DISCOGRAFIA


Sound Studio
1. EVERITHING'S MUSIC
2. DINNER BLUESETTE
3. BOSSA BEAT
4. FUNKY BLUES
5. STRATOS
6. SUSPENCE (SUITE)
7. SUMMER DREAM
8. ANATOLIA

9. CALYPSO FOR YOU

Sergio COPPOTELLI -
Chitarra
Maurizio GIAMMARCO -
Sax Tenore
Stefano SABATINI -
Piano - piano elettrico
Francesco PUGLISI -
C. Basso - Basso Elettrico
Giampaolo ASCOLESE -
Batteria
Antonello VANNUCCHI -
Piano
Massimo MORICONI -
Contrabasso

Pentaflowers
1. REMEMBERING GIL
2. SOLO FIVE

3.
THE NEW WAY
4.
MY FEELING OF LOVE
5. SIXTEEN BARS BLUES
6. BLUES WALTZ
7. COPPUS MOOD BLUES


Sergio COPPOTELLI -
Chitarra Elettrica
Gian Carlo MAURINO -
Sassofono Tenore, Soprano
Alessandro BONANNO -
Pianoforte
Pino SALLUSTRI -
Basso
Gian Paolo ASCOLESE -
Batteria
Enzo SCOPPA -
Sassofono Tenore
Guest  

Old Magic Music
OMM CD 96 SC 01
1. BLUES IN THE SKY
2. REMEMBERING BIRD
3. BLUES FOR SIGLA (Electric Version)
4.
SWINING MARCH

5. SWEET LOVE SONG
6. MISTY LOVE
7. MY CRAZY LOVE
8. BLUES FOR SIGLA (Acoustic Version)
9. MY OLD SWING BLUES

Sergio COPPOTELLI - Chitarra Elettrica (Gibson L5)
Alessandro BONANNO -
Pianoforte
Pino SALLUSTRI -
Basso e Basso Elettrico
Carlo BORDINI -
Batteria
Gianni DI RIENZO - Guest
Drums  


Splasc(H) Records
CDH 723.2
1. EVERITHING'S MUSIC
2. CARAVAN

3. REMEMBERING GIL
4. AUTUMN LEAVES

5. WELL YOU NEEDN'T
6. CALIPSO FOR YOU
7. SWINGING MARCH

Sergio COPPOTELLI - Chitarra Elettrica (Gibson L5)
Stefano DI BATTISTA -
Sassofono Alto, Soprano
Cinzia GIZZI -
Pianoforte
Pino SALLUSTRI -
Basso
Carlo BORDINI -
Batteria  

RECENSIONI

SERGIO COPPOTELLI QUINTET
Recensione del disco
Remembering Gil su Chitarre di giugno 1991

Sergio Coppotelli è una delle figure storiche del jazz italiano: chitarrista appassionato di Charlie Christian e Charlie Parker, è sicuramente tra gli esponenti più validi di un certo modern be-bop in questo momento in Italia. Naturalmente i suoi esordi vanno fatti risalire ai primi giorni dell'immediato dopoguerra, ma nel corso.della sua carriera ci sono stati episodi musicali al fianco di artisti del calibro di Lee Konitz, Gil Evans, Archie Sheep, Morricone, Rota, Trovaioli, per citarne alcuni che hanno indubbiamente contribuita alla crescita e alla evoluzione di una sua ben precisa identità di linguaggio. Oggi Sergio si ripresenta con un nuovo disco che riconferma la sua straordinaria maturità artistica raggiunta da questo preparatissimo chitarrista. Remembering Gil è un disco di quelli che non si sentivano da tempo, soprattutto in campo chitarristico: Sergio sembra riprendere a tratti il discorso interrotto dall’ultimo Rene Thomas, senza per questo tradire la sua matrice dichiaratamente be-bop, con dei fraseggi eleganti, morbidi, privi di eccessivi e gratuiti tecnicismi. Molte belle le composizioni, tutte scritte dallo stesso Coppotelli, ed in particolare segnalerei, oltre l'iniziale «Remembering Gil»,la splendida «Solo Five» dall’atmosfera molto moderna, e ancora «My Feeling Of Love» e «Blue Waltz», tutte con degli interventi chitarristici da manuale e rese ancor più interessanti da certe timbriche molto insolite per un chitarrista dl estrazione be-bop; ottimo l'affiatamento con la sezione ritmica di Sallusti ed Ascolese ed i fraseggi nervosi e trascinanti del sax di Martino, nonché con il lavoro riservato e discreto del pianista Bonanno. Special guest su due soli brani, l'inconfondibile tenor-sax di Enzo Scoppa.

