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Il "Porgy and Bess" di Gil & Miles:
Bess, You Is My Woman Now
di Ambrogio De Palma
jazzistadannato@hotmail.com

Bess, You is my woman now è la seconda traccia di questo capolavoro discografico. Evans e Davis non seguono il filo cronologico della trama dell'opera, piuttosto pensano ad un loro filo conduttore. Nell'arrangiamento di questo brano, Gil esprime tutto il lirismo delle intenzioni di Gershwin e, mantenendone l'impostazione sinfonica, aggiunge con profonda maestria quei caratteri e quelle inflessioni jazz che lo rendono una pagina assai struggente.

Evans raccoglie tutti gli elementi della versione originale, mescolandoli, ma salvando molto dell'impianto formale degli spunti tematici.

Il brano inizia con un'introduzione basata sullo stesso incipit tematico di quella gershwiniana. Il carattere jazz è dato dalla ritmica: il double time feel della batteria e il disegno ritmico del contrabbasso su pedale di dominante. A questo si contrappone un voicing dei corni a parti strette con la dissonanza tra le voci superiori. Il flauto raddoppia il disegno del sax alto e i due flauti contralti quello del primo corno, con una dilatazione alla quinta battuta dove l' intera orchestra esegue degli accordi con una sonorità forte ma allo stesso tempo morbida, ritornando successivamente al limbo timbrico iniziale.

fig. 1 – Prime 5 battute dell'introduzione

Ripropone il tutto alla decima misura, questa volta presentando la fondamentale al basso e passando ad un 5/4 dove utilizza l'inciso tematico finale come raccordo modulante per andare al tema vero e proprio dell'aria. Ancora una volta, questo breve solo del tuba viene raddoppiato all' unisono dal contrabbasso.

Il tema, mutato ritmicamente, viene sorretto da contrabbasso e batteria unitamente a brevi interventi accordali dell'orchestra, con bellissimi effetti  offerti dalle trombe in harmon e dall'alternanza di suoni chiusi e  suoni aperti dei corni. Semplicemente geniale e delizioso il senso di movimento che Gil dona alla seconda frase di Porgy, dimezzandone i valori e fiorendo con stilemi tipicamente jazz. Vediamone le due versioni a confronto.



fig. 2 – Il tema originale e la versione di Evans a confronto

Il medesimo espediente, questa volta nella parte dell'orchestra, Evans lo utilizza proponendo la seconda volta il tema e creando un impasto assai vicino alla sezione di sassofoni in unisono, destinando la stessa parte sia al sax alto che ai tre corni.


fig. 3 – Disegno tematico dell'orchestra

Una frase dell'orchestra assai ricca di pathos, ci conduce modulando al tema nella tonalità di Re maggiore, espressa in modo similare all'equivalente che troviamo al numero 98 della partitura di Gershwin.

Qui, il background, si trasforma dapprima in sincopato e subito dopo in terzine; per poi mutuarsi in un controcanto dei flauti in unisono col sax di Adderley nell'ultima proposizione della frase.

Un episodio particolare, un breve frammento di otto misure in 3/4, dove Evans propone il tema dell'introduzione dilatandone i valori; il ritorno nel tempo ordinario fa proporre il tema dall'orchestra, come fosse un piccolo special in fa diesis ma su pedale di dominante, intermezzandolo con la tromba di Miles che introduce la parte tematica finale poi ripresa dai corni e, successivamente, da due tromboni, tuba e contrabbasso, e ancora ripetuta da Davis nell' ultima sezione del brano.

Quest'ultima parte è la coda al movimento dove, dopo la corona, aggiunge tre battute date ai tromboni, che più che un finale vero e proprio, sono un punto di raccordo per portarsi al brano successivo. Come a voler ribadire ulteriormente un suo percorso ideale che giustifichi la scelta di alcune song anzichè altre.


fig. 4 – Coda del brano

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Data pubblicazione: 07/10/2001





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