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11/01/2007 07:48:40
Ciao. Ti chiederai che cosa possiamo dire su questo argomento.
Prima di tutto ho pensato che spesso le piccole formazioni sono poco approfondite dai musicisti perchè sono difficili da gestire, più di una grande big-band, (prendi naturalmente con le pinze questa osservazione) perchè il grande impatto sonoro di 20 musicisti maschera le ingenuità tecniche dell'arrangiatore/compositore, se ci sono.
In un piccolo gruppo ciò è MOLTO più complesso: dove si può mascherare un compositore/arrangiatore se ci sono 2/3/4 strumenti al massimo?
Questo è uno stimolo per capire anche la direzione che il jazz può prendere, stimolato da formazioni come i quartetti di sax, il classico trio alla Evans/Motian/LaFaro, il quartetto di W. Shorter ecc.
E le difficoltà di non tediare l'ascoltatore con strutture compositive ripetitive o sound dejà vu?
Credo interessante l'argomento: il panorama musicale è vasto e le nostre esperienze diverse; c'è quindi la possibilità di confrontarci sul terreno della sperimentazione di formule, suoni, accostamenti, strutture ecc che possano essere anche di stimolo per ciascuno di noi.
Buon lavoro.
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Nato nel 1955. Supervisore al Tirocinio presso la SSIS dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Bologna, diplomato in Saxofono, diplomato "Expert of Music" della CEE, diplomato in Musica Jazz, diplomando in Strumentazione per Banda, ha studiato strumento con Joe Henderson, Paul Jeffrey, Frank Strozier della Duke ...


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