Ascoltare Pablo è stata un po'
una sorpresa, in un periodo come questo contrassegnato da ipertecnicismo e da
tante clonazioni del chitarrista più popolare del momento, la voce di questo
musicista rappresenta qualcosa di assolutamente controcorrente. La mia
impressione è che Pablo suoni realmente quello che "passa per la
testa" al momento dell'esecuzione, questo dovrebbe essere vero per tutti i
solisti ma in realtà spesso il troppo sovrastrutturarsi corrisponde al perdere
in genuinità ed immediatezza. Bobrowicky, viceversa, ha un approccio
all'improvvisazione così naturale anche sul piano melodico che mette
l'ascoltatore in una condizione tale da far seguire l'evolversi dell'assolo con
estrema facilità. In questa musica gli elementi ritmici della tradizione
musicale "popolare" sono ben presenti e coniugati con le sonorità
tipiche del jazz e spesso si rimane sorpresi nell'ascoltare qualcosa che
appartiene al jazz classico (Ellington, Monk, Parker) e che all'improvviso si
trasforma in ritmiche "latine" senza soluzione di continuità. Inoltre
bisogna rimarcare un'ottima "costruzione" del solo che ricorda un
grande come Jim Hall dal quale Pablo ha anche assimilato la lezione della
punteggiatura e del respiro nella frase. Nella sua essenzialità dimostra di
essere un chitarrista di "prima classe"!
Questo è solo ciò che sento, ascoltare questo musicista è stato realmente
piacevole.
Pietro Condorelli