Il nuovo album di Renzo Ruggeri si presenta rispettando puntualmente tutte le
aspettative di chi lo aveva conosciuto con il fortunatissimo Accordion Voyage: ispirazione,
brillante energia, trasversalità e magniloquenza per una produzione fresca e
piacevolissima da ascoltare. Spaghetti Time è una realizzazione
significativa per il generosissimo
feeling, ed autentica, come sempre, per la bellezza, fra le altre cose, delle
composizioni originali dello stesso leader.
Pur tuttavia è lo spirito che permea l'intero disco ad affascinare così
tanto: un susseguirsi di canzoni che riesce ad emozionare e divertire
l'ascoltatore, un turbinio di scatti rabbiosi, di dolci rime scambiate fra uno
strumento e l'altro attraverso cambi di tempo, di armonia, di sensazioni e di
passioni. L'idea che ne viene fuori è di una globalità di espressioni per mezzo
di una musica lontana da ogni collocazione aprioristica (e spesso asettica). Il
linguaggio di Renzo Ruggeri e di tutta la sua band appartiene all'unica
categoria della sincerità di una ricerca tesa ad abbattere tutte le frontiere
comunicative in una prospettiva strumento-stile-genere.
1. Fascinating Rhythm è l'eloquente apertura del disco , in questa
concezione "semplicemente" brillante , divertente e accattivante , così come era
lo spirito originale di un grande classico della tradizione americana. E se già
la riproposizione di uno standard di Gershwin con la
fisarmonica non bastasse, per azzardo e
creatività, a soddisfare le consuete pretese (da parte del pubblico e della
critica) di novità nell'operazione di "remake" dello standard, bisogna ammettere
che Renzo Ruggieri riesce a "dribblare"
elegantemente il problema introducendo il tema con un "leggero" e pimpante
ostinato, proseguendo poi con un interminabile assolo capace di rapire ed
estenuare l'ascoltatore proprio come faceva la voce di una delle interpreti più
autentiche del repertorio Gershwiniano, Ella Fitzgerald. Quando si dice che è lo
strumento a fare una "citazione erudita"...
Si devono poi obbligatoriamente risaltare i ruoli di due altri strumenti (del
contrabbasso si dirà poco più avanti) : la batteria ed il pianoforte. Il merito
del primo strumento risiede nell'abilità (tutta nelle mani del suo "padrone"
Massimo
Manzi) di suonare in maniera mai invadente, anzi discreta e
naturale tanto che può capitare, immergendosi nel piacere dell'ascolto, di non
notare più la sua presenza. E al tempo stesso se si provasse ad estrapolare
l'intera parte dei drums dalla traccia si avrebbe modo di ascoltare un pezzo a
sè, eloquente e che non abbisogna quasi di altri strumenti. Niente mero
accompagnamento, quindi, ma ordinata polifonia al servizio di uno spirito
musicale comune. E al coro di voci si unisce prepotentemente (rubando la parte
alla batteria) un azzeccatissimo solo di
pianoforte, bluesy come nelle migliori tradizioni di Di Sabatino
(sicuramente al top della forma in questa situazione), mai scontato, anzi
in linea con lo stile del take, suonato tutto di un fiato in un mix di energia,
tecnica ed invenzione.
2. Spaghetti Time. Niente Third Stream, Main Stream, Neo Bop, fusioni
con la Musica Euro-Colta o classificazioni del genere: Renzo
Ruggieri fa dello strumento ciò che vuole, impazza ed
imperversa attraverso tutti i generi e gli stili. E lo dimostra ancora una volta
in questo pezzo, dove il sostenutissimo lavoro
di batteria prima, e contrabbasso (soprattutto) poi, fanno calare le luci su
un'atmosfera – stile notti di Chicago - degna del miglior Mingus. Moriconi è
impagabile, vero motore inesauribile di uno swing ricco, a tratti reso faceto
(dal pianoforte nel suo spazio di solo) e sempre costantemente acceso.
3. Misty (Johnny Burke-Erroll Garner) è semplicemente elegante,
raffinata, dolce ed appassionata: una ballad per sognare, che in alcuni tratti
si rivela però deliberatamente più intensa, densa e scura nelle sue sfumature di
quanto suggerisca la tradizione, sempre rispettata da parte di tutti i
componenti dell'ensemble, per quanto opportunamente pronti a spingersi più in là
per affondare pregevolmente il tocco anche nell'esasperazione del pathos.
4. Chacarera for Renzo è la composizione del pianista Paolo Di
Sabatino, pronta ad aggiungere la verve e l'euforia propria di quei ritmi latino
americani a lui tanto cari. Un altro lato, un'altra sfaccettatura che rivela un
sapiente miscuglio di lirismo, ritmo e spirito danzante attraverso reminiscenze
di culture a noi distanti e familiari (grazie alla musica) al tempo
stesso.
5. In Chi Tene ‘O Mare l'atmosfera cambia radicalmente ,
mostrandosi sotto una luce soffusa e sospesa, dove gli strumenti sembrano
"parlare" uno alla volta, cominciando dal vivido contrabbasso di
Massimo
Moriconi per finire con l'onnipresente
fisarmonica del leader della formazione.
6. Tango Italiano apre invece un capitolo nuovo di questo percorso
iniziato con Accordion Voyage: è il vero anello di raccordo, l'esempio
più chiaro della progettualità di Renzo
Ruggieri che si snoda attraverso un 5/4 devastante dove
l'energia del solo di fisarmonica viene
imbrigliata e compressa in una tensione nervosa, a volte cattiva, in un continuo
crescendo verso un contatto - impatto con il richiamo del pianoforte, così
improvvisamente dolce da trasformare il contrasto in meraviglia e stupore.
Tuttavia l'intero brano è pervaso da una straordinaria aggressività, quasi
rabbia e voluttuosità che già emerge dalle primissime note del
(bellissimo) tema, verso un omaggio (raffinato
ed elegante) alle tradizioni ed origini del suo strumento.
7. Piccolo Valzer Italiano bissa l'esito fortunato dello straordinario
collega "Francese" (artefice in gran parte del successo di Accordion
Voyage, precedente album di Renzo
Ruggieri), donando uno spazio di serena ispirazione sviluppato
nella dolcezza di una melodia che incanta e lascia respirare attraverso il gioco
dei richiami e delle pause.
8. M.D. è la chicca finale. La sorpresa che chiude oniricamente
questa avventura, nell'attesa della prossima…
(Carlo Costantin)