Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�
INDICE LEZIONI

Poesie

241a strofa

E com'è dolce una storia
Quando è Charley Parker
               a raccontarla,
Nei dischi o nelle jam session
O alle apparizioni ufficiali nei clubs,
Buchi nel braccio per il portafogli,
Allegramente suonava il
                                 sax
                                 perfetto

Ma poi, che differenza c'era. 

Charley Parker, perdonami -
Perdonami se non rispondo ai tuoi occhi -
Se non ho dimostrato
Ciò che sai inventare -
Charley Parker, prega per me -
Prega per me e per tutti
Nei Nirvana della tua mente
Dove ti nascondi, indulgente e immenso
Non più Charley Parker
Ma il segreto nome indicibile
Che porta con sè valori
Non misurabili da qui
Da su in giù, da est od ovest -
- Charley Parker, libera dalla sventura
me, e tutti quanti.

Jack Kerouac da Mexico City Blues (1959),
traduzione di Gianmichele Taormina
Live Jazz

Da qualche parte nell'etere silenziosa
Resa orfana di un orecchio,
Si libra nell'aria ogni nota mai eseguita
Che mai più sentiremo.

La punta dell'iceberg del nastro di un disco
La riviviamo ovunque
Ma è una nota tra milioni
Soffocata e mai quieta.

E' vero-- il genio usa l'inchiostro e la penna e la carta
Si fa ancorar vivo nella sala da concerto
In riverenza--o abuso.

Ma che ne è di ogni capolavoro
Morto sul nascere,
Tra il fumo e le sbornie dei bar (*)
Eseguito da un piano e da una tromba?

Per ogni chorus di Monk o di Coltrane
Mai messo in registarzione
Ce ne sono milioni, di gran lunga più profondi,
Che hanno fatto la loro triste fuga.

Quelle emozioni del momento
Resi coriandoli-nell'aria--
Sono perdute per tutto il mondo, eccetto
per quei pochi che le hanno sentite qui.

(*) (Johnny Frigo) Gin Mills nello slang americano indica "Bar"


Canzone per Billie Holiday

Cosa può liberare il mio cuore

Del canto

E della tristezza?
Cosa può liberare il mio cuore

Se non il canto

Della tristezza?
Cosa può liberare il mio cuore

Della tristezza

Del canto?

Non parlare del dolore
Con la polvere nei suoi capelli,
O con granelli di polvere nei suoi occhi
Lì soffia un vento occasionale.
Il dolore di cui parlo
E' cosparso dalla disperazione.

Voce di tromba smorzata,
Freddo ottone nell'aria calda.
L'amara televisione offuscata
Dal suono che scintilla--

Dove ?

(Langston Hughes) da Selected Poems
Capostipite del moderno canto jazz, Billie Holiday (1915-1959), è stata vocalist tra le più sensuali ed espressive dell'intera musica afroamericana.
 


Elegia per Thelonious

Dannata neve.
La sua bellezza assurda
emana una luce greve
tra la cicuta.
Thelonious è morto. L'inverno
scorre nella clessidra ;
le note si riversano dalla coppa del cervello.
accidenti al gatto randagio
che geme in un muto canto funebre
fuori Lenox Ave.
Thelonious è morto.
Stasera una pigra rapsodia di nuvole
barcolla verso un blu vertigo
& un funk metafisico.
Neri alberi nel vento.
Crepuscule with Nellie*
risuona dentro il capo chinato.
"Scava l'Uomo Faro del piano !"
O Soddisfazione,
calde dita si confondono 
sulle costole bianche di quei tasti.
Coming on the Hudson*.
Monk's Dream*.
Il fantasma del bebop
dalla 52° strada,
lascia le sue orme sulla neve.
Dannato Febbraio.
Andiamo al Milton
& suoniamo "modern malice" *
fino a quando irrompe il giorno. Signore,
lì c'è Thelonious
che indossa quel vecchio cappello funky
tirato sugli occhi.

(Yusef Komunyakaa) da Copacetic, 1984
*Thelonious Monk (pianista, compositore,1917-1982), inquieto e straordinario innovatore dell'intero linguaggio jazzistico. La sua influenza nel jazz moderno resta tutt'ora incalcolabile.
*Crepuscolo con Nellie
*Andando nell' Hudson
*Il sogno di Monk 
 sono standard del jazz composti dallo stesso Monk. 


Trovando nella Bottega un album di Chet Baker*

2-per-$ 1

I

La sua faccia non molto più vecchia della mia
nella foto classe del '56

quando mi arresi
presi in prestito la cravatta del mio compagno

lacerato il retro del suo povero gruzzolo
& dissi "Va bene, jack,

prendi la tua foto, sono bello"
Mai comprato un annuario.

