Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�
INDICE LEZIONI

L'Atabaque: il Tamburo della Capoeira e del Candomblè
di Peppe Consolmagno
info@peppeconsolmagno.com

foto e disegni di: Peppe Consolmagno

Il portoghese lottava, vinceva e schiavizzava;
l'indio si difendeva, ma aveva la peggio,
fuggiva o rimaneva prigioniero; l'africano
lavorava, lavorava…Tutti dovevano cantare,
perché tutti avevano "saudades": il portoghese
del suo focolare, d'oltre mare, l'indio della foresta,
che stava perdendo, e il negro della sua capanna di
paglia, che non poteva più rivedere. Ciascuno
doveva cantare le canzoni del suo Paese
.
Sílvio Romero

PREMESSA
L'Istituto Nazionale del Folclore, attraverso il Coordinamento dei Progetti Afro – Brasiliani, iniziò un lavoro di ricerca e documentazione sull'atabaque, in quanto rappresentazione materiale afro – brasiliana, approfondendo le questioni sulla funzione  sociale e culturale che questo argomento ha nello spazio del candomblé baiano,  visto nei modelli Kêtu (Nagô), Jeje (Fon), Angola – Congo (Bantu) – specialmente nella città di Salvador- Bahia: un lavoro svolto, nella sua tappa iniziale tra il
1982 ed il 1983, con la collaborazione dei ricercatori del Centro di Studi Afro – Orientali (CEAO) della UFBA (Università Federale di Bahia), dei fotografi baiani Cláudio José Araùjo de Souza e Célia Aguiar, coordinati dai Professori Raul Lody e Leonardo Secioso de Sá.

L'ATABAQUE  IN QUANTO OGGETTO – STRUMENTO CULTURALE
Leonardo Sá a tal proposito dice:

Tutti i popoli, tutte le culture si manifestano sonoramente. E lo fanno partendo dall'articolazione dei silenzi e dei suoni, in conformità degli aspetti socio – storici del loro tempo. Nessun popolo, nessuna cultura, lavora con supporti astratti. I suoni, per esempio, una volta intesi come materia prima della manifestazione, sono prodotti da determinate fonti sonore: gli strumenti musicali, loro stessi oggetti culturali caratteristici, dalla loro costruzione, alla loro manipolazione.

Atabaques, foto di Peppe ConsolmagnoUno studio sistematico dell'atabaque, fonte sonora, strumento musicale circoscritto nella manifestazione nero-afro-brasiliana, implica pertanto, una comprensione dei meccanismi socio-culturali nei quali si inserisce. L'atabaque, pertanto, può essere l'inizio di una riflessione. La musicologia brasiliana ha importato nei suoi studi comparati, non solo i differenti sistemi musicali, ma anche lo studio delle sue interazioni ed interferenze. La presenza dell'africano in Brasile, la sua permanenza e la sua localizzazione sociologica, la sua importanza e incidenza, sono alla base del linguaggio musicale brasiliano. L'influenza africana è di primo piano nel panorama musicale, non solo come espressione artistica, ma anche politica.
Ma come afferma sempre Leonardo Sá: l'elemento-manifesto di un sistema musicale è il fatto sonoro. Esso necessita di due punti di ascolto: uno quello proprio di come si esprime, l'altro di come si percepisce. Quando c'è coincidenza tra i due punti, quando l'emissione e l'ascolto convergono, si avrà un repertorio di informazioni comuni, cioè i due modi coincidono nello stesso sistema musicale. Nell'altro caso, quando non c'è coincidenza tra i due punti,  non si percepisce lo stesso universo culturale, non si avrà così una comunicazione di fatto. In questo caso l'intenzione di uno non potrà essere captata dall'altro e quindi il fatto sonoro non avrà supporto espressivo, vale a dire, non sarà elemento significante.