Mauro Salvatori

SERGIO COPPOTELLI QUARTET
Recensione del disco
"Blues in the sky" su Audio Review di dicembre 1996
(recensito insieme a Frank Sinatra, Betty Carter e Count Basie and the KansasCity Seven)

Sergio Coppotelli, valoroso chitarrista dell'età di mezzo del jazz italiano, ha firmato pochi dischi a suo nome, ma ha all'attivo una lunga carriera che l’ha visto fra l'altro affemtarsi come solista di spicco nella big band di Roma deLLa Rai. Non, per nulla, quando l'orchestra fu diretta da Gil Evans in occasione di concerti all'Opera di Roma e in altri teatri, Coppotelli ebbe i suoi spazi : molto applauditi. In questo CD, inciso per una nuova etichetta romana, il chitarrista ha riunito otto sue composizioni (una delle quali, Blues For Sigla, in doppia versione) guidando un quartetto che comprende il pianista Alessandro Bonanno, il bassista Pino Sallusti e i batteristi (che si alternano) Carlo Bordini e i Gianni Di Rienzo. Musica garbata, l ricca di swing, armonizzata con gusto sicuro ed eseguita con grande .professionalità.

S.G. Biamonte

Qualità artistica 8
Qualità sonora 8.5

SERGIO COPPOTELLI QUARTET
Recensione del disco "Blues in the sky" su Suono di dicembre 1996
(ALL AROUND BLUES AND... LOVE)

"Quanto alla padronanza del proprio strumento dico che ogni jazzista che è in possesso di una tecnica che gli permette di realizzare le proprie idee è in possesso di una tecnica notevole. Coppotelli oltre a questo si prende quella che io chiamo "una percentuale a rischio", ossia la possibilità di eseguire ogni tanto un fraseggio non accademicamente perfetto come tecnica, ma che riesce ad imprimere all'esecuzione quella vitalità e freschezza indispensabili per un buon jazzista".
Così il contrabbassista Giovanni Tommaso dichiarava la sua stima verso il chitarrista romano Sergio Coppotelli, musicista raffinato e sensibile, epigono del grande Charlie Christian e come il suo ispiratore dotato di una naturale predisposizione al dialogo, all'incontro intimistico. Nella musica di Coppotelli c'è un grande senso di relax, che nasce dalla semplicità espressiva di un chitarrista che ha il dono della limpidezza e che si muove in punta di piedi, ma che senza clamori riesce a coinvolgere nel suo discorso tranquillo e al contempo penetrante, a trasportarti nel suo mondo sereno e fertile, espresso con l'intelletto e con il cuore. La musica che si ascolta in questo ottimo C D è intensa, stimolante, altamente comunicativa e brani come nella title-track Blues In The Sky, Remembering Bird, My Old Swing Blues, Sweet Lave Song e Misty Lave ne sono la prova.

E. L.

Performance: 8
Tecnica: 8

Sergio Coppotelli
Articolo sulla rivista Americana "ALL-Music Guide to Jazz" di novembre 2000 sul CD The Best Live

Veterano della Rai, il chitarrista Sergio Coppotelli si è esibito in questo concerto con il suo quintetto al Montecompatri Jazz Festival vicino Roma nel 1994, la cui registrazione è stata edita dopo sei anni. Con al proprio fianco nella frontline Stefano Di Battista al sax soprano ed alto, il chitarrista (lovingiyand fleetly aftacks) del brano di Duke Ellington “Caravan” ed un paio di altri standard, insieme a quattro delle sue composizioni. Caratterizzata da una solida tecnica e da un piacevole stile swinging, la musica vola sopra gli accordi, mettendo in evidenza Coppotelli come uno degli esponenti di pregio del jazz italiano. Ricercando indietro alle radici fino a Charlie Christian, Coppotelli applica alle vecchie melodie le più recenti scoperte (acquisizioni, conquiste) del mondo del jazz, dando ad esse (melodie) una nuova vita. Per quanto il gruppo sia interno al modern mainstream, gli arrangiamenti suonano freschi e reattivi. Una competente sezione ritmica sostiene il gruppo, con la pianista Cinzia Gizzi in evidenza per il suo apporto particolarmente raffinato.