Così trovandolo
in questa massa di perdenti, si leva

contro il ricordo di JFK
& la colonna sonora di Cleopatra,

dall'aspetto innocente di uomo in piena
giovinezza-dai-capelli-a-corno,

occhi azzurri strofinati a vuoto
come quelli del ragazzo "più creativo"

che non mostra la propria foto ma nasconde
i fottuti libri sotto il ponte di una ferrovia

& jacks fuori come pazzi, che non tornano mai a casa,
quando coppie di carri merci lo sovrastano

oscurando il suo urlo-a occhi stretti
di pre-poesia--

trovando il suo volto offuscato, chiamato
Stoffa a pallini e raggi di Luna,*

è uno shock guardare di nuovo
dentro uno specchio di labbra gementi

per abbeverarsi di grandi e forti poesie
e dar fiato alla lunga

dolce nota lunga
di quel genio della tromba.

II

Ero davvero troppo giovane,
17 anni, per farlo, per volare

attraverso la Baia per battere cantine
dove il vino, l'erba, il jazz & la poesia

erano gratis ! & troppo muti & impauriti,
non cresceva neanche la barba.

Gli anni passano. Solo
come Adamo : nessuna scelta

se non star fresco per conto mio :
scelsi, infine, le donne

& le parole : cantanti folk dai
lunghi capelli castani, forti

della giustizia raziale
del dialogo, dei rapporti significativi

(Dovevo sempre pisciare--
farmi 6-pacchetti di sigarette al bar).

III

Gli anni passano, passa
la felicità delusa, la gioia,

quando la Nazione si sveglia
per suicidarsi lentamente, perchè

c'era sempre il noi
& il letto sarebbe precipitato come Mingus

avrebbe fluttuato come Adderley
& si sarebbe avvolto & trascinato via

come l'ultimo respiro perduto
di Miss Anita O'Day, e lei

non mi avrebbe considerato così prezioso
fino a quando non avessi potuto sentire

le bombe o sentire l'odore della carne
& le parole che ritornavano come alte bianche oche

al loro schiamazzo che cadeva spensieratamente
una pura neve di suono

attorno al nostro letto, intorno
alla mia testa, e

pensavo che non sarebbe mai finita.
Ma lei scoprì, inevitabilmente,

che era vero
quel che mi aveva detto la Nonna

quel che mio padre aveva confermato
& mia madre si rifiutava di negare,

che io ero figlio del Diavolo
maledetto con un selvaggio bisogno

di trovarlo, il mio vero Papa,
il Demonio-- e per vedere un segno,

qualsiaisi indizio, mi sarei strappato via
le ossa & bevuto il cervello.

Si, lei sapeva che era vero :
Ero pazzo. Così, per tanto tempo, poeta.

IV

Ma ora, al diavolo, lo farei--
Va e sii un beatnik !*

" Big Daddy Dave"
intrecciando i miei versi

ai gambi delle note della sua musica
mentre angeli dalla barba grigia

& demoni ondeggiano nel fumo,
occhi chiusi per sempre, mormorando

freddo   freddo   freddo celeste

come se il ciarpame e l'Europa

non gli fossero mai capitati
ne a me la sua America.

(David Hilton)
Chet Baker (1929-1988), trombettisa e cantante, figura tra le più romantiche e drammatiche della storia del jazz. Morì cadendo dalla finestra di un albergo in Olanda.
*Stoffa a pallini e raggi di Luna (Polkadots and Moonbeams),
*Va e sii un beatnick (Go be a beatnick),
sono due "standard" suonati spesso nel repertorio jazz.
 

Jazz Fantasia

Suonate i vostri tamburi, picchiate sui vostri Banjos,
singhiozzate sui vostri freddi e lunghi sinuosi sassofoni.
Forza, jazzman.

Gettate le vostre nocche sui fondi dei felici
tegami di latta, lasciate sudare i vostri tromboni,
e andate in gran segreto con la carta vetrata sdrucciolosa.

Gemete come un vento d'autunno alto sulla cima solitaria
degli alberi, gemete leggermente come se voleste qualcosa di terribile
piangete come una macchina da corsa che sguscia via
da un piedipiatti in motocicletta, bang-bang !
voi jazzisti, picchiate insieme su tamburi
trappole, banjos, trombe, scatole di latta,
--fate lottare due sulla cima di una scala
e fate che si graffino gli occhi in un capitombolo
fin giù per le scale.

Può la materia grezza... ora una nave a vapore del Mississippi
spinge il fiume della notte con un hoo-hoo-hoo-oo...
e i verdi fanali chiamano le morbide stelle lassù in alto
... e una luna rossa sorge sulle cime
delle colline del basso fiume...
Forza jazzman.