Atabques, foto di Peppe ConsolmagnoLA  GRAFIA MUSICALE
La grafìa musicale torna utile specialmente per essere utilizzata come oggetto di studio o come funzione di documentazione delle società agrafiche, intese nella loro relazione ai fenomeni originari. Il Prof. Sá riferisce che i popoli che non conoscono la scrittura, evidentemente dispongono di risorse e di peculiarità nella loro maniera di operare la lettura della loro realtà, delle loro relazioni umane e nelle loro forme di articolarsi espressivamente: sono culture che si differenziano, essenzialmente, da quella europea. Utilizzano in realtà, il registro grafico della parola, della loro musica, del loro canto, della loro poesia. Tutta la grafia musicale corrisponde ad un determinato sistema musicale. E un sistema musicale è sempre un aspetto di un contesto culturale più ampio, in cui emergono le differenti manifestazioni della società. Implica, pertanto, una maniera di intendere l'organizzazione  dei fattori espressivi che hanno come elementi significativi: i suoni ed il silenzio. Nel caso dei suoni, essi vengono prodotti dalle fonti sonore o strumenti musicali, che come abbiamo già visto sono oggetti culturali. Un sistema musicale è dinamico, non è mai statico. Continuamente rappresenta versioni di se stesso e continuamente si modifica per poter rimanere integro. Come la cultura, il sistema musicale va visto nella sua totalità e deve essere considerato come un organismo.

LE  FONTI SONORE  E  LO STRUMENTO MUSICALE
Le fonti sonore sono tutti quegli elementi, prodotti dall'uomo e non, dei quali egli si serve per generare suoni a fine comunicativo. Gli strumenti musicali, invece, sono oggetti prodotti dall'uomo con la finalità di divenire un mezzo espressivo che concretizza la sua intenzione.

Atabaques vecchi. Photo by Peppe ConsolmagnoUn musicista che appartiene ad una cultura orale, il suo strumento spesso autocostruito e di cui conosce la provenienza e le fibre, lo utilizza come suo unico mezzo espressivo, custodendolo, suonandolo in maniera appropriata; ne consegue un atteggiamento intimistico con il proprio strumento. Tutto questo esula dal semplice e limitativo concetto-approccio ritmico dello strumento, ma vede lo strumento musicale proiettato in un contesto più ampio. Il punto reale di interesse, infatti, dell'attenzione occidentale verso le manifestazioni nero-africane, è il solo fattore ritmico che è di per se molto limitativo. Quindi non si incontra corrispondenza nel contesto delle espressioni nero-afro-brasiliano, la cui lettura degli stessi fenomeni è necessariamente organica ed abbraccia altre forme espressive, altri parametri della percezione uditiva, come per esempio il concetto del tempo, la sua spazialità, la gestualità, gli aspetti cromatici, la funzione della parola e tutti i significati che si incontrano nei rituali con le relative funzioni simboliche (Sá). Tutto questo non può essere limitato in un semplice grafico o tracciato su di un pentagramma che risulterebbe impreciso, va necessariamente aiutato con alcuni "accessori" dettati dalle circostanze. Come dice sempre il Prof. Sá, nelle manifestazioni nero-africane e afro-brasiliane, come anche in quelle afro-americane in genere, l'elemento principale che fa da supporto acustico dei rituali è il disimpegno dei membranofoni e degli iodofoni, che mettono su un altro piano o la richiesta o il disimpegno della voce. E' esattamente il contrario di quello che accade nella cultura europea dove si aggregano, prima di tutto, il fatto che il suono acuto prende sopravvento su quello medio e il medio su quello grave.

L'ATABAQUE
L'atabaque principe di questo articolo, va visto esattamente come uno strumento che ha una lettura propria di un sistema culturale. In questa maniera l'Atabaque appare come un provocatore nella formazione dell'uomo brasiliano e soprattutto del musicista brasiliano.

Atabaques tre tipi differenti, disegni di Peppe ConsolmagnoLa parola Atabaque deriva dall'arabo at-tabaq, (piatto). E' uno strumento a membrana, della famiglia ovviamente delle percussioni, rappresentato da tre registri: grave, medio ed acuto. Come dice il Prof. Raul Lody, nella confezione dell'Atabaque, aldilà dei criteri della selezione del legno e degli altri accessori, l'atto di rivestimento dello strumento è l'impresa più importante e che garantisce la qualità del suono. Il tiraggio della pelle dell'atabaque può essere effettuata in tre maniere: tramite l'uso di cunei, di zeppe o di viti e tiranti (vedi disegni).

