E' caldo in Germania, molto caldo. Sembrerà strano ma è così. Sicuramente
il jazz è hot ed Anja Mohr lo dice a chiare lettere. La giovane pianista
di Amburgo fa il suo esordio discografico dopo quattro anni di vita del trio. Ed
esordisce con originalità interpretativa, con un jazz mai banale, forbito ed arricchito
da materici arrangiamenti.
Abend distende
all'ascolto, non annoia però. Rappresenta in pieno quel gusto mittileuropeo spogliato
di orpelli stucchevoli.
La formula collaudata e stabilizzata del trio piano, contrabbasso e batteria,
trova una nuova collocazione grazie anche alle notevole lucidità compositiva della
Mohr. Abend, brano di apertura ne è l'esempio
più lampante. Dotato di una morbosa dolcezza e di una cantabilità essenziale. Il
palpabile interplay tra i musicisti si stacca in ogni brano, tanto da acquistare
un'inusitata orchestralità che riesce a fondere l'antico ed il nuovo (Afro
Blue). Così facendo, la Nostra rilegge How deep
is the Ocean di Berlin attribuendole una chiave minimal epica nella progressione
armonica.
Gioca a smontare i segmenti di Tutu
sviluppando un linguaggio suggestivo ed avvolgente. Un agglomerato di ragionamenti
inquietanti, un dialogo impercettibile con le note scritte da
Marcus Miller
e disegnate da Miles Davis.
La Mohr evidenzia una conoscenza delle linee classiche, ma anche
delle frasi popular, quelle d'autore. I fratelli Steve e Jeff Porcaro, band leaders
dello storico gruppo dei Toto, saranno sicuramente felici di ascoltare questa versione
di Georgy Porgy, melting pot di culture musicali
differenti ma straordinariamente vicine. L'esecuzione e la riarmonizzazione è una
fusione di algoritmi classici, fraseggi jazz e melodie pop-rock.
Night Dreamer di
Wayne
Shorter conserva la sua possente empatia, anzi la pianista tedesca riesce
a conferire al brano delle atmosfere di matrice filmiche.
Cloche fa parte delle composizioni originali
della Mohr. Ed è la sua particolare declinazione del verbo musicale, della
sua ricchezza narrativa. Mette in evidenza, forse ancor più di altri brani, la dolce
veemenza descrittiva dell'autrice.
In solitudine l'altra composizione Beschneide
keine pflanze die im bergriff ist zu waschen.
Schnipsel chiude il lavoro, con una sorpresa,
ma bisogna arrivare alla fine della ghost track per ascoltare una divagazione, ma
non troppo, sullo storico brano Californication.
E' già, si chiude, niente poco di meno che con i Red Hot Chili Peppers. Una review
rabbiosa ed opportunamente dolente.
Will Hanne ha una marcata personalità, mai invasiva. I suoi tamburi ed
i suoi piatti sanno farsi sentire con generosità. Andrea Edelmann ha un'intonazione
perfetta ed una cavata pastosa.
Per la sua scioltezza espressiva, è un disco dannatamente trendy.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 1.761 volte
Data pubblicazione: 13/07/2008
|
|