Alejandro
"Alex" Acuña: Conga,
Drums, Handclapping, Percussion, Tom-Tom
Manolo Badrena: Conga,
Percussion, Tambourine, Timbales, Vocals
Jaco Pastorius: Bass,
Drums, Drums (Steel), Mandocello, Mandolin, Vocals
Wayne Shorter: Sax (Soprano), Sax
(Tenor), Saxophone
Joe Zawinul: Arp 2600,
Keyboards, Mellophonium, Melodica, Oberheim, Piano, Synthesizer, Tabla, Vocals |
La Columbia sta ripubblicando, in versione economica, la splendida serie delle registrazioni anni
'70 di uno dei più importanti e innovativi gruppi della cosiddetta "fusion" (anche se allora si parlava più semplicemente di "jazz-rock"). In realtà risulta limitativo oggi etichettare in questo modo la musica dei
Weather Report, poiché si tratta, a mio avviso, di musica talvolta di livello artistico
elevatissimo, da considerare Jazz a tutti gli effetti, anche se la peculiare componente improvvisativa, tipica di questa musica, risulta essere volutamente molto limitata.
E' questo sicuramente il caso di "Heavy Weather", una delle pietre miliari della musica
anni '70 in genere, da ritenere tra i capolavori della musica afroamericana. Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto il gruppo raggiunge qui i suoi vertici formali, estetici e stilistici, inoltre l'intesa e l'integrazione tra i componenti del gruppo risultano pressoché perfette, ma il vero motivo del salto di qualità è da ricercarsi nella vistosa affermazione della personalità di
Jaco Pastorius, che viene ad aggiungersi a quella già da tempo consolidata di
Zawinul e Shorter, i due titolari ufficiali del gruppo. Si tratta, senza dubbio, del più importante e geniale bassista dell'era
moderna, che ha inventato un vero e proprio nuovo linguaggio per il basso elettrico e che costituisce un punto di riferimento ancora essenziale per tutti i bassisti odierni (fusion e non).
Nel disco si fanno notare in particolare due sue splendide composizioni
"Teen Town" ()
e "Havona"
()
che, oltre ad essere due gioielli di originalità e musicalità, sono anche funzionali ed esplicativi del suo stile. In particolare colpisce
"Teen Town" (), in cui Pastorius è il protagonista assoluto e dove il ritmico tema (vi sono contenuti accenti ritmici di straordinaria bellezza) viene
enunciato solo dal basso, accompagnato da fiati e tastiere, con ruoli totalmente invertiti rispetto a quelli usualmente concepiti in ambito jazzistico. Per certi versi questo brano ricorda la forza innovativa avuta, alla fine degli anni '50, da brani come
"Countdown" e "Giant steps", di coltraniana memoria. "Havona"
()
è invece il brano di concezione più tradizionalmente "acustica" del disco, ma si caratterizza comunque per originalità timbrica ed esecutiva, specie nell'accompagnamento delle voci solistiche. Gli altri eccelsi contributi al disco sono naturalmente di Zawinul, che con
"Birdland"
()
e
"A remark you made" ()
(una sorta di moderna ballata) azzecca due memorabili e fortunati hit, e di Shorter che, con
"Harlequin"
()
e in particolare "Palladium"
(), mette il suo inconfondibile timbro musicale, presentando composizione di concezione "ciclica", sul genere degli antecedenti e più famosi "Nefertiti" e
"Pinocchio", già pubblicati dal mitico Miles Davis Quintet anni '60.
Rari sono oggi i dischi di jazz che possono vantare un contenuto di originalità ed innovazione paragonabili a questo. Un disco fondamentale ed imperdibile.
Riccardo Facchi
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Data pubblicazione: 10/06/2001
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