato Bulgara; uno studio dove il suono viene prima di ogni altra cosa.
La presenza di una orchestra e la
particolare registrazione tutta effettuata in diretta (senza l'ausilio di sovraincisioni) non ha snaturato la musicalità degli Aires Tango –anzi-- l'ha
valorizzata rispettando le melodie tangueire e non e le improvvisazioni
jazzistiche che sono alla base dello stile di questo gruppo.
La
CAM, che solitamente utilizza questa
orchestra per registrare colonne sonore, suo primario lavoro, ha trovato poi la
completa disponibilità artistica da parte della compagine, entusiasta e pronta
ad adattarsi a questo particolare progetto che si doveva realizzare.
Nel presentare
questo disco Javier Girotto, fondatore e anima del complesso ha detto:
«Ho desiderato omaggiare con il titolo
"Aniversario"
due date importanti della mia carriera e vita… la prima è che proprio
8 anni fa nacque Aires Tango un progetto da me fortemente voluto. E grazie
anche ad Alessandro, Marco e Michele (amici e compagni sempre vicini e uniti
nelle difficoltà e gratificazioni susseguite in questi anni) che Aires Tango
oggi è una realtà nel panorama (jazzistico? etnico? …chiamatelo come volete)
musicale. Il secondo anniversario perché fu proprio 11 anni fa che
arrivai per la prima volta in Italia, a Roma, (il tempo necessario di
prendere la cittadinanza italiana e poi ripartire per gli Stati Uniti dove
risiedevo da 4 anni). E, invece, mi innamorai così tanto dell'arte italiana,
delle persone, del clima, del cibo –e, perché no, delle donne-- da scegliere
Roma come mia città. Lo so, non sono le scadenze "canoniche"… ma chi lo dice che
debba essere sempre così? Un anniversario può anche essere un momento
particolare che senti dentro di te… (ricordate Alice nel Paese delle
Meraviglie?).»
Questo CD esce
a pochissimo tempo di distanza da
En Vivo
ed è il settimo del gruppo ed
arriva dopo "Malvinas"
(1996),
"Madres"
(1997),
"Poemas"
(1999),
"Cronologia del
'900" (2000),
"Origenes"
(2002)
ed, appunto, "En
vivo" (2002).
Data |
11/09/2002 |
Testata |
aise.it |
Titolo |
Il tango sinfonico
secondo Javier Girotto |
Autore |
Paolo Bernardi |
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La forte suggestione e la
dirompente carica del tango argentino hanno da sempre affascinato e
stimolato compositori e, più in generale, musicisti appartenenti agli ambiti
più diversi. Astor Piazzolla è certamente il nome più altisonante tra coloro
che si sono dedicati all'approfondimento della tradizionale danza argentina;
la sua opera è, infatti, totalmente intrisa della tragica forza di questa
musica verace e passionale. In Italia, invece, da meno di dieci anni esiste
un quartetto che sta affrontando con crescente successo la possibilità di
fondere le sonorità di questa musica sudamericana - con non pochi rimandi a
stilemi classici più tipicamente piazzolliani in verità - con la varietà
dettata dalla presenza di ampie sezioni improvvisate di carattere più
jazzistico. L'ensemble risponde al nome degli Aires Tango, il cui leader,
Javier Girotto, non è un caso, è di origine argentina; musicista poliedrico
e mente creativa del gruppo, Girotto firma da anni la maggior parte delle
composizioni degli Aires Tango. Valido polistrumentista, spazia dal
sassofono soprano al baritono, ma anche al clarinetto e alle più varie
specie di flauti di derivazione etnica. A sostenerlo, la poderosa ritmica
composta dal pianista Alessandro Gwis, virtuoso del suo strumento e
raffinato improvvisatore; dal bassista Marco Siniscalco, eccellente pilastro
ritmico e altrettanto valente creatore di fraseggi estemporanei; e dal
percussionista Michele Rabbia, estremamente fantasioso negli spunti ritmici
più variegati e coinvolgenti. Dal 5 al 9 settembre gli Aires Tango sono
stati presenti nel cartellone de "La Palma" di Roma, locale e prestigiosa
sala da concerto per il jazz d'avanguardia italiano e internazionale da
