|
|
|
|
|
Ricordiamo, prima di tutto, che stiamo suonando strumenti detti a fiato, e non a labbra o a bocchino. Quindi il nostro più grande sforzo deve essere speso per capire il
corretto uso del fiato e della
respirazione.
Impariamo ad usare un muscolo forte e straordinario, il diaframma, che con le sue contrazioni controlla il nostro respiro.
Nessun essere umano è nato per suonare uno strumento a fiato. Normalmente il respiro è cosa automaticamente e incoscientemente
regolata per noi dal nostro cervello in base all'attività
svolta.
Durante il pieno sforzo fisico il respiro è profondo, e invece al riposo diventa più
leggero e superficiale. Per il nostro istinto risulta cosa innaturale prendere un fiato pieno e profondo e poi dosarlo lentamente quando stiamo seduti sulle nostre sedie.
Per le note acute:
- meno volume del fiato
- più pressione (velocità)
Per le note basse:
- più volume del fiato;
- meno pressione (velocità).
Se proviamo a suonare delle note acute senza il giusto sostegno
del diaframma siamo costretti a compensare, stringendo i muscoli delle labbra ancora di più o, ancora peggio,
spingendo lo strumento verso noi stessi comprimendo le labbra contro i denti. Quest'ultimo causa stanchezza
perché il sangue non circola liberamente, dolore, e infine danno ai muscoli.
|
|
Inserisci un commento
©
2000 Jazzitalia.net - Michael Supnick - Tutti i diritti riservati
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 39.731 volte
Data pubblicazione: 01/07/2000
|
|