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Conclusioni e Bibliografia
di Antonio Fraioli
antonio.fraioli@libero.it

Il popolo nero americano, deportato dall'Africa, inventa una nuova musica, il jazz, una musica che, dopo gli inizi di New Orleans e di Chicago, vive il suo periodo classico negli anni Trenta, nel regno del profitto, del successo, dello spettacolo. Ma nel secondo dopoguerra qualcosa cambia: stanchi di far solo divertire, i jazzisti della nuova generazione danno vita ad un'avanguardia. Nasce il Bebop e con esso il jazz moderno. La musica afro-americana perde in popolarità per diventare una vera e propria forma d'arte in una città, New York, che in quel periodo è il centro di tutte le avanguardie artistiche e di tutti i fermenti intellettuali.

Il Bebop non è solo fenomeno musicale, è il risultato di una vera e propria rivoluzione degli uomini di colore che si riappropriano dei loro ritmi, delle loro melodie e armonie, per tramutarle in una musica moderna, ma assolutamente coerente con le sue origini, dove il blues torna ad essere protagonista assoluto.

Nonostante le enormi difficoltà incontrate con la critica all'inizio degli anni Quaranta, la rivoluzione del Bop arriva in fondo perché  quasi tutti gli uomini più rappresentativi della «nuova musica» non sono disposti a scendere a compromessi, non sono disponibili a barattare la loro arte con guadagni più lauti, a rendere i loro assoli più commerciali, esaltando quella volontà di creare improvvisazioni dal sapore sempre più innovativo.

Il prezzo che gli alfieri del Bebop pagano per seguire il loro istinto è pesantissimo: molti di loro devono affrontare una esistenza durissima, nella consapevolezza di lanciare un messaggio che non tutti vogliono o sono in grado di intendere, che un'America poco attenta alle iniziative dei neri non valorizza in maniera adeguata (basti pensare che Charlie Parker appare una sola volta alla televisione americana per circa due minuti).

I grandi musicisti di Bop, oltre a lasciare una serie di incisioni straordinarie a testimonianza di una inesauribile vena creativa, continuano ad essere, per chiunque voglia avvicinarsi al mondo del jazz, un punto di riferimento insostituibile.

Bibliografia:
Rayford W.Logan - Breve storia dei Negri d'America - Roma 1962 - Opere Nuove
Enciclopedia - I Mondi dell'Uomo - Roma 1977 - Il Libro del Mondo, S.p.a.
Le Roy Jones - Il Popolo del Blues - Torino 1968 - Einaudi
Ross Russell - Charlie Parker - Milano 1978 - Milano Libri Edizioni
Miles Davis / Quincy Troupe - Miles. L'autobiografia di un mito del jazz - Milano 1990 - Rizzoli
Arrigo Polillo - Jazz - Milano 1975 - Oscar Saggi Mondadori
Joachim E. Berendt - Il libro del Jazz - Milano 1982 - Garzanti
Frank Bergerot / Arnaud Merlin - Il Jazz oltre il Bebop - Parigi 1991 - Universale Electa/Gallimard
Gianfranco Salvatore - Charlie Parker - Roma 1995 - Stampa Alternativa
Brian Case / Stan Britt - Enciclopedia illustrata del Jazz - Londra 1978 - Salamander Books
Leonard Feather - The pleasure of jazz - New York 1976 - Horizon Press
Ralph J. Gleason -
Celebrating the Duke & Louis, Bird, Carmen, Miles, Dizzy and other heroes  - 1975 Boston-Toronto - Little, Brown & Co.
Lucien Malson - Histoire du jazz et de la musique afro-americane  - 1978 Parigi - Union Générale d'Editions
Michele Mannucci - Dizzy Gillespie - 1993 Roma - Stampa Alternativa
Francis Paudras - La Danza degli Infedeli (Bud Powell) - 1989 Milano - Sperling & Kupfer
Clifford Jay Safane - Bud Powell - 1978 - Consolitated Music
Leonard Feather - Inside Bebop - 1949 New York - Criterion
Max Harrison - Charlie Parker - 1961 Milano - Ricordi
Robert Reisner - Bird: The Legend of Charlie Parker - 1962 New York - Bonanza Citadel

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Data pubblicazione: 06/10/2002





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