Roberto
Manuzzi
Diplomato
in saxofono al Conservatorio di Bologna e in Musica Jazz con il massimo dei voti
presso il conservatorio di Adria. Negli anni '80 ha collaborato a lungo come sassofonista
e co-arrangiatore con il compositore e percussionista friulano Andrea Centazzo,
affiancando musicisti come Roberto Ottaviano, Carlo Actis Dato, Enrico Rava, Radu
Malfatti, Paolo Fresu, Franz Koglmann. In ambito jazzistico ha diretto a lungo l'ensemble
di 5 sassofoni + ritmica "Sax Society" (gruppo comprendente tra gli altri il pianista
Gianmarco Gualandi e i sassofonisti Giorgio Baiocco e Piero Odorici) e recentemente
la Big Band del Conservatorio di Ferrara con solista Antonio Marangolo. Ha collaborato
tra gli altri con musicisti come Enghel Gualdi, Jimmy Villotti e Teo Ciavarella.
Ha svolto anche attività di concertista (sassofono contralto) in formazioni cameristiche
e orchestre sinfoniche, in produzioni di musica classica e contemporanea (Teatro
comunale di Bologna, Teatro "La Fenice" di Venezia, gruppo "Octandre", gruppo "Avanguardia
'80")
Ha inciso numerosi LP e CD sia a suo nome che in veste di strumentista e arrangiatore;
ha composto musiche per balletti, film, documentari e spettacoli teatrali e arrangiato
per orchestra sinfonica e gruppo pop/jazz l'opera "Porgy and Bess" di George Gershwin,
andata in scena al Teatro Orfeo di Taranto nel 2006.
Nel campo della musica leggera fa parte dal 1986 del gruppo del celebre cantautore
e scrittore Francesco Guccini. Attualmente è insegnante di Musica di assieme jazz
e coordinatore del Triennio Jazz presso il Conservatorio di Ferrara.
Le Lezioni
"Nuovi spunti didattici sul jazz" è uno spazio dove confluiranno alcuni miei
personali ragionamenti che condivido con gli allievi durante le lezioni di musica
di assieme, lezioni che per me non si limitano al mero esercizio della pratica strumentale
ma che intendono fornire un momento di riflessione su una possibile "estetica" del
jazz e della musica improvvisata nel suo insieme. Ritengo che la musica jazz abbia
una forte componente legata alla comunicazione, che non va sottovalutata né nell'analisi
delle forme compositive né nell'atto performativo in sé; sono convinto inoltre che
la conoscenza delle innumerevoli relazioni che il jazz ha con le musiche di origine
più disparata e dei debiti che altre forme musicali hanno con esso sia un elemento
chiave della crescita di un musicista moderno e della propria consapevolezza artistica
e musicale.
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Data ultima modifica: 30/01/2016
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