Atabaque sistema di tiraggio pelle differente, foto di Peppe ConsolmagnoIl corpo dell'atabaque è fatto di legno: sono quasi sempre strisce di legno unite da chiodi, colla e anelli di ferro. Si possono anche incontrare, nei luoghi di Candomblé nella città di Salvador, atabaques con il corpo ricavato da un pezzo unico di legno, scavato con il fuoco. Quest'ultima forma, più antica, la si può osservare più facilmente nella musica religiosa afro-brasiliana. Le stecche di legno si possono facilmente trovare in commercio, in questo caso il completamento con tiranti di metallo per tirare la pelle diventa molto più semplificato; non lo è invece nel caso della costruzione degli strumenti tradizionali.

La maniera più utilizzata per tirare la pelle a Bahia, è quella denominato (zeppa di legno), da qui deriva: l'atabaque de sô, ma anche de cravilha o di pino de madeira.
Lo strumento può essere lisciato, pitturato, verniciato o incerato. E' uno strumento di lunga durata nel tempo, soprattutto se vengono impiegati legni nobili, non comuni. Sono state incontrate anche forme, in minoranza, nelle zone del nordest del Brasile, di atabaques confezionati con pezzi interi di tronco di albero di cocco scavati a fuoco (Raul Lody). Il corpo dell'atabaque è il pezzo base, molto importante, va riposto ben protetto e periodicamente necessita di manutenzione, questo vale anche per gli altri componenti dello strumento. In Brasile gli si porta molto rispetto, difficilmente viene sostituito dal momento che viene consacrato e contiene una serie di motivazioni rituali.

Candomble a Bahia Foto di Peppe ConsolmagnoCome dice Raul Lody, l'atabaque si presta a diversi usi, dalla pratica segreta nei santuari dei candomblés, alle feste pubbliche. L'atabaque non è soltanto uno strumento musicale, esso incorpora il personaggio di una divinità e per questo viene consacrato, alimentato, vestito, avrà un nome proprio, e soltanto i sacerdoti e le persone di una certa importanza per la comunità possono suonarlo ed usarlo nei rituali. Lo strumento, fuori dall'ambito sacrale, va considerato per il suo risultato sonoro, incrementando il conjunto (gruppo musicale) ritmicamente insieme al Pandeiro, l'Agogo, il Berimbau, etc..
Così l'atabaque diventa utile ed indispensabile sia nel samba, come nell'afoxé, nella capoeira
ed altre danze.
Candomble foto di Peppe ConsolmagnoE' per tutto questo che l'atabaque è uno dei più popolari strumenti musicali in Brasile, specialmente nei punti di concentrazione etnografica di base africana, come le città di Rio de Janeiro (RJ), Salvador (Bahia), Recife (Pernambuco), São Luis (Maranhão) Maceiò (Alagoas), Aracaju (Sergipe) e Belem (Parà), (R. Lody).

L'ATABAQUE NEL TERREIRO
Gli atabaques nei terreiros (luoghi) di candomblé sono chiamati con tre nomi basici: Rum, Rumpì e , rispettivamente atabaque grande, medio e piccolo.
Il Rum è l'atabaque con il suono più grave, il Rumpì è quello con il registro medio e il ha un registro acuto. Per un migliore conoscimento di questo strumento è necessario conoscere il lavoro di carpentiere e di sacerdote. Quindi la necessità di padronanza tecnologica nel lavoro del legno, saper trattare la pelle e anche accompagnare i rituali che portano alla sacralizzazione dello strumento, che prenderà il personaggio della divinità. Il legno che viene più impiegato per la fabbricazione dell'atabaque è il pino (Araucaria angustifolia). Le fasce che compongono il corpo dello strumento sono tenute insieme, oltre che dalla colla, anche da almeno tre cerchi di metallo. Normalmente uno in fondo, che è la parte più stretta, il secondo nel mezzo dello strumento che può essere utile anche per sostenere le corde e le cunhas (tiranti), e il terzo nella parte superiore, il pratos (bocca) dove vengono collocate la pelle e le corde per il suo tiraggio. La corda è normalmente di cotone o di agave (un tempo, oggi viene utilizzato con buoni risultati il nylon), mentre per i cunei, il legno di pino o di cedro (R. Lody). Solitamente viene utilizzata come pelle quella di animale caprino, raramente quella bovina. Come racconta sempre il Prof. Lody, la preparazione della pelle richiede una grande cognizione sia artigianale che liturgica. L'animale viene sacrificato in onore degli dei africani nel santuario, dopo il rituale la pelle viene rimossa e posta a seccare all'aria aperta, distesa su di una struttura di legno e messa in tensione fermandola con chiodi, e riposta normalmente all'interno di giardini del santuario privato. Dopo quattro giorni viene tagliata una porzione di pelle sufficiente al rivestimento della bocca dello strumento. Viene collocato il cerchio ed il contro cerchio che accoglie i tiranti (corde o viti), e a pelle tesa, con un coltello viene rasata la parte dove si percuote e per finire si applica un po' di olio di dendê o di altro tipo. Dice Lody che se lo strumento è dedicato a Oxalà (divinità della Creazione, a cui tutti gli Orixas rendono rispetto, il suo colore è il bianco, è generoso ed indulgente e nel linguaggio sincretistico è rappresentato da Nosso Senhor do Bonfim), in questo caso non viene adoperato l'olio di dendê ma di altro tipo. L'atabaque è pronto per la sua consacrazione. Inizia così la cerimonia che consiste nel dare da mangiare agli atabaques. Davanti all'atabaque rum, che è il più importante, viene collocato un piatto con del denaro e dell'acqua. Viene aperto un frutto africano chiamato obi (cola acuminata), ed un uomo sacrifica un gallo il cui sangue viene cosparso sopra i tre atabaques, dal più grande al più piccolo. Con l'aiuto di piume vengono cosparse d'olio di dendê le pelli dei tre atabaques. Il corpo del gallo viene cucinato mentre la testa, le zampe e le viscere, considerati sacri, vengono collocati sulla stuoia davanti alo strumento. La carne viene divisa tra i partecipanti alla cerimonia, mettendo così in contatto gli atabaques con gli dei. Finito il rito, dopo tre giorni, tutto viene ripulito e gli atabaques vengono alzati in cerimonia. Poi gli strumenti vengono lasciati riposare e pertanto non si possono ancora suonare.

Piatto tipico di Salvador Bahia, photo by Peppe ConsolmagnoNell'epoca delle feste, ciascun atabaque viene vestito. Viene utilizzata una striscia di stoffa (chiamata oujà o ojà), di due metri di lunghezza e trenta centimetri di larghezza, che viene arrotolata intorno allo strumento e fermata con un laccio. Il colore della stoffa varierà in base al colore votivo della divinità, padrona del terreiro o del suo atabaque. Il musicista nella gerarchia del candomblé ha la massima importanza, perché stabilisce il contatto con gli dei africani. Egli parteciperà a tutte le manifestazioni, sia segrete sia pubbliche, e conosce perfettamente l'impiego corretto dei tipi di toques (ritmi) adatti ai momenti della liturgia. Nelle cerimonie, gli atabaques vengono accompagnati da agôgô, da chocalho (caxixi, zucca etc.), da palmas (battito delle mani), e dalla voce (sia cantata che parlata).
E' importante tenere presente i differenti tipi di ritmi, che servono anche per identificare i modelli etnici dei candomblés. Nel candomblé si seguono i modelli dei rituali Kêtu  (sistema culturale del predominio Yoruba), dei rituali Jeje (Fon), o degli Angola-Congo (Bantu). Oltre i diversi toques, un'altra differenza sta nella maniera di percuotere la pelle. Nel candomblé Kêtu e Jeje, per esempio, vengono utilizzate le bacchette di legno di goiaba, chiamate aguidavis (Goiaba: è il frutto dell'albero della goiabeira. E' di forma rotonda, con la buccia liscia color giallo tenue e con la polpa leggermente farinosa di color rosa. Ottima la goiabada, la marmellata fatta con questo frutto). Per percuotere gli atabaque rumpi e lé i musicisti adoperano  due aguidavis lunghe trenta centimetri, mentre per il rum una sola bacchetta di circa quaranta centimetri. Nel candomblé invece Angola-Congo, tutti e tre gli atabaques vengono suonati con le mani, senza l'uso delle aguidavis (R. Lody).

Orixas, foto di Peppe ConsolmagnoE' importante sapere anche che l'atabaque è identificativo, oltre che come fonte sonora, anche per la sua forma ed il colore. Normalmente vengono colorati soltanto quegli strumenti costruiti con fasce di legno, mentre quelli fatti da un corpo unico vengono lasciati con il colore naturale. I colori: può essere unico, come il bianco, quando lo strumento è dedicato ad Oxalà, o pitturato di rosso e bianco quando è dedicato all'orixa Xangô. Il corpo dell'atabaque può essere anche disegnato con simboli come ofa (arco e seta), rappresentativo dell'orixa Oxossi, o disegni di serpenti nei colori verde e giallo, colori dell'orixa Oxumaré. (Xangô è il signore del fulmine e del tuono, i suoi colori sono il rosso ed il bianco. E' rappresentato da San Geronimo. Oxossi è il protettore dei cacciatori, il suo colore è il verde e i suoi indumenti sono di colore verde e rosa. E' rappresentato da San Giorgio. Oxumaré invece è il figlio di Jemanjà, padre degli dei che contribuiscono a formare l'universo, è ermafrodita ed è il Signore dell'arcobaleno. I suoi colori sono il verde ed il giallo).

Orixas, foto di Peppe ConsolmagnoI candomblés che fanno culto anche dei cablocos (meticci) utilizzano normalmente due paia di atabaques. Una esclusiva per i toques degli orixas ed un'altra per i toques ai cablocos. Normalmente i corpi degli atabaques utilizzati per i cablocos sono dipinti con i colori nazionali, vale a dire: il verde, l'azzurro ed il giallo, in virtù dell'impegno civico ed eroico che concorre a farne il cabloco divinizado, chiamato per esempio dono da mata, dono da terra, encantado etc.

Altra cosa da conoscere è il luogo che viene destinato all'uso degli atabaques. Il trio degli atabaques occupano all'interno delle barracões un palco fatto di legno o di mattoni, protetto da un piccolo muro, o da una corda, o da qualunque altro apparato in grado di dare l'idea di privacy ai musicisti, mostrando, allo stesso tempo, un distacco al luogo dove si produce musica per la comunità. Durante lo svolgimento dei rituali pubblici nella baracca della festa, tutti gli anziani riveriscono gli atabaques voltandosi in direzione del luogo dove si trovano i musicisti, considerandolo spazio sacro. Lo stesso viene fatto verso il luogo dove si trova il dirigente del rituale. Gli atabaques sono i veri comandanti delle danze, dei canti e dei momenti speciali di entrata e di uscita solenni degli dei conformi alla particolare caratteristica di ciascuna cerimonia. Lo spazio dove si trovano gli atabaques viene sempre protetto con foglie, finestre o porte, ed è uno spazio preminentemente  maschile. Fuori dall'ambito del territorio, nei cortei speciali che si svolgono per le strade, gli atabaques accompagnano le obrigações (riconoscenze), come il dono di Oxum o il dono di Jemanjà, essendo tradizionalmente strumenti usati negli afoxés (manifestazioni del carnevale baiano), R. Lody.
(Oxum è la regina delle acque dolci, dei fiumi, delle cascate, il suo colore è il giallo oro. E' la Madonna delle candele. Jemanjà, invece è la Madonna della Concezione, il suo colore è il trasparente o il cristallo, i suoi vestiti sono di colore azzurro e bianco. E' la divinità del mare).

Quando gli strumenti non vengono usati sono lasciati  sul palco del luogo della festa, o riposti in una stanza destinata appositamente a loro. A volte agli atabaques vengono tolte le pelli che verranno ricollocate solo nel periodo della festa.

CONCLUSIONI
Quanto detto sinora è utile per comprendere meglio uno strumento nel suo spazio socio-culturale. Come riferisce il Prof. Lody, i tre atabaques sono un'unica cosa, un solo corpo: rum è la testa, rumpì il corpo, e lé sono le gambe. Realmente i tre atabaques parlano tra loro, si completano: il suono da loro prodotto assume un significato, in relazione con la natura, di trasformatore della vita e lo strumento guadagna uno spazio di notorietà come comunicatore sociale. Sempre in onore della chiarezza, si parla in termini esatti di bater candomblé e non dançar candomblé o cantar candomblé (suonare, non danzare o cantare candomblé). E' comune sentir dire: na casa de fulano hoje vai bater candomblé (nella casa di tizio oggi si va a battere candomblé). Questo significa che la preferenza del termine bater sta ad indicare soprattutto musica strumentale. Solamente un candomblé ben suonato assicura la migliore comunicazione tra gli dei africani e gli adepti.

In Brasile l'apprendimento della musica è molto diretto ed attraente. Ai bambini, ad esempio, viene concessa la possibilità di partecipare a tutto quello che accade dentro il terreiro del candomblé. Possono assistere, ascoltare e partecipare ai rituali anche fino a tarda notte, acquisendo così una lunga esperienza sui culti. Durante il giorno i bambini cercano di ripetere, sotto forma di gioco scherzoso, quello che hanno visto nel terreiro: utilizzano barattoli, pezzi di legno, qualunque altra cosa per tentare di riprodurre quello che hanno sentito suonare sugli atabaque. Ma l'esperienza più interessante è l'esperienza corporale, di espressione di percussione sopra il proprio corpo, il ruolo delle mani, la gestualità, l'intimità che il musicista deve avere con il proprio strumento, sono elementi profondamente necessari per apprendere e suonare la musica.

Peppe Consolmagno
Strada Serre,7 - 61010 Tavullia (PU) Italia
Tel/Fax: (+39) 0721 476230
Web site:
www.ejn.it/musicians/consolmagno.htm
E-mail:
info@peppeconsolmagno.com

Inserisci un commento

© 2000 - 2001 Jazzitalia.net - Peppe Consolmagno - Tutti i diritti riservati

© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.


COMMENTI
Inserito il 29/5/2008 alle 14.17.43 da "matteoazza"
Commento:

Salve mi chiamo Matteo,ho letto con grande interesse questo articolo dedicato a questo
magnifico strumento culturale è musicale che sono gli Atabaque.
Ho assistito piu' volte a concerti di gruppi musicali Brasiliani, soprattutto di Bahia, in cui
risuonava potente è mistico il suono di questo strumento.
Trovo che questi strumenti trasmettano una grande spiritualita'.
Mi piacerebbe avere degli spunti riguardo a tale argomento.
Grazie
Cordiali saluti
MATTEO



 
Inserito il 6/8/2008 alle 14.59.29 da "ana.estrela"
Commento:
è la prima volta che leggo qui in Italia informazioni cosi' chiare e correte su un argomento molto complesso : la cultura afro-brasiliana. Sono di Salvador di Bahia e da 26 anni lavoro con le danze degli Orixàs e del folclore brasiliano, ma me mancava alcune informazione su alcuni instrumenti.
Siete stati di gran aiuto.
Obrigada e axè.
 
Inserito il 4/1/2014 alle 0.08.13 da "dontulios"
Commento:
ecco finalmente una spiegazione esauriente in lingua italiana. Bravo Beppe !
 

Questa pagina è stata visitata 33.057 volte
Data pubblicazione: 03/12/2001





Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti