Pete RUGOLO story
di
Claudio Lo Cascio
Pete
(Pietro) Rugolo è nato il 25
dicembre 1915 a San Piero Patti
(Messina) in viale Elena.
Il padre, Antonino Rugolo, originario di un paese
vicino, Raccuja, lavorò a San Piero come scalpellino marmista per la ditta
Fiore, specializzata in tombe e monumenti funerari, finché non dovette
partecipare come soldato di fanteria alla Prima Guerra Mondiale; ma fu fatto
prigioniero dagli austriaci, per cui il figlio Pietro fu allevato in casa dei
nonni paterni, dalla madre Anna Di Perna e dalla zia Caterina Rugolo.
Rientrato in famiglia dopo la guerra, Antonino Rugolo si trasferì nel
1920
con moglie e figlio in California, a Santa Rosa.
Qui amava accompagnare il suo lavoro di calzolaio ascoltando tutto il giorno su
un vecchio fonografo dischi di opere liriche italiane, in particolar modo dischi
di Caruso; a volte qualche cliente a corto di soldi pagava...in natura:
così un giorno, a saldo di un debito diventato troppo grosso, arrivò un
pianoforte. Pete mi ha raccontato che su questo strumento, sistemato nel
retrobottega essendo troppo piccolo il locale che dava sulla strada, egli
passava molte ore a suonare di tutto, principalmente romanze e arie operistiche
celebri, incitato da papà Antonino che preferiva ascoltarlo suonare rinunciando
ad essere aiutato da lui nel lavoro.
Incoraggiato
dalla famiglia, dopo i primi studi musicali fatti localmente a Santa Rosa, Pete
si trasferì a San Francisco dove al Mills College ebbe la fortuna di
studiare con il grande compositore francese Darius Milhaud, un musicista
aperto al jazz come Ravel e Strawinsky. Da qui il comune "background"
culturale con Kenton (che aveva fatto studi molto simili a Los Angeles
con Charles Delmares, un settantenne professore francese di composizione); il
tandem Kenton - Rugolo funzionò così bene che, ad un certo punto del lavoro con
l'orchestra, il sempre più indaffarato Kenton diede in pratica una delega in
bianco a Rugolo, le cui idee, musicalmente avanzate, erano in perfetta sintonia
con le sue.
"Stan molte volte mi dava un abbozzo di idea, poche battute sul pentagramma, e,
sicuro che io avessi capito, mi diceva: OK Pete, adesso, sbrigatela da solo, io
vado a Radio City a lavorare".
Così dal 1945
al
1949
l'orchestra di Stan Kenton
diventò di fatto l'orchestra di Rugolo; la sua é stata, rispetto a quella delle
big band tradizionali di jazz, una scrittura colta, nella quale sonorità e tempi
mai praticati prima d'allora nel jazz come il 5/4, oppure raramente come il 3/4,
diventavano, assieme ad originali innovazioni timbriche ed espressive, di uso
normale, così come una concezione più avanzata dell'armonia caratterizzata da
intervalli dilatati ed accordi complessi, la cui familiarità derivava sia a
Rugolo che a Kenton, da comuni studi dei grandi compositori contemporanei come
Bartòk, Strawinsky, Shoenberg, ecc.
Indipendentemente dalle valutazioni di tipo estetico che si possono fare
su questa o quella grande orchestra americana (da Ellington a Basie, da Goodman
ad Herman), l'orchestra di Stan Kenton, alla cui definitiva affermazione Rugolo
contribuì in maniera decisiva con tanti anni di duro e prezioso lavoro, rimane
oggettivamente dal punto di vista tecnico come la più perfetta macchina
orchestrale dell'intera storia del jazz, a tutt'oggi per certi
aspetti insuperata.
Un'orchestra in cui la scrittura prevale sui solisti, il cui ruolo non è
determinante come in altri casi, salvo limitate eccezioni (ad esempio le
performances in certi brani di Maynard Ferguson, Lee Konitz, Laurindo Almeida,
Art Pepper, Shelly Manne).
