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Con questo trattato non intendo assolutamente sostituirmi ad altri insegnanti o loro insegnamenti. Non darò indicazioni tecniche molto
specifiche, ma concetti e teorie di base, per non causare danni
dovuti a interpretazioni errate.
La parte pratica deve essere vista in persona da un insegnante qualificato. Soltanto il suonatore con una certa esperienza e maturità può
assumersi la responsabilità di esaminare e mettere a prova qualsiasi nuova teoria
(conosciuta da un amico, letta su un libro o una rivista, o
trovata su una pagina di Internet).
Parlo dalle mie esperienze personali
accumulate dopo ventisette anni su trentotto vissuti: per primo come studente; e poi come
musicista ed infine insegnante. Aggiungo che sono tuttora studente a tempo pieno quando non sono in tournèe per il
fatto che studio sia per il mantenimento, sia per approfondire. Ho fatto certe conquiste dopo tanti anni, rimescolando e rielaborando nella mia mente quello che qualche insegnante ha cercato di farmi capire tempo indietro.
Esiste una "tecnica migliore" ma certi
accorgimenti devono essere trovati per ogni suonatore. Com'è fatta la bocca dell'individuo, i denti, le labbra, tutto il tratto respiratorio, e in più le tecniche
strumentali usate, etc., che contribuiscono tutti insieme alla
formazione del suono che risulta
unico per ogni jazzista. Si potrebbe dire in parole povere che un'impostazione è corretta quando si riesce ad andare avanti migliorando, senza impedimenti di tecnica, e con un suono gradevole.
Non farò grosse distinzioni fra la tromba e il trombone
perché sono convinto dalle mie esperienze che la tecnica sia
pressocchè uguale per tutti e due. L'indirizzo generale che
fornisco ai lettori è verso il jazz, ma i suggerimenti valgono anche per la musica leggera in generale ed anche in buona parte per la musica classica o sinfonica.
Valutare con la propria testa
É importante ascoltare, elaborare, e
usare la propria testa. Non so se esiste l'insegnante perfetto sotto tutti gli aspetti,
specialmente nel campo artistico, però lo studente perfetto e certamente quello che riesce
a distinguere ed assimilare le cose migliori da ogni maestro possibile. Bisogna, però, stare attenti a non seguire ogni novità che si presenta. Ho incontrato suonatori di vari ottoni
che, cambiando l'insegnante più volte, sono state costrette a cambiare l'impostazione continuamente, senza aver trovato pace.
Musica = suono + ritmo
Prima di andare avanti, è opportuno illustrare quello che è per me il concetto numero uno che riguarda la musica. La musica scritta, lo spartito, a differenza della poesia o il racconto,
è soltanto carta ed inchiostro e quindi ha bisogno di essere eseguita. La qualità dell'esecuzione e
del suono emesso è quindi determinante per la nostra percezione della musica stessa.
Nella musica occidentale (Europea) il concetto della sonorità è predominante mentre la musica africana predilige il componente ritmico. Segue che il jazz, essendo un certo miscuglio fra le due,
dà più o meno uguale importanza a tutte due dei componenti. Ovviamente il punto di vista cambia da strumento a strumento: il batterista pensa alla sonorità timbrica ma sopratutto all'aspetto ritmico mentre
gli ottoni, per il loro ruolo, devono curare il
suono.
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Data pubblicazione: 05/09/2003
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