Vorrei
proporre in questa sezione, oltre al lavoro sul Porgy di Evans e Davis e ad
altri progetti in cantiere, alcune trascrizioni di assoli di un musicista senza
dubbio conosciuto e apprezzato da tutti, ma da pochi ricordato proprio per il
suo modo singolare di esprimersi. Chissà, forse perché il suo percorso
musicale era così diverso e così lontano da tutti gli altri (pur vantando
collaborazioni con tutti i più famosi jazzisti), Chet Baker - il poeta
maledetto del jazz - pare quasi caduto nel dimenticatoio popolare.
La
caratteristica di Baker che da sempre mi attrae è il filo che lega
indissolubilmente il canto al suo strumento. Improvvisazioni con la tromba che
molto assomigliano a quelle della voce della grande Ella e interpretazioni e
improvvisazioni vocali che paiono eseguite con la tromba.
Un breve ma
significativo esempio di questa sua particolarità lo troviamo nel primo dei
brani che ho trascritto per il sito. Si tratta di una composizione di George e
Ira Gershwin:
But Not For Me. Una registrazione del
1954, di quando tanto
maledetto ancora non lo era. Chet suona in quartetto con Russ Freeman al piano,
Carson Smith al contrabbasso e Bob Neel alla batteria.
But Not For Me è
contenuto nel disco della Pacific Jazz
CHET BAKER SINGS, ristampato alcuni
anni fa a cura del Blue Note Magazine. Un breve assolo, un unico chorus di una
semplicità inaudita che ognuno di noi può tranquillamente scegliere di cantare
o suonare a proprio piacimento. I fortunati possessori del disco del concerto
che tenne a Bologna poco dopo le sue vicende giudiziarie in Toscana,
ricorderanno che proprio in questo brano Chet improvvisa vocalmente un perfetto
stile bop strumentale e, paradossalmente, subito dopo con la sua tromba canta
il resto dell'improvvisazione.
Forse
alcuni si chiederanno se un solo così semplice meriti di essere inserito in un
disco, o addirittura di trovare un povero fesso che si prenda la briga di
trascriverlo. Beh, a mio avviso la bellezza di queste note stanno proprio nella
loro semplicità. La semplicità della quasi totale lontananza dal virtuosismo
inteso come esecuzione di miriadi di note, la continua ricerca di melodie
all'interno della melodia fanno di Chet Baker "il grande Chet".
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Data pubblicazione: 01/02/2003
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