Nel 1949
Rugolo lasciò Kenton per
diventare il direttore artistico della Capitol Records a New York ed in
questo ruolo curò la realizzazione del famoso album di Miles Davis "Birth
Of The Cool", nonché di dischi di cantanti famosi come Nat King Cole,
Peggy Lee, Mel Tormé, Billy Eckstine, June Christy,
Dean Martin, lavoro che continuò nel
1950
a Los Angeles, dove cominciò a
scrivere musica per il cinema e la televisione.
In quel periodo fu chiamato a dirigere
le "Metronome All Stars", orchestre formate dai più grandi solisti di
jazz risultati vincitori dei referendum della rivista "Metronome" come questa
del 1948-49.
Dizzy Gillespie, Miles Davis, Fats Navarro,
trombe
J.J. Johnson, Kai
Winding, tromboni
Buddy de Franco,
clarinetto
Charlie Parker,
sax alto
Charlie Ventura,
sax tenore
Ernie Caceres,
sax baritono
Lennie Tristano,
piano
Billy Bauer,
chitarra
Eddie Safranski,
basso
Shelly Manne,
batteria
Pete Rugolo,
direttore
Dal
1957
diventò direttore artistico della
Mercury Records pur continuando a scrivere una quantità di colonne
sonore, finché nel 1965
lo chiamò ancora Kenton
per comporre e arrangiare per la sua nuova rivoluzionaria Los Angeles
Neophonic Orchestra.
Nel novembre
1994
Rugolo venne a Palermo per
dirigere "The Kenton Era" un concerto dell'Orchestra Jazz Siciliana
per il quale mi fu chiesto di lavorare come suo assistente alla direzione.
Una esperienza esaltante, quella di lavorare fianco a fianco di questo
gigante della musica, al quale devo anche la spinta a pubblicare questo mio CD
che era pronto nel cassetto da qualche tempo:
"E' un buon nastro! Fai il CD, ti scrivo io la presentazione per la copertina!"
E'
stato meraviglioso ritornare in Sicilia e, fra le tante belle cose, avere il
piacere di incontrare un jazzman e direttore di big band come Claudio Lo
Cascio, che è stato per me di grande aiuto nella preparazione del mio
concerto del novembre 1994 a Palermo.
Ho ascoltato per primo il CD "Let Me
Try Again" nel quale la big band di
Claudio accompagna swingando così bene Sal Cammarata, un bravo jazz
vocalist che ricorda proprio da vicino il mio vecchio amico Frank Sinatra.
Subito dopo ho ascoltato il
"tape" già pronto per questo CD "Sicilia
Jazz Big Band", con Dusko Gojkovich,
Gianni Basso e Rudy Migliardi come guests, che mi ha veramente
entusiasmato al punto che ho chiesto io a Claudio di poterlo presentare.
Oggi negli States si fa e si ascolta pochissimo jazz e sempre più
raramente quello delle grandi orchestre.
Ma, andando in giro per il mondo, possono capitare delle piacevoli
sorprese come questa che la big band di Claudio mi ha dato, e proprio in questa
Sicilia dove tanti anni fa io ho aperto gli occhi.
Sapete gente, la vita è proprio bella!
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COMMENTI | Inserito il 2/9/2008 alle 23.31.53 da "paulman1" Commento: Claudio! Mi hai commosso! Pete Rugolo, un grande! Paolo Mannelli. | | Inserito il 25/4/2009 alle 23.35.59 da "marioza64" Commento: pete rugolo l'arrangiatore più fantasioso più originale più stravagante più divertente che io abbia mai sentito un vero genio della musico bravo bravo | | Inserito il 12/3/2018 alle 11:53:42 da "francesco.romanetti" Commento: Grande Rugolo. Straordinario innovatore e anticipato. Eccedo o sono fuori pista se ascoltando suoi brani che risalgono addirittura agli anni 40 mi vengono in mente gli Articoli Ensemble of Chicago e (perfino) Anthony Braxton? | |
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Data pubblicazione: 23/11/2002
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