Steven A.Loewy

Sergio Coppotelli
Recensione del disco
The Best Live su Ritmo di gennaio 2001

Da cinquant’anni Coppotelli è uno fra i chitarristi più interessanti del nostro jazz. Legato con uguale passione al blues come alla canzone italiana, il musicista ci offre un disco pieno di inventiva e melodia, attuale senza essere alla moda. In realtà la musica di Coppotelli sgorga direttamente dal cuore e a quello swing che faceva ballare l’Italia postbellica non ha mai rinunciato. Non lo fa neppure questa volta, congegnando brani sinceri, ironici, freschi. La sua chitarra, poi, non ha eguali nell'approfittare delle lezioni di Charlie Christian come di quelle di Joe Pass.

Davide Ielmini

SERGIO COPPOTELLI QUINTET
Recensione del disco The Best Live su
Chitarre di aprile 2001

Un cd che vuole fermare nel tempo un lungo percorso musicale che parte dal dopoguerra e continua fino ai nostri giorni. The Best Live è registrato dal vivo al jazz festival di Montecompatri (Roma) nel 1994 ma vede la luce solo adesso, e raccoglie in una testimonianza calda e immediata le tematiche più care al chitarrista Sergio Coppotelli, uno dei chitarristi storici della scuola romana. Molto swing, ma quasi sempre contaminato da colori latini, afro e perfino leggermente funky, come nella traccia di apertura "Everything’s Music", in una raccolta di composizioni personali che si muovono dal blues alla melodia più swing ("Remembering Gil" dedicata a Gil Evans), passando per il calipso di "Calipso For You" Il fraseggio è veloce e mantiene tuttora un suono moderno, frutto della vasta esperienza stilistica del chitarrista, ben bilanciato tra la tradizione bop e un blues più contemporaneo. Molto interessante I'introduzione per sola chitarra alla classicissima " Autumn Leaves" che evidenzia l'amore di Coppotelli per lo studio dell'arrangiamento 'solo chords’, e che fluisce poi nello swing più corale del gruppo. Ottimi compagni di avventura Cinzia Gizzi al pianoforte, Pino Sallusti al contrabbasso, Carlo Bordini alla batteria, e il bravissimo Stefano Di Battista al sax, mentre il bilanciamento dei suoni risente a tratti della difficoltà della registrazione dal vivo, senza comunque nulla togliere alla espressione generale del gruppo.

Giovanni Palombo

IL VIRTUOSISMO POETICO DI COPPOTELLI
Articolo sul giornale di Como La Provincia del 26 febbraio 2002

Virtuosismo e contenuti poetici emergono nel CD “The Best Live” eseguito dal quintetto di Sergio Coppotelli pubblicato dall’etichetta “Splasc(h)”. disponibile da qualche mese propone la registrazione “live” del concerto al “Montecompatri Jazz Festival” (Roma), effettuato nel mese di agosto 1994. Da oltre cinquant’anni Coppotelli opera nel settore artistico e oggi giorno può essere considerato fra i più interessanti chitarristi jazz, come testimonia ampiamente questa brillante registrazione in cui non sono esenti alcuni chiari riferimenti all’arte di Charlie Christian e Joe Pass. Oltre a celebri standard come “Caravan” di ellington, celeberrima “Autumn Leaves” di, Mercer-Kosma-Prevert “Well You Needn’t” di Monk, eseguiti in maniera innovativa, sono proposte composizioni originali dello stesso Coppotelli “Everything’s Music”, “Remembering Gill” (un omaggio a Gil Evans), “Calipso for You” e “Swinging March” – in cui emergono uno swing temperato e una fluente linea melodica. I suoi brani creano atmosfere particolari. Traspaiono evidenti influssi del blues e della tipica tradizione afroamericana, dando luogo a pagine schiette e comunicative . Sergio Coppotelli è coadiuvato da una splendida sezione ritmica: la pianista Cinzia Gizzi dalla quale si apprezza la tecnica e l’esposizione tematica, l’abile bassista Pino Sallusti e l’agile batterista Carlo Bordini. Sempre in bella evidenza il suono graffiante del sassofonista Stefano di Battista. Un disco che, pur non contenendo particolari messaggi culturali, si ascolta con piacevolezza e serenità.

