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L'ultima volta di Compay...
di Gianmichele Taormina

L'AVANA - Compay Segundo, il cantautore cubano novantaciquenne, leader del gruppo Buena Vista Social Club, è morto a L'Avana. Lo ha annunciato a Madrid la sua casa discografica, la Warner. Nei giorni scorsi a causa di una infezione renale era stato ricoverato in ospedale ed aveva annullato una serie di concerti in Europa.

Il musicista cubano aveva 95 anni

LA FAMA CON IL FILM DI WIM WENDERS - Nato in piccolo paese vicino a Santiago di Cuba nel 1907, Compay Segundo, il cui vero nome era Maximo Francisco Repilado Munoz, ha conosciuto una nuova stagione artistica da quando il chitarrista americano Ry Cooder lo ha riscoperto a Cuba. Insieme, hanno collaborato con il regista Wim Wenders per la realizzazione del film "Buena Vista Social Club", del 1999, dedicato alla vita e all'arte dei grandi cantanti dell'isola caraibica.

LA COLONNA SONORA HA VENDUTO UN MILIONE DI COPIE - Con il disco tratto dal film, Compay Segundo, il panama sulla testa, il sigaro eternamente in mano, ha venduto quasi un milione di copie e ha vinto un Grammy Award. La sua ultima esibizione in pubblico risale al 27 febbraio scorso quando tenne un concerto all'Auditorium Nazionale di Città del Messico.

Dal Corriere Della Sera del 14 luglio 2003

Nella sua ultima visita italiana datata settembre 2001, il celebre musicista cubano è stato intervistato per il quotidiano di Palermo L'Ora dal nostro collaboratore Gianmichele Taormina. Quanto segue è l'intervista integrale.

Parlate forte perché non sento molto bene! Sono un pò sordo da un orecchio! Dice scherzando Compay Segundo, storico chitarrista, clarinettista e compositore cubano.

All'apparenza sembra un fragile nonnino confortato dalla sua inamovibile sciarpetta. Oggetto che quantomeno desta curiosità nel torrido sicilianissimo ultimo venerdì di settembre. Ed invece, arzillo e spavaldo nei sui novantatre anni suonati, Compay esordisce all'apertura della conferenza stampa raccontando un'antica barzelletta cubana sul caffè.

Poi prende un sigaro già iniziato e lo accende, giustificandosi del fatto che i medici, visto che fuma da 83 anni, oramai non possono più vietargli questa sua meccanica abitudine.

…Sapete: ho lavorato per undici anni alla fabbrica Montecristo, una delle più importanti all'Avana nella produzione dei sigari e del tabacco. Quando andai in pensione, 22 anni fa (lo dice candidamente, mentre a noi giornalisti sembra già un secolo), ho regalato i miei arnesi a un mio collega di bancone. Tanto io ho i miei attrezzi personali coi quali mi faccio i sigari…

Francisco Rapilardo – questo il suo vero nome – sin da giovanissimo lavorava nei campi di tabacco e come barbiere per mantenersi da vivere. Poi si trasferisce all'Avana e fonda nel 1942, con Lorenzo Hierrezuelo, il duo Los Compadres. Tanta musica. Tante canzoni ed emozionanti nottate nei clubs della capitale cubana…

All'Havana ci chiamiamo tutti compadre, cioè compari. Essendo nel duo il chitarrista, ma anche la seconda voce, ecco perché fui ribattezzato Segundo!

(Scorgo dagli occhi un po' di commozione, così cerco conforto in argomenti più attuali…)

Cosa ricorda dell'esperienza con Ry Cooder e che tipo di rapporto ha avuto con questo enorme musicista americano?
Con Ry abbiamo intrapreso un bellissimo rapporto che non si è limitato al solo momento artistico ma che si è sviluppato anche nella sfera dell'amicizia. Lui è un fine chitarrista e un musicista davvero intuitivo. Ciò che lui suona arriva al cuore della gente. Cooder venne all'Avana con il desiderio di ascoltare musicisti popolari della città, ma - sottolinea - della mia generazione!. Dopo aver girato per un po' gli segnalarono il mio nome: "Vai a trovare Compay Segundo" - gli dissero - "vedrai che lui suonerà la musica che cerchi, la vera musica tradizionale cubana!". Così m'invitò a quel bellissimo proggetto che fu Buona Vista Social Club. Chiesi alla mia etichetta l‘autorizzazione per suonare come ospite per un'altra etichetta, ed entrammo in studio. Ed è lì che cantammo Y tu Què Has Hecho? (ce ne accenna un breve passo). Una bella canzone con un'aria vagamente americana….

Infatti! Volevo appunto chiederle se si trovò concorde con Cooder sulla scelta di mescolare musica tradizionale cubana e lontane atmosfere vicine al rock statunitense…
Certamente! Fondamentalmente mi ritengo un musicista molto "ampio" (dice il nonnino esclamando esattamente il termine e allargando generosamente le braccia). Amo ascoltare tutte le musiche e sono ben accetto nei confronti delle cosiddette contaminazioni. L'importante è che la musica sia buona. Non fa differenza da dove provenga!

Ripeterebbe l'esperienza con Ry Cooder, magari pubblicando un volume due di Buena Vista?
Sicuramente! Senza dubbio! (dice Compay, poggiando con disinvoltura il sigaro sul posacenere).

Chi sono stati i suoi maestri musicali? Se li ricorda? Ha anche suonato con loro?
(Senza alcuna esitazione Compay inizia a dettare la lunga lista).
Sindo Garay, Pepe Banderas, Quintin Sanchez, Ramòn Dilù. Questo – ci dice – era un grande cantante e poi Miguel Matamorro leader dell'omonimo trio. Ho suonato per dodici anni in questa formazione. Suonavo il clarinetto. Molti mi conoscono come chitarrista e cantante ma in realtà la mia prima passione è stata quella di suonare il clarinetto! Matamorro mi veniva a trovare in fabbrica alle quattordici, quando smettevo il primo turno. Mi ricordava che alle quindici avevo appuntamento con lui per provare o suonare. Era bello e divertente…

E il suo ultimo lavoro discografico, Las Flores de La Vida?
Sono tutte belle canzoni. Alcune appartengono alla classicità della musica cubana, altre sono moderne… Amo molto inserire elementi di musica spagnola, raffinatezze jazz e altro ancora nelle mie canzoni…

La canzone cha da il titolo al disco l'ho scritta in aereo, tra Roma, l'Avana e la Germania, visitando un gran bel giardino che mi commosse molto…

A Roma invece, c'ero venuto perché fui invitato dal Papa durante la giornata mondiale del malato. Io sono cattolicissimo ed era da sempre il mio sogno incontrare il pontefice. Pensa che poi ho incontrato alcuni miei funs provenineti da Cuba per il Papa ma che vedendomi venivano a stringermi la mano! E' stato davvero emozionante! (si ride tutti a crepapelle).

Comunque quando mi chiedono qual è il tuo ultimo disco io rispondo: Il mio penultimo vorrai dire! (ride ancora divertito). In queste cose – conclude il musicista, prima di rifocillarsi con un Martini assieme ai suoi numerosi accompagnatori – bisogna fare sempre gli scongiuri! Non si sa mai…..!

Palermo, 29 settembre 2001 - Gianmichele Taormina

DAL BUENA VISTA A PALERMO, L'AVVENTURA DI Compay Segundo NEL RACCONTO DI WIM WENDERS….
"Il Buena Vista Social Club! Dobbiamo chiedere agli anziani del quartiere: Dov'era il Buena Vista?". Esclama agitato Compay Segundo, voce rappresentativa del son de Cuba, intento a cercare le tracce di se stesso tra le vie della Santiago periferica. Quella più povera e popolosa. Quella che più affascina il Wim Wenders introspettivo e delicato che tutti conosciamo e amiamo. Tra questi vicoli Wenders, alla guida di una datata auto, forse una Mustang dell'immediato dopoguerra, è intento ad accompagnare il vecchio Compay, dentro il lungo ed emozionante viaggio dei ricordi. Impossibile dimenticare a quattro anni esatti di distanza, le parole di Compay Segundo scolpite dentro quel magnifico racconto musicale che fu Buena Vista Social Club, il film che il celebre cineasta tedesco fece colorare con le musiche di Cuba, finemente cesellate da quel grande musicista che risponde al nome di Ry Cooder. Il disco svela la vera essenza della musica tradizionale cubana immortalando tutti i personaggi che hanno così riaperto un'epopea da tempo dimenticata dagli anni e dal terribile embargo statunitense. Ry Cooder riuscì a scovare e portare in sala d'incisione alcuni dei migliori strumentisti dell'isola – Compay Segundo in testa - che, in alcuni casi, avevano dovuto abbandonare del tutto lo strumento per sopravvivere. Le note di quel disco, inciso nei vecchi storici studi Egrem di Cuba, invasero in breve il mondo intero, tanto il successo fu travolgente. Altrettanto impossibile è però non ricordare l'apertura del film, affidata proprio al vecchio Compay, il veterano della banda che assieme a Eliades Ochoa intona le prime note di Chan Chan: Da Alto Cedro vado a Marcanè/ Poi a Cueto vado verso Mayarì/ L'affetto che provo per te/ non lo posso negare/ mi viene la bava alla bocca/ non posso farci niente…

Inizia così l'avventura di Compay Segundo e dei suoi amici che non vedeva da un pezzo, mentre a Wenders racconta senza pudore: Sono nato nel 1907 in riva all'Oceano, a Siboney – parla calmo Compay ricordando la sua prima infanzia – Ci vivevo con mio padre. Era macchinista sui treni delle miniere. Ma non potevo lasciare Siboney prima che mia nonna morisse. Lei mi diceva così: "finchè non muoio mio nipote non può lasciarmi!" E io le accendevo i sigari. Avevo cinque anni. "Su, accendimi un sigaro". Lo accendevo e poi lo passavo a mia nonna, e lei se lo fumava. Quindi posso affermare che fumo da 85 anni… Da qui prosegue il film-documentario narrato dalle musiche di un cd divenuto oramai un classico. Oltre un milione di copie vendute, riconoscimenti internazionali a ripetizione e, soprattutto, la rinascita artistica per questi fenomenali cantori di Cuba, nonché un rilancio della vera musica tradizionale dell'isola. Compay Segundo, insieme a Eliades Ochoa, Ruben Gonzalez e Ibrahim Ferrer costituisce l'ossatura di quel progetto a cui si unirono poi altri collaboratori più o meno sporadici, prima tra tutte la meravigliosa voce di Omara Portuondo.

Que Sabroseao, Guantanamera, Chan Chan, Candela, El Carretero. Queste sono le musiche, le semplidci e accattivani canzoni del vecchio chitarrsita. Musica fresca, gioiosa, divertete ma anche commovente quella di Compay Segundo, il quale conosce bene dove saper toccare i tasti più importanti e delicati del cuore.
Gianmichele Taormina



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Data pubblicazione: 19/07/2003





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