Judy Collins
ha entusiasmato le platee di tutto il mondo con il suo repertorio di canzoni folk
d'autore e di temi contemporanei. La sua impressionante carriera dura da oltre 40
anni. All'età di 13 anni
Judy Collins
debuttò pubblicamente eseguendo il "Concerto per due Pianoforti" di Mozart,
ma fu la musica di autori quali Woody Guthrie e Pete Seeger, come
anche le canzoni tradizionali del "folk revival" che misero in moto l'amore
di Judy Collins per i testi. Lasciò il piano per abbracciare la chitarra.
Nel 1961,
Judy Collins
uscì con il suo primo album, "A Maid Of Constant Sorrow"
all'erà di 22 anni, e diede inizio a una collaborazione che dura da trentacinque
anni con Jac Holzman e la Elektra Records.
Judy Collins
è anche conosciuta per la sua rivisitazione di "Both Sides
Now" di Joni Mitchell, inclusa nel suo album "Wildflowers"
del 1967. "Both Sides Now" è da allora
entrato nella Grammy's Hall of Fame.
Nel
1957 la sua versione di "Send
In The Clowns", una ballad scritta da Stephen Sondheim per il
Broadway Musical "A Little Night Music", vinse il titolo di "Song Of The
Year" (Canzone dell'Anno) al Grammy's Awards Show.
Uscito il 29 settembre, il nuovo libro di
Judy Collins,
"Sanity and Grace, A Journey of Suicide, Survival and Strength"
è un memoriale estremamente toccante che parla della morte del suo unico figlio,
e del processo di guarigione dopo la tragedia. Il libro parla a tutti coloro i quali
hanno subito il dolore della perdita prematura di una persona cara. Dalle profondità
della sua sofferenza,
Judy Collins ha trovato sollievo attraverso l'aiuto e il sostegno
di altre persone. Ora, è lei che tende la mano per confortare altri sopravvissuti
le cui vite sono state colpite da una simile tragedia.
In una recente puntata di "Good Morning America" della ABC, Judy
ha eseguito "Wings of Angels", la staziante
ballad da lei scritta dopo la perdita di suo figlio. La canzone è attualmente disponibile
nell'album e nel DVD "Judy Collins Wildflower Festival",
che include anche ospiti quali Arlo Guthrie, Tom Rush, ed Eric
Andersen. Questo concerto straordinario è stato filmato presso la famosa
Humphrey's By the Bay a San Diego, in California. Il concerto è stato il culmine
di un tour nazionale che ha toccato 25 città.
Judy Collins
continua a creare musica di speranza e guarigione che illumina il mondo e che parla
al cuore.
(tratto dalla biografia ufficiale di Judy Collins)
Questa sera Judy Collins ha dovuto cambiare tutti i suoi programmi
e anche la scaletta, una volta sul palco. La sua chitarra non è arrivata in tempo
dall'aeroporto. E così, la grande folk singer e autrice americana non ha potuto
suonare il suo strumento d'elezione, la chitarra, che meglio ancora si accompagna
alla voce nel suo particolare genere musicale. Accompagnata da Russel Walden,
che è passato dal piano alle tastiere ogni volta che lei stessa passava da uno strumento
all'altro, abbiamo avuto modo di apprezzare la grande flessibilità, l'esperienza
e il talento di Judy Collins. Durante il primo set della serata la Signora
Collins ha eseguito, con voce nitida e cristallina, parecchi brani facenti parte
del suo variegato repertorio, che spazia attraverso moltissimi generi musicali,
collegati ai suoi diversi progetti. Le canzoni che Judy Collins ha eseguito
durante il primo set spaziano da suoi brani originali a canzoni d'autore, da brani
facenti parte del songbook dei Beatles, a brani jazz. Vi riportiamo la scaletta
del primo set: "Both Sides Now" (Joni Mitchell),
"Someday Soon" (Judy Collins), "My
Father" (Judy Collins), "Suzanne"
(Leonard Cohen), "Since You've Asked" (Judy
Collins), "Born To The Breed" (Judy Collins),
"My Funny Valentine" (Rodgers, Hart) "They
Can't Take That Away From Me" (G. Gershwin), "Send
In The Clowns" (Stephen Sondheim), "Bird On
A Wire" (Leonard Cohen), "In My Life"
(Lennon & McCartney), "Chelsea Morning" (Joni
Mitchell) "Song for Duke" (Judy Collins), "Amazing
Grace" (traditional), "A Thousand Kisses"
(Leonard Cohen) "Who Knows Where The Time Goes"
(Sandy Denny). La scelta di canzoni di indubbia bellezza, i testi significativi,
l'armoniosità della voce limpida e cristallina di Judy Collins e l'intimità
della situazione piano-voce hanno reso questa serata veramente speciale.
