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Intervista a Emiliano Loconsolo
gennaio 2008
di Eva Simontacchi
Foto: Eva Simontacchi e Archivio Emiliano Loconsolo
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But not for me
Scalinatella
Something
to live for
Il quotidiano "Il Tirreno", ha recentemente descritto il cantante
Emiliano
Loconsolo come "Sofisticato, elegante, voce delicata, quasi fragile
alla Chet
Baker, affascinante nelle melodie vocali e nello swing di velluto...salutato
dalla critica come un' autentica promessa nel canto jazz, categoria che nel nostro
paese se ha letteralmente spopolato fra le femmine, non ha avuto molta fortuna tra
i maschi". Emiliano ha lavorato con musicisti high-standard del panorama internazionale
come Stefano
"Cocco" Cantini,
Stefano
Bollani,
Paolino
Dalla Porta,
Massimo
Manzi, Sal La Rocca, John Babojan,
Garrison
Fewell, Alessandra Belloni tra gli altri. Si è esibito al
Capolinea (Milano), al Festival del Jazz di Lucca, al Break in Jazz Festival (Milano)
e a Umbria jazz Winter (Orvieto).
Di origine milanese, il tenore/controtenore
Emiliano
Loconsolo è considerato uno dei più suggestivi e singolari vocalist
emergenti del panorama italiano. Dopo essersi affermato per le sue interpretazioni
Jazz, si è allontanato dai binari del mercato commerciale e ha allestito un repertorio
affascinante quanto vasto, che include classici dell'American Songbook, Villanelle,
arie del sei-settecento italiano e contemporary art songs.
Educato sia al canto classico che jazz,
Emiliano
Loconsolo ha sviluppato una tecnica versatile che con continuità timbrica
fonde il registro di tenore e controtenore, e affronta composizioni di vario genere
e periodo storico. Il suo sound ibrido trova sempre piu' frequentemente riscontro
tra compositori contemporanei, grazie alle contaminazioni del repertorio Jazz con
il "belcanto", e alla fusione del senso ritmico-improvvisativo con la musica antica.
Emiliano
Loconsolo è uno dei pochi performers contemporanei ad approcciarsi alla
musica di Roberto Murolo e alla riscoperta della tradizione Folk italiana
attraverso Villanelle e Canzonette. Ha anticipato il suo "Tribute to Roberto
Murolo" lo scorso autunno al City University of New York e il Verizon Jazz Stage
(Providence, RI). Nel dicembre 2007 ha collaborato
con la percussionista Alessandra Belloni in "Tarantella Spider Dance",
una rappresentazione teatrale-multimediale sulla genesi della Tarantella che ha
ottenuto "sold out" per tutte le tre rappresentazioni al Theatre for The New City
in New York.
Nel 2005 ha collaborato con l'icona
della jazz avant-garde Irene Aebi, focalizzandosi su composizioni inedite
del di lei marito
Steve Lacy,
e sulla rappresentazione in anteprima negli USA di "Futurities", una suite
di 20 brani nati dalla collaborazione tra Lacy e il leggendario poeta americano
Robert Creeley.
E' stato semi-finalista del Premio Nazionale
Massimo Urbani
2001 (Urbisaglia) e semi-finalista del First
International Young Jazz Singers Competition a Bruxelles (2005).
Nel 2005 è stato invitato all'International
Jazz Festival di Bali (Indonesia) ed è stato protagonista di due trasmissioni radio
a lui dedicate su Radio Palermo a Buenos Aires (Argentina) e su Punto Radio in Italia.
La sua musica e' inoltre stata trasmessa da ABC Radio in Australia, la Public Radio
in Russia e WATD in USA.
In Italia è stato fondatore di CantinaJazz, un progetto, rappresentato
per quasi due anni in Toscana, che ha fuso le relazioni artistiche tra vino e Jazz
attraverso un'originale formula di concerto-degustazione. Si è trasferito negli
Stati Uniti nel 2002 dopo aver ricevuto il Berklee
College of Music's International Best Talent Scholarship e ha conseguito il diploma
di conservatorio presso il New England Conservatory di Boston con specializzazione
in Jazz Performance. Attualmente risiede a New York City.
Vorrei che ci parlassi un po' di "Prelude", il tuo album
recentemente pubblicato. Perchè si chiama "Prelude"?
Perchè è letteralmente un preludio: anticipa qualche cosa. E' una raccolta di
registrazioni che ho fatto dal 2002, quando
mi sono trasferito negli USA. E' il riassunto di un'esperienza trascorsa, ma che
contiene i "semi" dei progetti su cui sto lavorando.
Dunque per questo si chiama "Prelude", perche' ci dovremo
aspettare qualcosa di nuovo.
Sì, esattamente. Consideralo un "antipasto"!
Su cosa stai lavorando adesso? Lavori con una band o
gruppo di musicisti? Stai preparando un nuovo progetto?