Alberto Cima

Sergio Coppotelli
Recensione del disco The Best Live
su Musica Jazz di maggio 2001

Quest'album restituisce a gli ascoltatori la figura di Coppotelli sotto una doppia luce. In primo luogo quella dello strumentista limpido, il cui stile è solidamente incardinato nella lezione di Charlie Christian, nella dimensione elettroacustica che sa sfruttare con sapienza le mezze tinte, le sfumature, i colori mai squillanti della propria tavolozza solistica (lo si ascolti nell'assolo di Swinging March, dalla notevole carica ritmica). Il musicista romano, tutta. via, ha saputo assimilare e metabolizzare con il tempo altri stimoli, magari smussandoli e adattandoli alla propria personalità, come nel Gaso del funky leggiadro di Everythings Music o dei ritmi latini di Calipso Far You, dalla linea melodica morbida e sensuale. Altre lezioni sono rimaste impresse nella sua lunga carriera di orchestrale Rai e poi di «libero professionista" ; una di queste è l'incontro con Gil Evans, da cui Remembering Gil già registrato in altre occasioni. L'altro aspetto è quello del Coppotelli scopritore e valorizzatore di talenti. Con lui c'è qui (come in svariate occasioni, ben prima che diventasse una stella del jazz internazionale e finisse alla Blue Note) Di Battista, la cui grande fantasia solistica ha modo di incanalarsi nei dettagliati arrangiamenti creati dal leader, che ha sempre curato brani ed esecuzione fin nei minimi dettagli. Forse è un retaggio dei lunghi anni in orchestra o, più probabilmente, è la convinzione che sono i particolari a qualificare la musica. Sui brani di Coppotelli, di Monk ed Ellington ben figurano nel gruppo anche la versatile Gizzi, Sallusti e Bordini. Purtroppo l’incisione dal vivo non è di buona qualità.

L.O.

Sergio Coppotelli: un blues lungo 50 anni
Everithing's Music di Davide Ielmini - aprile 2000

Può accadere, a volte, che si rimanga impigliati nelle glorie del passato e in una musica che, fonte di gioie e soddisfazioni, non si sente di dover tradire. Capita, anche, che il mondo giri così velocemente da far perdere la bussola. Sergio Coppotelli, per sua personale inclinazione, rappresenta quella generazione di musicisti che, con il passare degli anni, hanno saputo rinnovarsi, capire ciò che stava succedendo tutt'intorno e apprendere gli strumenti adatti per passare indenni attraverso le porte delle sale di incisione. Ed è anche per questo che il suo ultimo cd non ha nulla da invidiare alle smaltate produzioni dei giovani leoni. Anzi, cinquant'anni di accordi e orchestre hanno indotto, nell'arte di Coppotelli, una capacità di analisi musical-ironica che sorprende ancora oggi per la naturalezza del suono e la prontezza di spirito e d'azione. Se diamo un' occhiata rapida, anche solo su carta, alla playlist del disco ci si accorge che il jazz - l'idea che ne ha Coppotelli - è racchiusa in sette brani: originali e standard, da Ellington a Monk, dai sentori funkeggianti a quelli calipsiani. In ultimo, per non tradire le sue radici, una “Swingin march” che, chissà, forse riconduce alla giovinezza. Vi accorgerete da subito che ascoltare Coppotelli è facile ma non semplice perché, anche nel suo caso, l'approccio tecnico alla chitarra è una sintesi di metodi, di “formule” di calcoli musicali che, però, si fanno forti di idee musicali sviluppate con serenità e senza alcuna celebrazione. Se il nostro considera, come suo punto di riferimento, Charlie Christian è anche vero che a tratti saranno le ombre di Django Reinhardt, Wes Montgomery o Joe Pass a fare la loro apparizione: secondo i casi e le necessità, in modo velato e discreto. Ma a colpirvi sarà anche la schiettezza di tale prodotto, fondato sui principi di un jazz vitale che crede tanto nel virtuosismo quanto nei contenuti poetici; nella forza narrativa del suono come nel suo essere “solo” suono; nel non divenire divagatorio e concettuoso; nel non essere condizionato dall'attualità. È un disco, questo di Coppotelli, pensato per chi ama il jazz che va dritto al cuore e per chi, una volta spento lo stereo, ama pro- lungare il ricordo canticchiando.

Davide Ielmini.


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Data ultima modifica: 16/12/2007





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