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Pete RUGOLO story
di Claudio Lo Cascio

Pete Rugolo, nel 2001, al Gala dell'ASMACPete (Pietro) Rugolo è nato il 25 dicembre 1915 a San Piero Patti (Messina) in viale Elena.

Il padre, Antonino Rugolo, originario di un paese vicino, Raccuja, lavorò a San Piero come scalpellino marmista per la ditta Fiore, specializzata in tombe e monumenti funerari, finché non dovette partecipare come soldato di fanteria alla Prima Guerra Mondiale; ma fu fatto prigioniero dagli austriaci, per cui il figlio Pietro fu allevato in casa dei nonni paterni, dalla madre Anna Di Perna e dalla zia Caterina Rugolo. Rientrato in famiglia dopo la guerra, Antonino Rugolo si trasferì nel 1920 con moglie e figlio in California, a Santa Rosa. Qui amava accompagnare il suo lavoro di calzolaio ascoltando tutto il giorno su un vecchio fonografo dischi di opere liriche italiane, in particolar modo dischi di Caruso; a volte qualche cliente a corto di soldi pagava...in natura: così un giorno, a saldo di un debito diventato troppo grosso, arrivò un pianoforte. Pete mi ha raccontato che su questo strumento, sistemato nel retrobottega essendo troppo piccolo il locale che dava sulla strada, egli passava molte ore a suonare di tutto, principalmente romanze e arie operistiche celebri, incitato da papà Antonino che preferiva ascoltarlo suonare rinunciando ad essere aiutato da lui nel lavoro.

Incoraggiato dalla famiglia, dopo i primi studi musicali fatti localmente a Santa Rosa, Pete si trasferì a San Francisco dove al Mills College ebbe la fortuna di studiare con il grande compositore francese Darius Milhaud, un musicista aperto al jazz come Ravel e Strawinsky. Da qui il comune "background" culturale con Kenton (che aveva fatto studi molto simili a Los Angeles con Charles Delmares, un settantenne professore francese di composizione); il tandem Kenton - Rugolo funzionò così bene che, ad un certo punto del lavoro con l'orchestra, il sempre più indaffarato Kenton diede in pratica una delega in bianco a Rugolo, le cui idee, musicalmente avanzate, erano in perfetta sintonia con le sue.

"Stan molte volte mi dava un abbozzo di idea, poche battute sul pentagramma, e, sicuro che io avessi capito, mi diceva: OK Pete, adesso, sbrigatela da solo, io vado a Radio City a lavorare".


Stan Kenton & Pete RugoloCosì dal 1945 al 1949 l'orchestra di Stan Kenton diventò di fatto l'orchestra di Rugolo; la sua é stata, rispetto a quella delle big band tradizionali di jazz, una scrittura colta, nella quale sonorità e tempi mai praticati prima d'allora nel jazz come il 5/4, oppure raramente come il 3/4, diventavano, assieme ad originali innovazioni timbriche ed espressive, di uso normale, così come una concezione più avanzata dell'armonia caratterizzata da intervalli dilatati ed accordi complessi, la cui familiarità derivava sia a Rugolo che a Kenton, da comuni studi dei grandi compositori contemporanei come Bartòk, Strawinsky, Shoenberg, ecc.

Indipendentemente dalle valutazioni di tipo estetico che si possono fare su questa o quella grande orchestra americana (da Ellington a Basie, da Goodman ad Herman), l'orchestra di Stan Kenton, alla cui definitiva affermazione Rugolo contribuì in maniera decisiva con tanti anni di duro e prezioso lavoro, rimane oggettivamente dal punto di vista tecnico come la più perfetta macchina orchestrale dell'intera storia del jazz, a tutt'oggi per certi aspetti insuperata.

Un'orchestra in cui la scrittura prevale sui solisti, il cui ruolo non è determinante come in altri casi, salvo limitate eccezioni (ad esempio le performances in certi brani di Maynard Ferguson, Lee Konitz, Laurindo Almeida, Art Pepper, Shelly Manne).

Nel
1949 Rugolo lasciò Kenton per diventare il direttore artistico della Capitol Records a New York ed in questo ruolo curò la realizzazione del famoso album di Miles Davis "Birth Of The Cool", nonché di dischi di cantanti famosi come Nat King Cole, Peggy Lee, Mel Tormé, Billy Eckstine, June Christy, Dean Martin, lavoro che continuò nel 1950 a Los Angeles, dove cominciò a scrivere musica per il cinema e la televisione.

In quel periodo fu chiamato a dirigere le "Metronome All Stars", orchestre formate dai più grandi solisti di jazz risultati vincitori dei referendum della rivista "Metronome" come questa del 1948-49.


Dizzy Gillespie
, Miles Davis, Fats Navarro, trombe
J.J. Johnson
, Kai Winding, tromboni
Buddy de Franco
, clarinetto
Charlie Parker
, sax alto
Charlie Ventura
, sax tenore
Ernie Caceres
, sax baritono
Lennie Tristano
, piano
Billy Bauer
, chitarra
Eddie Safranski
, basso
Shelly Manne
, batteria
Pete Rugolo
, direttore

Dal 1957 diventò direttore artistico della Mercury Records pur continuando a scrivere una quantità di colonne sonore, finché nel 1965 lo chiamò ancora Kenton per comporre e arrangiare per la sua nuova rivoluzionaria Los Angeles Neophonic Orchestra.

Nel novembre 1994 Rugolo venne a Palermo per dirigere "The Kenton Era" un concerto dell'Orchestra Jazz Siciliana per il quale mi fu chiesto di lavorare come suo assistente alla direzione.

Una esperienza esaltante, quella di lavorare fianco a fianco di questo gigante della musica, al quale devo anche la spinta a pubblicare questo mio CD che era pronto nel cassetto da qualche tempo: "E' un buon nastro! Fai il CD, ti scrivo io la presentazione per la copertina!"

E' stato meraviglioso ritornare in Sicilia e, fra le tante belle cose, avere il piacere di incontrare un jazzman e direttore di big band come Claudio Lo Cascio, che è stato per me di grande aiuto nella preparazione del mio concerto del novembre 1994 a Palermo.
Ho ascoltato per primo il CD "
Let Me Try Again" nel quale la big band di Claudio accompagna swingando così bene Sal Cammarata, un bravo jazz vocalist che ricorda proprio da vicino il mio vecchio amico Frank Sinatra.


Subito dopo ho ascoltato il "tape" già pronto per questo CD "Sicilia Jazz Big Band", con Dusko Gojkovich, Gianni Basso e Rudy Migliardi come guests, che mi ha veramente entusiasmato al punto che ho chiesto io a Claudio di poterlo presentare.

Oggi negli States si fa e si ascolta pochissimo jazz e sempre più raramente quello delle grandi orchestre.

Ma, andando in giro per il mondo, possono capitare delle piacevoli sorprese come questa che la big band di Claudio mi ha dato, e proprio in questa Sicilia dove tanti anni fa io ho aperto gli occhi.

Sapete gente, la vita è proprio bella!

Rudi Migliardi, Dusko Gojkovich, Gianni BassoPete Rugolo (seduto) & Claudio Lo Cascio
 


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COMMENTI
Inserito il 2/9/2008 alle 23.31.53 da "paulman1"
Commento:
Claudio! Mi hai commosso! Pete Rugolo, un grande!
Paolo Mannelli.
 
Inserito il 25/4/2009 alle 23.35.59 da "marioza64"
Commento:
pete rugolo l'arrangiatore più fantasioso più originale più stravagante più divertente che io abbia mai sentito un vero genio della musico bravo bravo
 
Inserito il 12/3/2018 alle 11:53:42 da "francesco.romanetti"
Commento:
Grande Rugolo. Straordinario innovatore e anticipato. Eccedo o sono fuori pista se ascoltando suoi brani che risalgono addirittura agli anni 40 mi vengono in mente gli Articoli Ensemble of Chicago e (perfino) Anthony Braxton?
 

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Data pubblicazione: 23/11/2002





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