Music for music sake
di Massimiliano Cerreto
La semplicità può avere un effetto destabilizzante. E questo vale per tutte le cose, anche per il jazz. Sarà per questo che "Listen", l'album firmato da
Alberto Falco, Giacomo Pedicini e Aldo Fucile, appare così diverso da quanto si è abituati ad ascoltare solitamente. Del resto, quante volte accade di trovare un disco che nasce "semplicemente" dall'autentico desiderio di suonare insieme?
"Listen nasce da un progetto comune: suonare la musica che ci piace. E nel modo in cui piace a noi: senza virtuosismi o effetti speciali". (Alberto Falco)
Un'altra peculiarità: il titolo. All'inizio, può apparire un imperativo. Poi, riflettendo un istante, si comprende che si tratta, invece, di un invito. Lo si può accettare o meno. Certo è che la libertà di scegliere è già di per se un valore, sempre. Ma perché, allora, scegliere "Listen"? Per la rara uniformità stilistica, ad esempio. Tutte le composizioni (rigorosamente originali) sono profondamente legate alla radice più autentica del jazz: il blues.
"Il blues è senza dubbio il comune denominatore di tutti i brani. Ma c'è, soprattutto, la voglia di muoversi in assoluta libertà tra tradizione e modernità". (Alberto Falco)
Ed ecco che la parola libertà torna ancora, e si sente! Ad un primo ascolto, "Listen" può apparire, infatti, un disco spigoloso, ruvido. In altre parole, difficile. Poi, dedicandogli maggiore attenzione, ci si rende conto di una delle sue qualità più grandi: la totale assenza di tutti quei trucchi del mestiere che i musicisti usano spesso (troppo spesso) per compiacere i gusti del pubblico. Ovvero, tutto quello che si ascolta è solo frutto della libertà di giocare con le note. Una libertà che richiede talento, naturalmente.
"Il jazz non deve essere una gabbia in cui chiudersi. Questa è la negazione stessa del jazz. Le asprezze di certe composizioni derivano dal fatto che, per noi, prima della ragione viene l'emozione. Quando siamo entrati in sala c'era davvero molto poco di scritto. Tutto il resto è stato lasciato all'interplay e all'estemporaneità, Il primo brano, "Trionico Blues", è nato addirittura interamente in sala d'incisione. Il titolo di questo brano è uno dei tanti possibili nomi che avremmo voluto dare al nostro trio". (Alberto Falco)
A questo punto, chiarite le idee da cui prende vita "Listen", appare altrettanto evidente l'inutilità dell'analisi dei brani. Non perché siano privi d'interesse i momenti solistici, gli scambi di battute o le strutture delle composizioni, ad esempio. Ma perché si tratta soltanto di musica per amore della musica. E tutto il resto non importa, per una volta.