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Lezione 1: breve analisi sui fondamenti dell'armonia tonale
di Paolo Guiducci

In questo articolo intendo analizzare da un lato alcuni aspetti fondamentali dell'armonia tonale, dall'altro intendo fare un po' di chiarezza sull'effettivo rapporto esistente fra l'armonia tonale e gli armonici naturali, argomento trattato spesso in modo confuso se non del tutto fuorviante.

Il problema principale dell'armonia è la sovrapposizione dei suoni, ovvero con quale criterio sovrapporre i suoni per rendere il tutto piacevole all'ascolto. I primi accostamenti di suoni sono avvenuti utilizzando gli intervalli più consonanti. Consonanti sono considerate le note che suonano insieme come se costituissero un corpo unitario. Le prime sovrapposizioni sono avvenute presumibilmente con le voci all'unisono o a distanza di ottava, la voce maschile si occupava del basso e quella femminile dell'ottava alta. Successivamente è stata scoperta anche l'alta consonanza presente nell'intervallo di quinta giusta. Cerchiamo ora di capire a cosa è legato il senso di consonanza, il quale è percepibile dall'orecchio in modo chiaro.

Esaminiamo i primi 6 armonici, essi sono in ordine: Do, Do, Sol, Do, Mi, Sol. Il primo è il suono fondamentale e supponiamo che abbia frequenza f. Il secondo armonico ha frequenza 2f, ovvero l'ottava del suono fondamentale.
Se analizziamo due suoni distinti a distanza di ottava possiamo verificare che gli armonici del suono più alto sono tutti presenti nel suono più basso. Questa è la ragione per cui tali suoni sono stati definiti pienamente consonanti e chiamati perciò con lo stesso nome.

L'intervallo di ottava delimita anche l'ambito su cui verranno effettuate le ulteriori suddivisioni (è interessante valutare come questo principio musicale di base sia presente in quasi tutte le culture musicali).

Il terzo armonico ha frequenza 3f, se lo abbassiamo di un'ottava (dividendolo a metà) otteniamo uno suono con frequenza 3/2f, il quale rientra nell'ambito dell'ottava ovvero fra 1f e 2f. Questo suono è, in pratica, la prima divisione dell'ottava e corrisponde all'intervallo di quinta giusta. Tale intervallo introduce anche il suo complementare, la quarta giusta, ovvero l'intervallo fra la quinta giusta e l'ottava. Per calcolare la frequenza di un intervallo complementare occorre dividere l'ottava per l'intervallo di partenza. In questo caso avremo:

2 : 3/2 = 4/3f

Abbiamo così ottenuto la prima suddivisione, essa contiene le cosiddette consonanze perfette con la fondamentale: l'ottava, la quinta giusta e la quarta giusta. Li chiameremo gradi centrali.

A questo punto si potrebbe pensare che la consonanza sia legata agli intervalli esistenti fra la fondamentale e gli armonici più vicini. In realtà le cose non stanno esattamente così, la consonanza è si legata agli armonici più bassi ma in relazione ai rapporti che si formano fra armonici adiacenti, non con la fondamentale, ovvero:

• Intervallo fra 1° e 2° armonico. E' rappresentato dal rapporto 2/1, è denominato ottava ed è una consonanza perfetta.
• Intervallo fra 2° e 3° armonico. E' rappresentato dal rapporto 3/2, è denominato quinta giusta ed è una consonanza perfetta.
• Intervallo fra 3° e 4° armonico. E' rappresentato dal rapporto 4/3, è denominato quarta giusta ed è una consonanza perfetta.
• Intervallo fra 4° e 5° armonico. E' rappresentato dal rapporto 5/4, è denominato terza maggiore ed è una consonanza imperfetta.
• Intervallo fra 5° e 6° armonico. E' rappresentato dal rapporto 6/5, è denominato terza minore ed è una consonanza imperfetta.

Abbiamo in questa maniera introdotto le rimanenti due consonanze, chiamate imperfette, che sono la terza maggiore e la terza minore. Sono consonanti allo stesso modo anche gli intervalli complementari ad essi. Gli intervalli non menzionati qui sopra sono denominati dissonanti (escluso quelli che possono essere considerati come consonanze leggermente fuori tono).

Esaminiamo ora gli armonici 4°, 5° e 6°, essi corrispondono alle note Do, Mi e Sol, si tratta cioè della triade maggiore. Questo primo accordo (diciamo presente già in natura) è il fondamento dell'armonia tonale occidentale. Il passo successivo è stato infatti quello di applicare la triade maggiore sui gradi centrali (prima, quarta giusta e quinta giusta) e ricavare così le note rimanenti della Scala Maggiore o più correttamente denominata come Scala Maggiore di Giusta Intonazione:

Triade Maggiore di Do: Do Mi Sol
Triade Maggiore di Fa: Fa La Do
Triade Maggiore di Sol: Sol Si Re
Scala Maggiore di Do: Do Re Mi Fa Sol La Si

Nella Scala Maggiore di Giusta Intonazione viene privilegiato l'intervallo di terza maggiore, da essa infatti possono essere costruite tre triadi maggiori perfettamente intonate: Do maggiore, Fa maggiore e Sol maggiore. Moltissimi brani sono armonizzati esclusivamente con questi tre accordi.

Se al contrario venisse privilegiata la terza minore (l'altra consonanza imperfetta) ed applicassimo sui gradi centrali la triade minore, otterremmo la Scala Minore di Giusta Intonazione, che è anche il genitore della attuale Scala Minore Naturale. Essa contiene 3 alterazioni rispetto alla Scala Maggiore:

Triade Minore di Do: Do Mib Sol
Triade Minore di Fa: Fa Lab Do
Triade Minore di Sol: Sol Sib Re
Scala Minore Naturale di Do: Do Re Mib Fa Sol Lab Sib

Gli armonici superiori al sesto, che sono importantissimi nel caratterizzare il suono, non sono tuttavia da considerarsi basilari per l'armonia tonale occidentale. Alcuni di questi sono casualmente identici alle note già viste in precedenza, altri si avvicinano ad altre note. Il nono armonico, ad esempio, è un Re identico a quello della Scala Maggiore di Giusta Intonazione. Il settimo armonico viene spesso denominato come Sib e l'undicesimo come Fa#, ma si tratta di note decisamente fuori tono rispetto a quelle utilizzate nelle Scale di Giusta Intonazione (siamo di fronte a stonature dell'ordine del quarto di tono).

Dal '700 in poi vengono comunemente utilizzate le cosiddette Scale Temperate, le quali sono costruite su un'ottava divisa in 12 parti uguali chiamati Semitoni Temperati. Non ho intenzione di addentrarmi troppo nell'argomento, preciso solo che le Scale Temperate sono un compromesso con le Scale di Giusta Intonazione per avere tutta una serie di vantaggi. Nelle Scale Temperate le note sono tutte leggermente fuori tono rispetto a quelle di Giusta Intonazione, si tratta però di stonature che nel peggiore dei casi non arrivano al decimo di tono e sono state comunemente accettate come trascurabili.

In ogni caso i principi che stanno alla base delle Scale di Giusta Intonazione rimangono inalterati nelle Scale Temperate.

Paolo Guiducci
 

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Data pubblicazione: 03/09/2002





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