SERGIO COPPOTELLI QUINTET
Recensione del disco
Remembering Gil
su Chitarre di giugno 1991
Sergio Coppotelli è una delle figure storiche del jazz italiano:
chitarrista appassionato di Charlie Christian e Charlie Parker, è
sicuramente tra gli esponenti più validi di un certo modern be-bop in
questo momento in Italia. Naturalmente i suoi esordi vanno fatti risalire
ai primi giorni dell'immediato dopoguerra, ma nel corso.della sua carriera
ci sono stati episodi musicali al fianco di artisti del calibro di Lee
Konitz, Gil Evans, Archie Sheep, Morricone, Rota, Trovaioli, per citarne
alcuni che hanno indubbiamente contribuita alla crescita e alla evoluzione
di una sua ben precisa identità di linguaggio. Oggi Sergio si ripresenta
con un nuovo disco che riconferma la sua straordinaria maturità artistica
raggiunta da questo preparatissimo chitarrista. Remembering Gil è un disco
di quelli che non si sentivano da tempo, soprattutto in campo
chitarristico: Sergio sembra riprendere a tratti il discorso interrotto
dall’ultimo Rene Thomas, senza per questo tradire la sua matrice
dichiaratamente be-bop, con dei fraseggi eleganti, morbidi, privi di
eccessivi e gratuiti tecnicismi. Molte belle le composizioni, tutte
scritte dallo stesso Coppotelli, ed in particolare segnalerei, oltre
l'iniziale «Remembering Gil»,la splendida «Solo Five» dall’atmosfera molto
moderna, e ancora «My Feeling Of Love» e «Blue Waltz», tutte con degli
interventi chitarristici da manuale e rese ancor più interessanti da certe
timbriche molto insolite per un chitarrista dl estrazione be-bop; ottimo
l'affiatamento con la sezione ritmica di Sallusti ed Ascolese ed i
fraseggi nervosi e trascinanti del sax di Martino, nonché con il lavoro
riservato e discreto del pianista Bonanno. Special guest su due soli
brani, l'inconfondibile tenor-sax di Enzo Scoppa.
Mauro Salvatori
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SERGIO COPPOTELLI QUARTET
Recensione del disco
"Blues in the sky"
su Audio Review di dicembre 1996
(recensito
insieme a Frank Sinatra, Betty Carter e Count Basie and the KansasCity
Seven)
Sergio Coppotelli, valoroso chitarrista dell'età di mezzo del jazz
italiano, ha firmato pochi dischi a suo nome, ma ha all'attivo una lunga
carriera che l’ha visto fra l'altro affemtarsi come solista di spicco
nella big band di Roma deLLa Rai. Non, per nulla, quando l'orchestra fu
diretta da Gil Evans in occasione di concerti all'Opera di Roma e in altri
teatri, Coppotelli ebbe i suoi spazi : molto applauditi. In questo CD,
inciso per una nuova etichetta romana, il chitarrista ha riunito otto sue
composizioni (una delle quali, Blues For Sigla, in doppia versione)
guidando un quartetto che comprende il pianista Alessandro Bonanno, il
bassista Pino Sallusti e i batteristi (che si alternano) Carlo Bordini e i
Gianni Di Rienzo. Musica garbata, l ricca di swing, armonizzata con gusto
sicuro ed eseguita con grande .professionalità.
S.G. Biamonte
Qualità artistica 8
Qualità sonora 8.5 |
SERGIO COPPOTELLI QUARTET
Recensione del disco
"Blues in the sky"
su Suono di dicembre 1996
(ALL AROUND BLUES AND... LOVE)
"Quanto alla padronanza del proprio
strumento dico che ogni jazzista che è in possesso di una tecnica che gli
permette di realizzare le proprie idee è in possesso di una tecnica
notevole. Coppotelli oltre a questo si prende quella che io chiamo "una
percentuale a rischio", ossia la possibilità di eseguire ogni tanto un
fraseggio non accademicamente perfetto come tecnica, ma che riesce ad
imprimere all'esecuzione quella vitalità e freschezza indispensabili per
un buon jazzista".