(Carl Sandburg)
da Smoke and Steel, 1920


Comprando vino

Il suo sax alto trasuda energia, un radiatore di suono,
il fiato si raggela brillando sulla campana. Lui è bravo,
e non posso aiutarlo ma mi appoggio alla fermata dell'autobus

e guardo : il cappello blu di cotone di qualcuno
dall'etichetta Yankees di merda per il caldo,
i guanti tagliati per maneggiare il manico, un lucido

cappotto della Salvation Army, e due che bloccano
qualche compagno infilato in un vestito da Santo
da cui tentenna il rumore delle offerte. c'è una foschia gialla

che arriva dall'alimentari della zona, carretti per le borse senza dubbio
piene di prosciutti untuosi e salsa di mirtillo,
patate dolci, farina per il sugo di carne

e focaccine per il thè, tubetti di burro, pesce, panna
fresca. Le ruote raschiano l'asfalto gelido, facendo
fracasso accanto a lui, in qualche modo con

la fuga lontana di una minore che gli grido, Fallo, fallo
Una figura curvata provoca il suo cambiamento facendo
cadere monete che vagamente catturano la luce. Ho

sette dollari per un Chianti e biglietti bucati
attorciagliati in tasca. Quando ritorno con una bottiglia
lui sta suonando "Blue Monk", con un mood lento,

ma quanto basta per la circolazione. Svuoto
ciò che è rimasto così velocemente che lui
capisce che non posso tenere il conto, sa che no può essere molto,

ma allontana il sax dalla bocca per ringraziarmi.
Buone vacanze, signore. Faccio un cenno
e solo quando raggiungo l'appartamento

i suoni scompaiono completamente. Tu stai
ingrassando l'arrosto e le mie orecchie si riempiono di sangue.
Ci baciamo, verso il vino, certamente

delizioso. Sono felice che tu sia uscito
per questo, mi dici. Ogni cosa è perfetta.

Sascha Feinstein
(originariamente apparsa su The Green Mountains Review, 1989)


All'angolo

Si stava all'angolo
finchè passò Tatum*
cieco come il mare,
pesante, barcollante
al braccio del giovane
suonatore di basso, ed
entrambi parlando di
Jackie Robinson.
C'era freddo, era tardi,
e il Flame Show Bar
faceva un gran fracasso
quella notte, persino
Johnny ray.
rinunciava a competere.
Tatum disse, Non posso
credere quanto lui sia veloce
ad essere il primo. Aspetta
vedrai Mays
disse il bassista.
Donne in bianche pellicce
si riversavano fuori dai bar
e andavano lentamente verso
l'area di parcheggio. Ora
potrebbe piovere e venir giù
a dirotto. L'uomo
nel cappello marrone
non sollevò mai il capo.
I marciapiedi turbinavano
le loro dense acque,
le strade riflettevano il cielo,
che non sapeva di niente. Tatum era
schiacciato verso il Bland Hotel,
un giornale fradicio
conficcato nella sua scarpa, la sua bocca
aperta, il suo gilè tirato e scuro.
Non posso proprio aspettare, disse.

(Philip Levine)
*Poesia dedicata al "rivoluzionario" pianista Art Tatum (1909-1956), una delle figure storiche del moderno pianismo jazz.


A Sidney Bechet*

Quella nota che tieni, restringendosi ed elevandosi, squote
New Orleans come riflessa sull'acqua,
E in tutte le orecchie si desta la conveniente falsità ,

Costruendo per qualcosa un Quartiere leggendario
Di balconi, cesti-di fiori e quadriglie
Dove tutti fanno l'amore e partecipano ugualmente--

Dai, suona quell'aggeggio ! Silenziosa gloriosa Storyvilles
Gli altri potranno essere autorizzati a ragguppare, intorno alle loro sedie
Ragazze della casa-dello sport come tigri da circo (dal prezzo

D'inestimabile valore) per simulare le loro mode,
Mentre gli eruditi mancati sonnecchiano attorno inosservati
Completamente presi dal loro personale come vecche coperte.

Su di me ricade la tua voce mentre dicono,
Che l'amore dovrebbe essere
Come un enorme si. La mia Crescent City *
E' laddove il tuo discorso solitario è compreso,

E salutato come il suono naturale del bene,
Che sparge il dolore dai lunghi-capelli
Segnando il peccato.

(Philip Larkin)
da The Whitsun Weddings, 1964

*Sidney Bechet (clarinettista,compositore, direttore d'orchestra,1897-1959), traghettatore (soprattuto con il sax soprano) della "mutazione genetica" operata nel jazz tradizionale di New Orleans a favore di un moderno swing legato a tracce di blues.

*Crescent City: nomignolo col quale spesso si definisce New Orleans, la famigerata città della Louisiana, situata sul delta del fiume Mississippi, teatro leggendario della nascita del jazz.


