Six Degrees Records 657036 1113-2 (2005)
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Celso Fonseca
Rive Gauche Rio
1. O Rio Para Trás (Fonseca)
2. Por Acaso, Pela Tarde (Fonseca)
3. Feriado (Celso Fonseca - Ronaldo Bastos)
4. Perdi (Fonseca)
5. Delicate (Damien Rice)
6. Um Mundo Estranho (Celso Fonseca - Ronaldo Bastos)
7. Don de Fluir (Jorge Drexler) - w/ Jorge Drexler
8. Bela (Fonseca)
9. Atlântico (Fonseca)
10. Pousada (Fonseca)
11. My Broken Heart (Celso Fonseca - Ronaldo Bastos)
12. Na Pele de um Flaneur (Henri Salvador - M. Modo; Portuguese lyrics by Ronaldo Bastos)
Celso Fonseca - vocals, guitar, sampler Jorge Drexler - vocals, guitar Marcelo Martins - flute Dudu Trentin - Fender Rhodes piano, keyboards Jorjao Barreto - Fender Rhodes piano Luiz Alves - double bass Alexandre Foncesca - drums Ramiro Musotto - percussion Walter Costa - programming
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Questo secondo disco, inciso per l'etichetta belga, è molto gradevole.
Fonseca è un morbido chitarrista e cantante – la sua voce ricorda spesso
quella del giovane
Caetano
Veloso – e un malinconico compositore, nel solco tracciato dalla bossanova.
Il disco contiene 12 canzoni – per una durata di circa 48 minuti – 7 composte
dal solo Fonseca, 2 dal leader in coppia con Ronaldo Bastos, una di
Damien Rice, una di Henri Salvador, resa in portoghese sempre da
Bastos ed una di Jorge Drexler, cantata in spagnolo e suonata con
le sole chitarre acustiche da Fonseca e, appunto, da Drexler.
In voga molto ormai di questi tempi, in 3 brani si avverte l'uso di una
programmazione percussiva, ad opera di Walter Costa. Non è eccessivamente
invadente, ma preferiamo di gran lunga la percussione realmente acustica. A conferma
di quanto scriviamo, due fra i pezzi più belli sono quelli in cui è ospite alle
percussioni Armando Marçal, Feriado e
Bela, entrambe di Fonseca. Il primo è
introdotto dal caldo suono delle congas di Marçal, sul quale si inseriscono
il Fender Rhodes di Jorjao Barreto, il basso elettrico di Arthur Maia,
figlio d'arte – suo padre era il popolare cantante Tim Maia scomparso alcuni
anni fa – e quindi la voce e la chitarra di Fonseca, il flauto di Marcelo
Martins, che figura come unico fiatista del disco e la batteria di Alexandre
Fonseca. E' un samba medio che inizia timidamente per poi acquistare sempre
maggior vigore e carica ritmica. Discreti gli assolo del leader alla chitarra. Al
cambio di tonalità, il pezzo cresce ancora, grazie all' intervento della batteria,
per concludersi con un incalzante solo di flauto. Bela è una fluente bossanova,
eseguita dalla stessa formazione, senza però Martins e con la sostituzione
di Maia con il contrabbassista, dalla cavata possente, la sonorità lignea e la poeticità
di un
Charlie
Haden, Luiz Alves, che figurerà in quasi tutti i brani.
In 4 pezzi compare un artista emergente della MPB, il percussionista
Ramiro Mussotto, in due dei quali suona in duo con il leader:
Delicate, cantato in inglese, un ipnotico 6/8 con
diversi strumenti sovraincisi: congas, ago – go, pao da chuva;
Atlantico, nel quale ascoltiamo, tra gli altri,
la cuica, lo shaker, il berimbau e il possente surdo e in cui i due danno vita ad
interessanti breaks chitarra / cuica. L' acustica del leader ci ricorda a tratti
alcuni accenti del fraseggio di Baden Powell, il compianto virtuoso e compositore.
In quintetto è invece Pousada, un
baiao leggermente funkizzante in cui compaiono alcuni assolo di flicorno di Jessè
Sadoc mentre Mussotto utilizza il triangolo e l'apito, il fischietto
di legno che spesso funge da richiamo nella batucada e nei ritmi afro – baiani.
C' è anche un pezzo da solo, cantato in inglese, My Broken
Heart, delicatamente romantico, ma preferiamo il Fonseca che canta
in portoghese, come prediligiamo tutti i brasiliani quando cantano nella loro lingua.
In conclusione è un disco molto ben inciso, da un artista e produttore stimato dai
colleghi. Tra i dischi di sua produzione ricordiamo "O eterno deus da mudança"
di Gilberto Gil (1989) e "Aquele frevo
axè" di Gal Costa (1998).
Giovanni Greto per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/12/2006
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