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Il "Porgy and Bess" di Gil & Miles:
The Buzzard Song
di Ambrogio De Palma
jazzistadannato@hotmail.com

The Buzzard Song è il primo dei brani scelti da Gil Evans e Miles Davis per la loro rilettura dell'opera di George Gershwin. Esso inizia con un'introduzione di 12 battute in tempo tagliato, austera nella stesura armonica del riempimento accordale, ma carica di grande senso di drammaticità, dovuta soprattutto alla linea melodica in regione acuta affidata alla prima tromba.

fig. 1 – Introduzione

Questa introduzione, si può benissimo considerare come il biglietto da visita in cui appaiono i tratti fondamentali e l'impronta che Gil e Miles intendono proporre in questa rivisitazione. Evidenti fin da subito sono anche gli interessi evansiani nei confronti dell'impressionismo francese che, come vedremo, in alcuni momenti saranno palesemente ispirati a quel capolavoro di orchestrazione che è la versione che Maurice Ravel orchestrò dei Quadri di un'esposizione.

Dal punto di vista strettamente tecnico, l'introduzione prevede l'utilizzo di tre corni, quattro trombe (tre all' unisono una ottava sotto la prima tromba), quattro tromboni, tuba, contrabbasso, batteria e dei flauti solo nelle ultime due misure. La particolarità principale nell' orchestrazione sta nell' utilizzo per tutto il brano (come vedremo anche nell'assolo) di tuba e contrabbasso all'unisono.

Armonicamente le prime quattro misure di svolgono su una progressione cromatica del basso e in una forma cadenzale nelle successive secondo il seguente schema:

G/B Abmaj7/C       Abadd13   A/C Bbadd#11       Bb
Ebadd13       Fsus Ebadd13         Cm7 Ebadd13       Fsus Ebadd13         Cm7
 Cm7/Eb     Fsus Cm7/Eb      Fsus A7sus  A7b5

A queste dodici misure segue la rielaborazione del tema vero e proprio dell'aria, in 3/4 anziché nel 6/8 dell'originale gershwiniano e trasposto di una quarta. E' interessante notare lo stravolgimento ritmico che Evans da nella sua rilettura, spostando la parte di accompagnamento sul terzo movimento anziché nel battere della stesura originale.


fig. 2a – Buzzard Song in edizione originale



fig. 2b – The Buzzard Song nella versione di Gil Evans

Il senso di stabilità, che all'ascolto fa intendere come sia realmente strutturato ritmicamente questo episodio, lo si raggiunge a battuta 27, nelle due misure in cui il background orchestrale marca ogni singolo quarto:


fig. 3 – Battute nn. 27 e 28

In questa sezione vengono utilizzati 2 flauti contralti, 3 corni, 2 trombe, 4 tromboni, tuba, contrabbasso e batteria e termina con il pickup di due misure per passare al 4/4 della terza ed ultima sezione di questo brano. Questa è altresì divisibile in due parti: la prima con la parte solistica di Miles dove il background è limitato ad accordi anticipati (prerogativa che accompagnerà Gil in tutto il suo percorso musicale) fino alla misura 64, dove troviamo un'interessantissima progressione in scala ascendente di flauti e trombe con divisione ritmica in 3/4 sul quattro di Miles e del resto dell'orchestra (batt. 64 – 75).


fig. 4 – Battute nn. 64 – 68

La seconda parte, invece, vede come protagonisti in unisono la tuba e il contrabbasso, in un suggestivo assolo ritornellato tre volte. La timbrica prodotta da questa combinazione, che spesso Evans amava adoperare, sembra quasi la ricerca di un terzo suono. Un suono che contenga la pastosità di una tuba nel registro medio-grave con la misteriosità di un contrabbasso, che Bill Barber (John William, Hornell, NY, 21 maggio 1920) e Paul Chambers (Laurence Dunbar, Pittsburgh 22 aprile 1935, New York 4 gennaio 1969) riescono a realizzare in un'atmosfera suggestiva. Un assolo semplice, di poche note, ma che nella sua semplicità è carico di tensione. Il fraseggio sempre imprevedibile nella ritmica e la ripetizione di questa sezione per tre volte da il senso dell'ostinato che Evans utilizzerà assai di frequente negli arrangiamenti. L'effettistica usata in questa sezione, le trombe con sordina solo nel primo ritornello, i crescendo e diminuendo dei flauti, l'uso degli accordi a parti strette, danno l'impressione che Gil pensi più alla raffigurazione in musica del titolo che a riferirsi alla composizione gershwiniana, forse cerca realmente l'avvoltoio!

fig. 4 – Sezione finale di "The Buzzard Song"

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Data pubblicazione: 10/09/2001





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