Così il contrabbassista Giovanni Tommaso dichiarava la sua stima verso il
chitarrista romano Sergio Coppotelli, musicista raffinato e sensibile,
epigono del grande Charlie Christian e come il suo ispiratore dotato di
una naturale predisposizione al dialogo, all'incontro intimistico. Nella
musica di Coppotelli c'è un grande senso di relax, che nasce dalla
semplicità espressiva di un chitarrista che ha il dono della limpidezza e
che si muove in punta di piedi, ma che senza clamori riesce a coinvolgere
nel suo discorso tranquillo e al contempo penetrante, a trasportarti nel
suo mondo sereno e fertile, espresso con l'intelletto e con il cuore. La
musica che si ascolta in questo ottimo C D è intensa, stimolante,
altamente comunicativa e brani come nella title-track Blues In The Sky,
Remembering Bird, My Old Swing Blues, Sweet Lave Song e Misty Lave ne sono
la prova.
E. L.
Performance: 8
Tecnica: 8 |
Sergio Coppotelli
Articolo
sulla rivista Americana "ALL-Music Guide to Jazz" di novembre 2000
sul CD
The
Best Live
Veterano della Rai, il chitarrista Sergio
Coppotelli si è esibito in questo concerto con il suo quintetto al
Montecompatri Jazz Festival vicino Roma nel 1994, la cui registrazione è
stata edita dopo sei anni. Con al proprio fianco nella frontline Stefano
Di Battista al sax soprano ed alto, il chitarrista (lovingiyand fleetly
aftacks) del brano di Duke Ellington “Caravan” ed un paio di altri
standard, insieme a quattro delle sue composizioni. Caratterizzata da una
solida tecnica e da un piacevole stile swinging, la musica vola sopra gli
accordi, mettendo in evidenza Coppotelli come uno degli esponenti di
pregio del jazz italiano. Ricercando indietro alle radici fino a Charlie
Christian, Coppotelli applica alle vecchie melodie le più recenti scoperte
(acquisizioni, conquiste) del mondo del jazz, dando ad esse (melodie) una
nuova vita. Per quanto il gruppo sia interno al modern mainstream, gli
arrangiamenti suonano freschi e reattivi. Una competente sezione ritmica
sostiene il gruppo, con la pianista Cinzia Gizzi in evidenza per il suo
apporto particolarmente raffinato.
Steven A.Loewy |
Sergio Coppotelli
Recensione del disco The
Best Live
su Ritmo di gennaio 2001
Da cinquant’anni Coppotelli è uno fra i
chitarristi più interessanti del nostro jazz. Legato con uguale passione
al blues come alla canzone italiana, il musicista ci offre un disco pieno
di inventiva e melodia, attuale senza essere alla moda. In realtà la
musica di Coppotelli sgorga direttamente dal cuore e a quello swing che
faceva ballare l’Italia postbellica non ha mai rinunciato. Non lo fa
neppure questa volta, congegnando brani sinceri, ironici, freschi. La sua
chitarra, poi, non ha eguali nell'approfittare delle lezioni di Charlie
Christian come di quelle di Joe Pass.
Davide Ielmini |
SERGIO COPPOTELLI QUINTET
Recensione del disco The
Best Live
su
Chitarre
di aprile 2001
Un cd che vuole fermare nel tempo un
lungo percorso musicale che parte dal dopoguerra e continua fino ai nostri
giorni. The Best Live è registrato dal vivo al jazz festival di
Montecompatri (Roma) nel 1994 ma vede la luce solo adesso, e raccoglie in
una testimonianza calda e immediata le tematiche più care al chitarrista
Sergio Coppotelli, uno dei chitarristi storici della scuola romana. Molto
swing, ma quasi sempre contaminato da colori latini, afro e perfino
leggermente funky, come nella traccia di apertura "Everything’s Music", in
una raccolta di composizioni personali che si muovono dal blues alla
melodia più swing ("Remembering Gil" dedicata a Gil Evans), passando per
il calipso di "Calipso For You" Il fraseggio è veloce e mantiene tuttora
un suono moderno, frutto della vasta esperienza stilistica del
chitarrista, ben bilanciato tra la tradizione bop e un blues più
contemporaneo. Molto interessante I'introduzione per sola chitarra alla
classicissima " Autumn Leaves" che evidenzia l'amore di Coppotelli per lo
studio dell'arrangiamento 'solo chords’, e che fluisce poi nello swing più
corale del gruppo. Ottimi compagni di avventura Cinzia Gizzi al
pianoforte, Pino Sallusti al contrabbasso, Carlo Bordini alla batteria, e
il bravissimo Stefano Di Battista al sax, mentre il bilanciamento dei
suoni risente a tratti della difficoltà della registrazione dal vivo,
senza comunque nulla togliere alla espressione generale del gruppo.