Dopo il primo set del concerto, incontriamo Judy Collins.
Ci eravamo appena accomodati nella saletta riservata agli artisti, pronti per
dare inizio all'intervista, quando viene annunciato che il Primo Ministro di Taiwan
chiede di poter entrare per congratularsi con la Signora Collins. Judy Collins
è stata a Taiwan poco tempo fa, e ci racconta che l'hanno intervistata per due giorni
di fila: radio, televisione, stampa… E aggiunge che trova che Taiwan sia un luogo
veramente molto interessante, tanto interessato alle arti, alla musica, e che lì
è tutto è così diverso…. Dopo i saluti con il Primo Ministro e varie altre persone
inclusi alcuni fan, iniziamo l'intervista.
Eva Simontacchi: Che città e che Paesi ha
toccato con questo tour? Da dove proveniva e per che destinazione partirà domani?
Judy Collins: Ho fatto alcuni concerti…. Un concerto
in Germania. Non sono mai stata in Germania, per me è stata la prima volta. Sono
stata a una grossa conferenza che si chiama "Pop Com" a Berlino. C'erano
tantissimi musicisti da tutto il mondo, e mi sono trovata là anche io in mezzo ad
altri musicisti. E' stato divertente.
E.S.: Le è piaciuto?
J.C.: Mi è piaciuto molto! Ho passato delle bellissime
giornate!
E.S.: Ha incontrato amici o musicisti che già conosceva?
J.C.: No. Ho incontrato nuovi musicisti, è stato tutto
nuovo per me. Abbiamo avuto degli scambi commerciali. E' una di quelle grosse organizzazioni
internazionali quali il MIDEM. Poi sono stata in Inghilterra per dei miei affari
privati, e ho tenuto un concerto al Jazz Café di Camden, a Londra, ed è stato magnifico.
Poi mi sono recata in Scozia, dove abbiamo suonato presso la Queen's Hall, e poi
siamo venuti qui. Domani mattina torno a casa. Ho un concerto settimana prossima
a New York.
E.S.: Se non sbaglio è la prima volta che tiene
un concerto in Italia…..
J.C.: Non ho mai tenuto concerti in Italia prima d'ora.
E.S.: Peccato che non si possano acquistare i suoi
dischi qui al Blue
Note stasera. Normalmente pongono in vendita gli album degli artisti che
hanno in cartellone, ma questa volta non ho trovato nulla. Spero arrivi qualcosa
prima che inizi il secondo set...
J.C.: Chissà, forse sono insieme alla mia chitarra…..
Non so! Avrebbero dovuto esserci.
E.S.:
Lei è anche autrice di vari libri…….
J.C.: Si, ho scritto vari libri. Li potete trovare
su Amazon, in rete, se non riuscite
a trovarli nei negozi. Ma sono veramente sorpresa che non ci siano i miei dischi
qui stasera…Sono molto sorpresa!
E.S.: Bè, sono certa che riusciremo a trovarli a
breve nei negozi specializzati. O più tardi forse anche qui al
Blue Note.
Sono stata molto contenta di avere avuto l'opportunità di ascoltarla live stasera,
perché avevo solo ascoltato alcune sue incisioni, alcuni suoi album. Non l'avevo
mai ascoltata dal vivo, e il concerto di stasera è stato davvero molto bello nonostante
abbia dovuto far di necessità virtù, cantando senza la sua chitarra. E' riuscita
a toccare i nostri cuori.
J.C.: Avevo un bel pubblico, davvero molto accogliente.
E.S.: Potrebbe parlarci dei suoi progetti dopo questo
tour? Sta scrivendo un altro libro?
J.C.: Sto scrivendo un altro libro che dovrebbe uscire
in aprile, ma il mio editore non me l'ha ancora reso, e dovrei terminarlo, dunque
non so quando uscirà. Sto sempre lavorando su di un libro, e sono sempre alle prese
con nuovi progetti. Ho scritto un libro un paio di anni fa, intitolato "Sanity
and Grace", che parla del suicidio, e copro l'argomento dalla A alla
Z inclusa la mia perdita personale e ciò che ho appreso e ciò che conosco di questa
esperienza. Il nuovo libro che dovrebbe uscire prossimamente si intitola "The
Seven T's" (Le Sette "T") e tratta di ciò che si fa per attraversare
i periodi difficili. E le "T" indicano "Truth" (verità), "Trust" (fiducia),
"Therapy" (terapia), e una delle mie sorelle ha aggiunto: "Non puoi dimenticare
"Temperance and Tenacity" (temperanza e tenacità). Quelle sono le sue due "T"…
E' un libro pratico. Penso che quando accade qualcosa di devastante, la gente non
sa dove cercare, cosa fare, ha bisogno di fare delle cose molto pratiche, ed ecco
di cosa parla il libro. Per quanto riguarda i miei progetti, sto lavorando su di
un album, un cd, di altri cantanti che cantano le mie canzoni. Chrissie Heinz
canterà "My Father", e Leonard (n.d.t.
Cohen) in effetti leggerà, non canterà una canzone, ma ci saranno un sacco
di artisti; Dolly Parton ha già finito la sua canzone, e sarà presente nell'album
anche Emmylou Harris.... Inoltre sto lavorando su di un album che uscirà
in primavera, e che sarà una sorpresa. Ho fatto un album interamente dedicato a
Leonard Cohen, un altro interamente dedicato a Bob Dylan, e questo
nuovo cd conterrà l'opera di un altro artista, ma non voglio ancora dire di chi
si tratta……Dunque sta andando tutto molto bene.
E.S.: Lei insegna? Tiene delle Master Class musicali?
J.C.: Bè, mi piace pensare che io stia già insegnando
facendo ciò che faccio….
E.S.: E' certamente una forma di insegnamento!
J.C.: Io credo di insegnare, suppongo, attraverso il
lavoro che svolgo, però scrivo anche dei testi che riguardano la musica. E a un
certo punto scriverò un intero libro sulla mia esperienza con i maestri di canto.
In effetti, potrebbe trattarsi del mio prossimo libro. Ne ho anche parlato con una
buona amica, che è una prolifica scrittrice. Ne abbiamo parlato io e lei, insieme
a mio marito e a un suo amico. Ho avuto un paio di maestri di canto veramente potenti.
E penso che un libro che tratta l'esperienza di com'è essere uno studente sia ciò
che ho realmente voglia di fare. Ho scritto un libro intitolato "Singing
Lessons" (Lezioni di Canto), e in un capitolo c'è la storia della mia
relazione con il mio maestro, Max Margulis, che tra parentesi, è uno dei
tre fondatori della Blue Note Records. E finalmente, dopo anni di insistenze
da parte mia che continuavo a chiedere "Perché il nome di Max non è incluso qui?",
il suo nome è finalmente stato messo al 50esimo o 60esimo anniversario. C'è una
grossa collezione, e proprio nel libretto accompagnatorio, in copertina si parla
di Max Margulis. E' stato fondamentale per me come insegnante. Ho studiato
con lui per 32 anni…Ecco qual è il mio approccio all'insegnamento: faccio concerti,
faccio dei cd, scrivo libri sul processo musicale, e continuo a lavorare, e questa
è, dopo tutto, la più grande lezione. E penso che per imparare qualcosa sul canto
o sulla musica sia importante osservare e ascoltare artisti che ...
voglio
dire, io non riesco ad ascoltare qualcuno che canta male, e sono pronta ad alzarmi
e ad uscire da qualsiasi posto se reputo che si tratti di un canto di scarsa qualità.
Non mi interessa se tutti dicono che è molto buono. Se non riesco a capire i testi,
allora sappiate che me ne vado. E questa è la vera prova del nove, no? Se tu sei
in grado di capire quanto viene detto, e c'è chiarezza ed un buon fraseggio ...
ma se invece non sei in grado di capire una parola, allora ... Chi ne ha bisogno?
Pavarotti ha raccontato una storia meravigliosa che riguarda Gigli,
che è stato per me un mito. Pavarotti si recò insieme a suo padre e a suo
zio, anch'essi cantanti, a un concerto di Gigli. Alla fine del concerto, il padre
di Pavarotti si alzò in piedi e gridò "Bravo! Bravissimo!" mentre lo zio
restò seduto. E Pavarotti disse che da questo comportamento lui comprese che qualsiasi
cosa tu possa fare, metà delle persone ti odieranno e metà delle persone ti ameranno.