Questo per me e' un momento insieme molto difficile e molto stimolante. E' difficile
perche' mi sono appena trasferito a New York City e devo gestire tutta la logistica
e gli aspetti tecnici/manageriali connessi con I miei progetti. Sono compiti che
richiedono un enorme investimento di tempo, per cui sto meditando la possibilita'
di collaborare con uno o piu' agenti. E' stimolante perche' ho la possibilita' di
interagire con musicisti da tutto il mondo, con il loro background e i loro obiettivi.
NYC e' ancora un grosso melting pot in questo senso e questo mi rende sempre piu'
curioso, sopratutto verso l'interdisciplinarita' e I progetti multimediali. Come
leader sto cercando di rappresentare qui in USA CantinaJazz, sto lavorando a "
‘Merica", un progetto sui canti degli emigranti Italiani e "Roberto Murolo
Tribute". Come puoi vedere sono molto attratto dall'esplorazione della musica
antica e folk del nostro paese, che sto proponendo al pubblico in chiave riarrangiata.
Come hai intenzione di riarrangiare questo materiale?
Ho scoperto molti paralleli tra la musica antica – specialmente quella pre-rinascimentale,
rinascimentale e barocca e il Jazz. Ci sono molti punti di contatto in termine di
improvvisazione, complessita' armonica e l'uso "strumentale" della voce. Niente
nasce dal niente, e questo ci fa capire che attraverso I secoli siamo cambiati pochissimo.
Interessante…
Maria Pia
De Vito ha già lavorato in questa direzione. Ha registrato con la pianista
Rita Marcotulli
delle versioni interessantissime di madrigali e canzoni folk napoletane in chiave
moderna, e credo che questo sia un approccio interessantissimo. Melodie come quelle
di Monteverdi, Orlando di Lasso, Andrea Gabrieli, Da Nola
etc suonano cosi' fresche e contemporanee. Proprio questo mi ha permesso di legare
la passione per il jazz con le mie radici italiane. Chiaramente questi crossover
projects sono sempre bene accolti dalle associazioni culturali Italo-Americane,
ma destano genuino interesse anche in un'audience prettamente americana.
Per cui il progetto su Murolo e quello sulla musica
antica verranno cantati in italiano.
Sì! Ho riscoperto la gioia di cantare in Italiano, che credo sia una lingua interessantissima.
Quali sono gli obiettivi della tua carriera? Vorresti
prevalentemente lavorare negli States o, magari, ritornare in Italia e continuare
qui?
Mi piace lavorare negli States, anche se e' un paese con una cultura molto diversa
dall'Italia. In ogni caso, non e' poi cosi' importante dove si vive…voglio dire…un
musicista e' un cittadino del mondo. Quello che importa, in funzione della propria
crescita, e' l'essere aperti e ricettivi verso nuove situazioni e progetti ed evitare
di diventare un "locale". Non voglio fossilizzarmi su NYC, Pisa o Milano. Dal momento
che i miei progetti abbracciano diverse culture ed influenze e un certo senso di
"globalita'", non ho vincoli geografici. Vorrei mantenere i ponti aperti con l'Italia
e l'Europa; purtroppo, come ho gia' detto, e' difficile gestire tutto questo da
solo. Per essere internazionali, nella pratica, bisogna disporre di un grande network
di realta' diffuse ovunque. Per questo sto contattando delle agenzie in grado di
fornirmi il supporto logistico necessario.
Se tu potessi scegliere una persona con cui duettare,
chi sceglieresti?
Oh mamma..probabilmente Patrizia Bovi, Paquito D'rivera,
Pat Metheny,
Paul O'Dette e Andreas Scholl. Ti sembro troppo ambizioso?!?
Sei un controtenore-jazz. Puoi spiegare ai lettori che
cos'e' un controtenore-jazz?
Da quando ho iniziato a cantare (ho iniziato intorno ai 14-15 anni), ho sempre
usato spontaneamente il falsetto. Piu' tardi ho imparato a fonderlo con il mio registro
tenorile di petto. Si tratta di una caratteristica ormai integrata nel mio linguaggio,
nel mio stile. Piu' in la' con gli anni, e con lo studio sopratutto della musica
classica/antica, ho imparato ad ampliare e a dare al falsetto piu' risonanza e a
sperimentarlo su pezzi di Handel, J.S.Bach, Monteverdi,
Caccini etc… Di conseguenza, quando mi sono reso conto che il mio sound non
era influenzato solo da Ella, Sinatra,
Chet Baker,
Miles, ma anche da Andreas Scholl, Russell Oberlin e altri
in quel contesto, ho sperimentato una sintesi. Mi sono un po' rotto del clichet
del cantante di jazz maschio e pugnacemente "croony", o del controtenore che apre
la bocca solo su virtuosismi barocchi…io sono un po' entrambi.
E'
da li che viene allora, dalla vena classica della tua musica?
Sì, anche se quando canto uno Standard Jazz tendo a stare piu' nella zona del
registro media o del passaggio con qualche volata verso l'alto. Non uso le tonalita'
di Sarah Vaughan o Ella Fitzgerald, specialmente nell'esposizione
del tema. Quello che spontaneamente faccio e' passare al falsetto, invece di usare
la voce di testa o il belting, dopo le note di passaggio. Mi sforzo sempre di non
suonare forzato o artificiale e, invece, di lasciare che la melodia scorra da sola.