Giovanni Palombo |
IL VIRTUOSISMO POETICO DI
COPPOTELLI
Articolo
sul giornale di Como La Provincia del 26 febbraio 2002
Virtuosismo e contenuti poetici emergono
nel CD “The Best Live” eseguito dal quintetto di Sergio Coppotelli
pubblicato dall’etichetta “Splasc(h)”. disponibile da qualche mese propone
la registrazione “live” del concerto al “Montecompatri Jazz Festival”
(Roma), effettuato nel mese di agosto 1994. Da oltre cinquant’anni
Coppotelli opera nel settore artistico e oggi giorno può essere
considerato fra i più interessanti chitarristi jazz, come testimonia
ampiamente questa brillante registrazione in cui non sono esenti alcuni
chiari riferimenti all’arte di Charlie Christian e Joe Pass. Oltre a
celebri standard come “Caravan” di ellington, celeberrima “Autumn Leaves”
di, Mercer-Kosma-Prevert “Well You Needn’t” di Monk, eseguiti in maniera
innovativa, sono proposte composizioni originali dello stesso Coppotelli
“Everything’s Music”, “Remembering Gill” (un omaggio a Gil Evans),
“Calipso for You” e “Swinging March” – in cui emergono uno swing temperato
e una fluente linea melodica. I suoi brani creano atmosfere particolari.
Traspaiono evidenti influssi del blues e della tipica tradizione
afroamericana, dando luogo a pagine schiette e comunicative . Sergio
Coppotelli è coadiuvato da una splendida sezione ritmica: la pianista
Cinzia Gizzi dalla quale si apprezza la tecnica e l’esposizione tematica,
l’abile bassista Pino Sallusti e l’agile batterista Carlo Bordini. Sempre
in bella evidenza il suono graffiante del sassofonista Stefano di
Battista. Un disco che, pur non contenendo particolari messaggi culturali,
si ascolta con piacevolezza e serenità.
Alberto Cima |
Sergio Coppotelli
Recensione del disco
The
Best Live
su Musica Jazz di maggio 2001
Quest'album restituisce a gli ascoltatori
la figura di Coppotelli sotto una doppia luce. In primo luogo quella dello
strumentista limpido, il cui stile è solidamente incardinato nella lezione
di Charlie Christian, nella dimensione elettroacustica che sa sfruttare
con sapienza le mezze tinte, le sfumature, i colori mai squillanti della
propria tavolozza solistica (lo si ascolti nell'assolo di Swinging March,
dalla notevole carica ritmica). Il musicista romano, tutta. via, ha saputo
assimilare e metabolizzare con il tempo altri stimoli, magari smussandoli
e adattandoli alla propria personalità, come nel Gaso del funky leggiadro
di Everythings Music o dei ritmi latini di Calipso Far You, dalla linea
melodica morbida e sensuale. Altre lezioni sono rimaste impresse nella sua
lunga carriera di orchestrale Rai e poi di «libero professionista" ; una
di queste è l'incontro con Gil Evans, da cui Remembering Gil già
registrato in altre occasioni. L'altro aspetto è quello del Coppotelli
scopritore e valorizzatore di talenti. Con lui c'è qui (come in svariate
occasioni, ben prima che diventasse una stella del jazz internazionale e
finisse alla Blue Note) Di Battista, la cui grande fantasia solistica ha
modo di incanalarsi nei dettagliati arrangiamenti creati dal leader, che
ha sempre curato brani ed esecuzione fin nei minimi dettagli. Forse è un
retaggio dei lunghi anni in orchestra o, più probabilmente, è la
convinzione che sono i particolari a qualificare la musica. Sui brani di
Coppotelli, di Monk ed Ellington ben figurano nel gruppo anche la
versatile Gizzi, Sallusti e Bordini. Purtroppo l’incisione dal vivo non è
di buona qualità.
L.O. |