Per Bud*

Potrebbe essere, Bud
le cui lente dita galvanizzate
filtravano la bellezza
dentro il bop come Bird
malaerba
e il clownesco Diz--
Sugar waltzereggiava
a ritroso dentro la dinamite,
il più dolce gancio sinistro
che tu abbia mai dato, piccolo
potrebbe violare la violenza
Bud, come lo schiamazzo
cangiante di Leadbelly,
la patata dolce caramellata
le dodici corde che
abbracciano tutto il blues :
non esiste alcun luogo
dove la pioggia sia
abbastanza morbida per te.

(Michael S. Harper)
da Dear John, Dear Coltrane

Poesia dedicata a Bud Powell* (1924-1966), grande ed eroico pianista del periodo be-bop.

traduzione di Giusy Amato e Gianmichele Taormina

 

Caro John, Caro Coltrane*

a love supreme, a love supreme
a love supreme, a love supreme

Il sesso, le dita delle mani
le estremità dei piedi
vicino la chiesa di tuo padre
ad Hamlet, Noth Carolina--
testimoniano di questo amore
nella calma incolta
di queste menti ;
non esiste alternativa al dolore :
i genitali sono andati o stanno per farlo,
il seme è stato estinto,
tu metti le radici nella terra,
ti giri indietro, e ti sposti
per il fiume attraverso le paludi,
cantando:
a love supreme, a love supreme *

cosa significa tutto ciò ?
Perdita, così grande che ogni donna nera
si aspetta il tuo fallimento
in un muto scambio, il seme è andato.
Tu arranchi dentro la città elettrica--
tu che ora canti cristallo
e blues. Tu sollevi il sassofono
con poca volontà e soffi
nella gelida notte:
a love supreme, a love supreme--

Albeggia e progetti
l'ottuso peccato tra
l'impotenza e la morte, alimenti
il cuore cannibale del sax tenore
i genitali e il sudore
che ti rende pulito--
a love supreme, a love supreme--

Perchè sei così nero ?
perchè lo sono
perchè sei così funky ?
perchè lo sono
perchè sei così dolce ?
perchè lo sono
perchè sei così nero ?
perchè lo sono
a love supreme, a love supreme :

Così malato che non potevi suonare Naima,*
così stonato che gognavamo
la canzone che avevi nascosto
col tuo stesso sangue,
il tuo fegato malato
aveva liberato la propria purezza,
e il cuore rigonfio
diffonde fuori, il bacio del tenore,
l'amore del tenore :
a love supreme, a love supreme--
a love supreme, a love supreme--

(Michael S. Harper)
da Dear John, Dear Coltrane

traduzione di Giusy Amato.

A Love Supreme*: album "capolavoro" di John Coltrane* (sassofonista, compositore, musicista chiave dell'intero jazz contemporaneo, 1926-1967), datato 1965. Nel brano Acknowledgement, Coltrane ripete ossessivamente "a love supreme, a love supreme", titolo di una preghiera scritta dallo stesso Coltrane e che appare pubblicata all'interno del disco.

Naima *: composizione di John Coltrane del 1959, dedicata a Naima Grubbs, prima moglie del sassofonista.


Elegia
(per Bill Evans* 1929-1980)

Musica le tue mani non sono più qui per creare
la quiete irrompe contro il mio orecchio, agita  il mio cuore
Così sento di essere ancora qui davanti a te.
Tu curvo sulla tua ombra nei tasti
che vibrano al tuo tocco o si cristallizzano,
Acqua costretta a concentrarsi. Nella meditazione
Chiudi gli occhi per vedere meglio te stesso.

Ora conosci la fonte del suono,
L'elemento osseo e il muscolo si addentrano
Nella speranza di riportare la bellezza.
Sperando di catturare ciò che giace oltre la tua essenza,
Che hai cercato con la punta delle dita. 

Hai trovato la mia vita, e tante altre vite
Che vagavano tra le tue mani nel loro viaggio.
Nota per nota seguimmo le tue tracce, come
Ascoltando la pioggia, ad occhi chiusi per sentire più profondamente.
In piedi davanti alle montagne del tuo tocco.
Bevemmo la luce del sole e l'ombra che ci portasti,
gustando le nostre vite amare più dolcemente
Dalla fonte del canto che non trattiene mai il suo bacio.

(Bill Zavatsky)
*Bill Evans (1929-1980), pianista tra i più sensibili e innovativi, ha tracciato tra la fine degli anni '50 fino al ventennio successivo, un'irripetibile poetica bop, muovendosi tra moderna improvvisazione e citazioni cosiddette "colte".

La poesia appare tra le note di copertina dell'album di Bill Evans "You Must Believe in Spring",  lavoro inciso nel 1977 e pubblicato postumo nel 1981

Inserisci un commento

© 2003 Jazzitalia.net - Gianmichele Taormina - Tutti i diritti riservati

© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.

Questa pagina è stata visitata 6.718 volte
Data ultima modifica: 15/02/2003





Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti