"Billy
Preston?"
"Ma…quello
del concerto sul tetto con i Beatles?"
"Il
cantante della Motown degli anni '80?"
Il
motivo per il quale voglio parlarvi di questo straordinario organista (nonché
meraviglioso cantante) non è riferito alla sua produzione discografica pop,
peraltro vasta e interessantissima, ma bensì al suo uso pirotecnico
dell'Hammond. Ben pochi hanno saputo tirar fuori da questo strumento una così
caleidoscopica varietà di suoni, variando
i drawbar settings
continuamente, usando il Leslie con una maestria irraggiungibile e creando
sempre nuove alchimie sonore.
Come
si sa, le possibili combinazioni sonore generabili combinando i nove drawbars
ammontano a svariati milioni,
ma la maggioranza degli organisti si limita ad usarne una ventina, quelle più
popolari.
C'è
un altro modo di usare i drawbars,
che è quello di cambiarne continuamente le combinazioni durante l'esecuzione
del pezzo. Ovviamente questo richiede una mano libera, perché se l'organista ad
esempio esegue le linee di basso con la mano sinistra e suona accordi o parti
solistiche con la mano destra non può mettere mano ai drawbars con molta facilità durante l'esecuzione.
Questa
tecnica di continuo cambiamento timbrico quindi è tipica degli organisti che
eseguono le linee di basso con la pedaliera e che avendo una mano libera
possono cambiare continuamente suono.
Ciò
deriva dall'uso ecclesiastico dell'organo:
nella musica liturgica (parlo di J. S. Bach, ad esempio), gli organisti eseguono linee di basso con i piedi,
usanza che si è ovviamente spostata
anche sull'Hammond, essendo questo strumento nato per sostituire gli organi a
canne nelle chiese moderne che non ne possedevano uno. Gli Hammond furono quindi
introdotti anche nelle chiese battiste, dove gli organisti adattarono la
tecnica "classica" (quindi usando la pedaliera) alla musica della tradizione
nera, il gospel.
Da
qui la lunghissima schiera di eccellenti e molto spesso non conosciuti
organisti gospel (di cui Billy
Preston agli inizi fu un esponente) che utilizzavano la pedaliera per eseguire
linee di basso e che avendo le due mani a disposizione erano in grado di
cambiare a piacimento la timbrica dell'Hammond, seguendo l'ispirazione del
momento.
Billy
Preston fu un "enfant prodige": all'età
di dieci anni è già sul palco con
Mahalia
Jackson. Nel 1956 fa il suo esordio
cinematografico nel film "St.
Louis Blues",
dove interpreta la parte di W.C.Handy
bambino.
La foto a fianco lo ritrae
nel 1957 durante l'incisione del suo primo disco di gospel songs e spirituals,
dove suonava con vigore e
classe cristallina Hammond e pianoforte.
Nel
1963 incide con Sam Cooke
numerosi
album di ballads e standards in compagnia di grandi musicisti, come Barney Kessel.
Nel
1969 avviene il suo lancio nella musica pop, con la collaborazione con i
Beatles nell'album "Let it
Be", dove riesce anche a ritagliarsi qualche breve spazio
solistico ("Get
Back" e "Don't Let Me
Down") e con la collaborazione con molti musicisti dell'area Soul e
Rhythm & Blues come Ray Charles, King Curtis, Donny Hathaway
e Bernard "Pretty" Purdie.
La
sua consacrazione nel gotha della musica pop avviene con numerosi "singles" di
successo: "That's The Way God Planned
It", "You Are so
Beautiful" e "Going
'Round in Circles".
Lavora anche con i Rolling Stones, Barbra Streisand, Aretha
Franklin e Carole King.
Anche
in queste incisioni Preston continua a deliziarci con il suo uso istrionico, a
volte pacchiano, ma sempre "colourful" dell'organo Hammond.
I
primi due MP3 sono tratti dalla sua prima incisione discografica effettuata nel
1957, quando Billy Preston aveva
solo undici anni.
Billy Preston Fast Billy Preston
Slow
L'ultimo
MP3 è un breve frammento tratto dalla canzone "I'm Really Gonna Miss
You" (), del
1977, nel quale il Nostro ci
dimostra che dopo tanti anni passati a suonare le più disparate tastiere e
tastierine, non si era certo dimenticato di come si suonasse L'Hammond…
NOTAZIONI TECNICHE
Concentriamoci
sui primi due MP3: sono due gospel songs
delle quali ignoro il titolo, ma sono estremamente interessanti, perché nella
prima si può notare l'estrema agilità e grinta dell'organista di Houston nell'affrontare
un'esecuzione con il solo accompagnamento di batteria.
Notare
come il Leslie sia attivato molto frequentemente passando dalla posizione di fermo a quella di fast. Velocissimo sui pedali, fornisce un poderoso sostegno a tutta
l'esecuzione.
La
seconda, che qualcuno forse un po' affrettatamente definirebbe
"natalizia", mostra in tutto il suo splendore
quel caleidoscopio timbrico di cui parlavo prima: Preston cambia continuamente "in
corsa" i drawbar settings e ciò, unito
ancora una volta ad un uso spregiudicato del Leslie, ci dà una dimensione della
conoscenza profonda dello strumento che questo favoloso organista aveva (ad
undici anni…!).
Insisto
su questo punto perché vorrei far capire a chi mi sta leggendo che l'Hammond
non è uno strumento che va suonato usando i soliti triti e ritriti "presets",
ma bensì è uno strumento che offre infinite possibilità timbriche.
Basta
solo impegnarsi e passare un po' di tempo a provare nuove soluzioni spostando e rispostando i drawbars fino a trovare sonorità nuove.
Non abbiate paura di fare questo…Scoprirete sicuramente nuovi orizzonti:
suonare l'Hammond sempre usando i medesimi suoni significa usarlo alla stessa
stregua di una qualsiasi tastiera, in cui trovate i soliti presets tristi e
monotoni.
L'Hammond
è molto di più, e se ci passerete un po'
di tempo concentrandovi sulla ricerca di nuovi timbri ne ricaverete grandissime
soddisfazioni.
Ma
per fare ciò non è necessario suonare i
bassi sulla pedaliera per avere le mani libere come faceva il Nostro: il mio è semplicemente
un invito a considerare il fatto che per rendere veramente vario il vostro
sound dovete mettere mano ai drawbars e
provare ad usare anche in concerto nuove combinazioni timbriche. Billy Preston
è soltanto un pretesto, come spero capirete…
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Data pubblicazione: 13/09/2001
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