E' così, e non c'è niente che si possa fare per cambiare le cose! Ma io penso che
Gigli sia stato un grande cantante, e lo ascolto spesso. Ascolto Pavarotti nei suoi
anni giovanili, e imparo molto! Davvero, imparo molto. Credo che si debba essere
molto vigili riguardo a ciò che si ascolta. Ed ecco cosa cerco di fare: andare avanti
restando sul giusto binario.
E.S.: Dopo un concerto, cosa le piace pensare di
avere lasciato al suo pubblico?
J.C.: Do al pubblico il viaggio che intraprendo quella
sera. E che termina con loro, perché è sempre unico! Stasera ho fatto tantissime
cose diverse perché non avevo la chitarra, dunque sono passata dal piano alle tastiere
al microfono, ho cantato sequenze diverse e ho "scombinato" un po' quella che sarebbe
dovuta essere la scaletta. Ho fatto anche delle cose che probabilmente non avrei
fatto se avessi avuto la mia chitarra. In ogni caso si tratta sempre di un'esperienza
unica. L'esperienza di una particolare sera non verrà mai ripetuta. Abbiamo talmente
tanta musica, e talmente tanta arte a disposizione già preconfezionata. Possiamo
prendere i nostri piccoli i-pod, metterci comodi, e ascoltare tutta la musica che
vogliamo. Ma la musica live è dove la gente viene realmente nutrita! La loro anima,
il loro cuore vengono nutriti, e la stessa cosa vale per l'artista che è sul palco.
E se io riesco a dormire bene la notte del concerto, significa che ho fatto ciò
che intendevo fare. Ed è una azione molto "meditativa" a causa della voce e del
fiato. E lo sai, dato che anche tu sei una cantante. Si tratta di uno stato molto
"elevato", ma anche "alleviato" (ride e mi osserva con una punta di complicità)
Voglio dire, tutto scompare ad eccezione di quello che stai facendo. Ed è importante
per qualsiasi artista, per ogni persona essere totalmente concentrati su qualcosa
o qualcuno. Vado ad ascoltare molta musica, e adoro l'esperienza di lasciarmi trasportare
nel viaggio di qualcuno. E questo è quello che offro anche io: un viaggio. Ed è
molto personale! Accadono delle cose con un certo pubblico che sono specifiche di
quel pubblico. E ci sono dei momenti che non si ripeteranno più due volte, sia per
il pubblico che per l'artista. E' molto stimolante essere coinvolti nell'arte. E'
vero per ogni artista in qualsiasi situazione perché stai sempre cercando di reinventarti.
E' bello, è stimolante! Mi sento molto fortunata.
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COMMENTI | Inserito il 28/5/2010 alle 23.22.48 da "albertolo502" Commento: E' una meraviglia poter vedere questo bellissimo ricordo in Italia di Judy. Purtroppo quando era agli inizi, in quel periodo unico, mai più toccato dalla musica pop che è stato tra il 1961 e il 1970, ero troppo piccolo e solo in seguito, ho potuto riprendere tutto il discorso musicale e culturale che c'era dietro. Ho fatto in tempo a farmi qualche buona amicizia all'inizio degli anni '80, quando tutto era ormai industria e me..da allo stato puro: con Francesco Frank Zappa (e le sue due sorelle)e John Phillips fra gli altri, con John McDonald e un altro buon numero di gente vera. Da tempo sulla scena di chi parla di pop in Italia sento di personaggi che non ho mai conosciuto eppure scrivono sui giornali più importanti. Faccio solo il nome di tale Zaccagnini per tutti gli altri. Fino a che non mi convincono che sono fuori dalle lobbies industriali, saranno per me solo gente del business. Niente di male, ma io non c'entro e non voglio entrarci tanto meno oggi. Mi ricordo invece, prima che cambiasse mestiere, Enzo Caffarelli e per gusto musicale, Paolo Giaccio. Grazie per il bellissimo post e alla signora che l'ha redatto e al contesto non commerciale in cui si colloca, motivo per cui ho replicato. a. marini | |
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Data pubblicazione: 29/01/2007
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