Jazz Trio
Savona:
tre musicisti classe 1928 regalano emozioni a Villa Cambiasi
di Fulvio La Cognata
fulvioejo@hotmail.com
Domenica
9 Giugno 2002
alle ore 21 in anteprima per la
nostra città, il "Jazz Trio Savona" è salito in cattedra a Villa
Cambiaso nella sua stupenda cornice settecentesca. Il concerto ha visto
impegnati tre artisti d'eccezione noti al pubblico degli appassionati. Gino
Bocchino alla batteria, Lello Poggi al Pianoforte e Beppe Orsi
al contrabbasso; tutti e tre accomunati dall'anno di nascita con la stessa data,
il 1928…
Che annata!
Il
pittore Pio Vintera è stato il magnifico regista della serata. Il
professore Sergio Tortarolo ha premiato con una targa ricordo il pittore
savonese Carlo Giusto per i suoi cinquant'anni di attività ininterrotta,
guarda caso anch'egli nato in quell'anno.
Emozioni? Sì, tante a partire dalla presentazione dei tre musicisti che
lo scrittore esperto di Jazz Marco Melloni ha magistralmente descritto
nella sua relazione. Quando è toccato agli artisti: "Stella
by Starlight" di Young
è stato il pezzo d'apertura dove Gino Bocchino ci ha dato una dimostrazione
sull'uso dell'arte delle spazzole applicate al tamburo rullante con molteplici,
perfetti, veri e propri "frulli d'ali" in sintonia con un'accurata ricerca della
sonorità sui piatti del charleston canonicamente usati in levare.
Nella famosa "Song
of the Tree",
meglio conosciuta come "Poinciana", ci ha stupiti l'uso delle mani sui
tamburi nel passaggio dalla Bossa nova a beguine del brano. Vero e
proprio cantabile timpanistico, dato che i tamburi eseguivano dei veri e propri
suoni.
Nella seconda parte del concerto con l'uso delle bacchette, abbiamo
ascoltato "Lady be
Good", "Night
and Day" e "Blue
Monk", ma il
grande assolo è stato durante l'esecuzione di "I'll
Remember April"
(Autore: Don Raye Gene de Paul) con assoli di batteria di altissimo livello
tanto da udire persino il "Bass Drum" - la cassa - che rullava sotto le
frequenze trasmesse dalla punta del pedale.
La
magìa del tocco pianistico di Lello Poggi, ci è sembrata appartenere,
derivare, dagli studi di Bach per clavicembalo ben temperato. L'improvvisazione
con cui Lello Poggi - ancora una volta - ha saputo trasmetterci un fremito,
trova ispirazione anche nella tecnica del grande Errol Garner con accordi
ritmici ben distribuiti, dosati, impostati sull'acciaccatura armonica. Non sono
mancati riferimenti agli stili dei grandi Count Basie e Bill Evans.
Le sue dita, non molto affusolate, corrono sulla tastiera con una ritmica
ed accenti che fanno la grande gioia dei batteristi, dei cantanti, dei
sassofonisti e di tutti quegli strumentisti che dal jazz, cercano oltrechè
improvvisazione il tocco pianistico jazzistico ed il contrappunto, vero e
proprio dono di natura, che Lello Poggi possiede nel suo DNA.
Scende la mano affusolata dalle dita lunghissime in tutte le posizioni
fino al ponticello. L'anulare ed il medio nervosamente chiusi tra loro per
ottenere la massima sonorità dal suo contrabbasso. L'impostazione della mano
sinistra a forma di parentesi con un pollice nervoso, scivoloso, sul retro del
manico alla ricerca della esatta posizione che farà vibrare il suo
strumento-datato 1940, sulle note più gravi.
L'applauso è fragoroso, da intenditori, non appena Beppe Orsi
termina il suo "solo" sul brano "O.P.
Meets L.T": cioè
Oscar Pettiford incontra Lucky Thompson. Villa Cambiaso ridondante di
applausi per questi tre musicisti che hanno portato il nome di Savona nei libri
e nella storia della musica afro-americana, nella storia della musica scritta
dai negri del profondo Sud e del Nord in cerca di Libertà.
Grazie, cari amici del "Jazz Trio – Savona", siamo orgogliosi di
voi.
Una "Standing Ovation" davvero meritata. A quando la prossima
performance?
Fulvio La Cognata
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Data pubblicazione: 09/07/2002
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