ormai molti anni. L'esperienza musicale che abbiamo potuto ascoltare in quei
giorni ha dimostrato come un gruppo di egregi musicisti possa, dopo otto
anni di lavoro insieme, non solo non essere saturo di cliché e
banalizzazioni del proprio linguaggio, ma addirittura rinverdirsi con
un'audace sperimentazione. Lo stesso Girotto, sempre gradevole
intrattenitore presso il suo pubblico, ci ha confessato che questo progetto
può essere considerato come un vero e proprio punto d'arrivo per un
musicista; si tratta infatti di una serie di brani composti dal quartetto ed
eseguiti con la presenza di un'orchestra da camera. I sofisticati
arrangiamenti sono stati curati dal maestro Paolo Silvestri, che ha,
inoltre, diretto per l'occasione l'orchestra "Roma Sinfonietta". Da tutto
ciò è nata, ovviamente, una testimonianza discografica, dal titolo
Aniversario, pubblicato dall'etichetta romana Cam Jazz. Come migliore
omaggio a loro stessi gli Aires Tango festeggiano dunque i loro otto anni di
serrata collaborazione con questo cd, che si va ad aggiungere ad una
discografia non affatto scarsa (almeno 7 cd fino ad ora, compreso un doppio
live registrato proprio alla Palma, nei mesi scorsi). Questa serie di
concerti romani è nata come promozione al disco e ci ha dato modo di
conoscere le suggestive atmosfere dei vari pezzi inclusi in questo nuovo
repertorio. Temevamo che una commistione così forte tra un presunto lirismo
di matrice classica, che avrebbe potuto portare con sè la presenza di
un'orchestra, e la rabbiosa energia del quartetto di Girotto, avrebbe potuto
rivelarsi inefficace, o addirittura volgare. In realtà, mentre il concerto
si svolgeva, ci siamo resi conto che l'orchestra era come una splendida e
raffinata cornice attorno ad uno dei più bei quadri mai dipinti; la musica
degli Aires emergeva sempre con tutta la sua virilità, mentre intorno si
avvertiva un caldo abbraccio sonoro che, di volta in volta, si adattava e si
plasmava con discrezione sui quattro, senza mai offuscarne una sola
particella, ma anzi dando modo ai solisti di spiccare anche maggiormente.
Brani come Cartolina, un inconsueto tango in tempo ternario, Danza delle
madri, Fuga dall'Argentina, Ninna nanna a rorò-Paritango, sono alcuni titoli
che rispecchiano appieno quanto appena asserito. Girotto, che in questa
occasione si è esibito esclusivamente col sax soprano, ha mantenuto sempre
la sua più grande peculiarità: la carica violentemente eversiva e veramente
d'urto del suo modo di suonare. I suoi sempre sconcertanti assoli, nel
momento di massima carica, esplodevano in tutta la loro forza attraverso
quel suo così tipico modo di suonare, che si mantiene in difficile
equilibrio tra il suono e il rumore; quell'effetto sonoro cioè, che sembra
essere un vero e proprio grido, un urlo di rabbia, di dolore, come rabbioso
e di dolore è il sapore del canto "tangueiro". Malgrado, forse, non sia un
grande virtuoso del suo strumento a livello tecnico, egli rimpiazza
egregiamente questa presunta carenza con un forza interiore di gran lunga
più significativa; in certi momenti, come nell'assolo di El morocho, abbiamo
avuto l'impressione che il sax non gli fosse più sufficiente per esprimere
compiutamente ciò egli aveva da dirci, come se desiderasse esplodere assieme
allo strumento in tutta la sua trascinante energia. Molti musicisti,
crediamo, dovrebbero prendere esempio da Girotto e compagni, i quali hanno
dimostrato, con questo disco e questa serie di concerti, che non ci si deve
mai accontentare della propria arte e dei propri traguardi arenandovisi
sopra, ma, per essere veramente creativi, è necessario sempre mettersi in
discussione e rischiare anche con audaci sperimentazioni. |
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Data pubblicazione: 30/09/2002
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