Vuoi parlarci del tuo progetto su Roberto Murolo?
Roberto Murolo, che e' stato il piu' importante cantante della tradizione
Napoletana, non e' molto noto negli USA. Il paradosso e' che ho iniziato a conoscere
la sua opera attraverso
Steve Lacy.
Non ho mai conosciuto Steve di persona visto che quando ho cantato con sua moglie
Irene Aebi, lui era appena scomparso. In quel periodo ricordo di aver trascorso
gran parte del mio tempo nella loro casa a Boston e un giorno, chiacchierando con
Irene, dissi: "mi sembra un cantante interessante (Murolo)…" E lei
mi rispose: "Steve lo conosceva bene e gli piaceva molto quella collezione di
Cd li' sopra…puoi prenderla se vuoi..". Quella collezione di CD divento'
la mia Bibbia visto che si trattava di "Napoletana", forse la piu' bella e completa
antologia sulla Canzone Napoletana. Ero stupito e sconcertato dal fatto che il defunto
Steve Lacy
a Boston, mi avesse mostrato una strada che avevo quasi ignorato fino ad allora:
le mie origini Italiane! Cosi' iniziai ad apprezzare Roberto Murolo. Non
tutti sanno che all'inizio della sua carriera cantava jazz. Negli anni 40, infatti,
si esibi' in Italia e Europa con un gruppo vocale chiamato Mida che cantava pezzi
dei Mills Brothers e altri Standards Americani. Poco dopo pero', quando suo
padre Ernesto Murolo mori', per aiutare sua madre decise di tornare a Napoli dove
applico' il suo talento musicale al repertorio partenopeo. Ho trovato interessante
questo suo slancio verso il jazz, nonostante fosse il figlio di uno dei piu' significativi
poeti napoletani. Per concludere, il progetto su cui lavoro e' ispirato a entrambi:
Ernesto e Roberto Murolo. Ho raccolto 18 poemi di Ernesto che, successivamente,
sono diventati canzoni e sono stati cantati dal figlio Roberto. L'Italian Academy
a NYC ha espresso interesse verso il progetto e spero che continui a supportarlo.
Insieme con loro, spero che il progetto trovi sostenitori anche attraverso altre
fondazioni Italo-Americane e istituzioni Napoletane.
Un ultima domanda: so che ti interessa anche la musica
contemporanea. Ci puoi parlare anche di questo aspetto?
E' stato un processo lento che e' connesso con la maturazione di ogni artista.
Presto o tardi, raggiungi lo stadio in cui non distingui piu' tra generi ma consideri
ogni espressione musicale come parte di un unico universo. Voglio dire…ci sono cose
che uno riesce a fare e altre no. Per questo ho smesso di pensare al jazz, musica
antica o contemporanea come una serie di compartimenti stagni. Fa tutto parte dello
stesso processo umano e niente viene dal niente. Tutto e' collegato ed e' proprio
questo il messaggio che molti compositori contemporanei cercano di trasmettere.
Sono convinto che stiamo attraversando un periodo di sintesi ancora piu' ampia delle
precedenti. Per questo se ascolti I nuovi lavori ti rendi conto di quanto il jazz,
l'800, il rock la musica antica e quella folk riescano a compenetrarsi e a convivere
all'interno di una stessa composizione. Per questo mi sono messo a studiare pezzi
di Benjamin Britten, John Cage, Osvaldo Golijov…quello che
in fondo potesse essere in sintonia con la mia sensibilita'. Sto anche cercando
compositori interessati a scrivere per la mia voce e che riescano ad valorizzare
le influenze che caratterizzano il mio background: qualcuno di mente aperta insomma!
Credo NYC sia un buon posto dove trovarlo: c'e' molta energia, creativita', idee,
e la gente non si stanca mai di mettersi alla prova. Se hai buon naso, riesci a
scovare cose interessanti.
Per cui questo e' uno dei progetti su cui vorresti lavorare
in un prossimo futuro?
Si, certamente.
E.S. Quando avremo l'opportunita' di ascoltare la tua voce live qui in
Italia? Hai dei programmi a proposito?
E.L. Se dipendesse solo da me, ci sarebbero tante opportunita'. Purtroppo
il guaio piu' grosso e' organizzare concerti in Italia essendo dall'altra parte
dell'Oceano. Sono fortunatissimo di collaborare con Joseph Correia, un bravissimo
press-agent che e' geniale nell'interazione con giornali, TV e stazioni radio e
sto cercando di coordinare il suo lavoro con un team di persone piu' orientate al
booking e all'organizzazione logistica dei concerti. Mi ripeto, ma il management
richiede molto tempo e competenze ben specifiche ed io preferisco concentrarmi sulle
mie ricerche musicali. Per questo la collaborazione con un agente e' veramente utile.
Nel frattempo, cerchero' di mettere insieme un tour Italiano di un paio
di settimane per il prossimo autunno/inverno, magari coordinandomi con il mio amico
Garrison
Fewell. Ho in mente un set misto di "Prelude" e un'anticipazione
sul "Roberto Murolo Tribute".
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Data pubblicazione: 10/11/2008
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