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MLB – CD 001 (2005)
Associazione Culturale Music Box
Music-box2004@libero.it
Mimmo La Mantia
For Joseph



Mimmo La Mantia - chitarre
Enzo Puccio - tastiere
Gaetano Messina - basso
Tobia Vaccaro - violino
Fabio Perticone - percussioni
Vito Giordano - flicorno
Giuseppe Urso - batteria
Fulvio Farkas - tabla


Noi siamo nello stesso splendore della marea che si placa
vicinissimi al nodo che l'acqua finalmente distende.
(Antonella Anedda)

Traslare a parole la poesia concreta, l'estro di un accordo inventato, l'atto magico e irripetibile dell'improvvisazione, sarebbe quantomai presuntuoso e del resto impossibile. Sarebbe - peggio ancora - un gesto banale e comunque "soggettivo", se ci si concederebbe inoltre il lusso di adoperare questo termine così generico, così abusato e deteriore...

Molto più arduo è incanalare a grandi tratti i colori e la musica fertile di Mimmo La Mantia. Che è in qualche modo musica di "visione" e di idee sempre in continua evoluzione. Sempre cangianti di una consapevolezza umana che racconta infine l'interiore coscienza e lo spirito intimo del suo stesso autore.

La musica di Mimmo è un luogo abitabile che respira di se stesso e che dalla sua stessa linfa si nutre, per creare a piene mani la pronuncia e la chiarezza letterale di una pagina di spartito.

In questo primo lavoro discografico che emana linee aperte verso una miriade di soluzioni sonore, i tratti caratteristici del chitarrista palermitano si dipanano non certo verso una deriva metafisica, cervellotica, come in altri casi farebbero taluni artisti, gonfi del proprio ego e della propria formalità. Diversamente, il suono di La Mantia si fonde sempre con la necessità di travalicare nuovi territori. Di abbattere barriere sconosciute per infine ritrovarsi in un luogo antico di felice smarrimento. In queste musiche, in queste affascinanti tracce, distillate col calore di una solarità spontanea e magmatica, si distinguono senza mai esaurirsi, i giochi estrosi e le coincidenze casuali di un viaggio straordinario verso l'ignoto (che forse, paradossalmente, potrebbe apparire intrigante ma quotidiano).

Queste sono le testimonianze "vere" dell'artista e di come il sogno e il silenzio delle pause tra una nota e l'altra si fondono ad ogni istante della musica. Esse stesse appartengono in un tutt'uno con la carnalità espressiva del fantasioso chitarrista, ora mobile verso una sicilianità arcaica e sommessa, ora bagnata dai ricordi della memoria, infine ancora svelatamente inafferrabile a certe soluzioni moderne, nel momento in cui l'uso parsimonioso dell'elettronica (mai abusata, mai forzata, ma sempre tenuta sotto debito controllo), espleta la sua funzione di ricamo, arricchendo lo spirito cospicuo di quelle "visioni" cui accennavamo sopra.

Certi raffinati acquarelli biografici rimandano poi a strutture derivate da antichi canti popolari spostando in seguito il loro baricentro motorio verso una ricerca spontanea che diventa sintonia della perfezione e delle forme.

Sono momenti corali che conducono progressivamente al raggiungimento di una purezza che passa dalla parola interiore al canto perfetto. Il resto del disco si direziona con spezzoni di raffinati, altissimi recitativi, tra brevi confessioni a cuore aperto e compiuta emarginazione, durevole bellezza armonica e maiuscoli presagi di assoluta intensità artistica.

Porre limiti alla musica sarebbe perciò un'offesa grave alla sensibilità e al piacere di lasciarsi andare alla deriva di questi felici smistamenti di luci e di segreti. Di ombre svelate e di quei misteriosi incantamenti che rendono ancor più affascinante e coinvolgente l'arte splendente e altissima di un autore come Mimmo La Mantia.
Gianmichele Taormina
Note di copertina tratte da "For Joseph"

MIMMO LA MANTIA: NOTE BIOOGRAFICHE
Quali sono i segnali più individuabili, le caratteristiche più eclatanti, le dimensioni più usuali nelle quali si configura un musicista tanto da definirlo "completo" ?
Caratteristiche quantomai difficili e rare da riscontrare, soprattutto nella ristretta area artistico-musicale del nostro Sud che, in quanto a questo, sta però regalando ultimamente una cospicua ed interessante scuola di musicisti che hanno scalato faticosamente tutti i momenti più difficili, le tappe meno piane - anzi spigolose - della cosiddetta gavetta.
MIMMO LA MANTIA
- chi lo segue da anni ne è a conoscenza - non si è sottratto a questa impervia scalata che lo ha condotto infine ai vertici della musica (quella veramente "suonata"), nella capitale siciliana, e non solo.
Nato a Palermo nel 1957, giovanissimo, La Mantia studia chitarra classica sotto la guida di Josè Thomas. Subito dopo concretizza il suo lavoro di allievo con Ralph Towner, l'indimenticabile leader degli Oregon, con il quale approfondisce i complessi linguaggi della composizione e dell'improvvisazione.
Nel 1970, il chitarrista siciliano è già pronto per esibirsi in un suo primo importante concerto in duo con Franco Morreale. L'anno dopo appare in RAI nel programma Musica e Incontri riscuotendo numerosi consensi e attestati di stima.
Ma sarà il 1983 l'anno in cui La Mantia accompagnerà per lungo tempo, fino alla sua tragica scomparsa, la grande cantautrice folk Rosa Balistreri, con la quale suonerà in diversi contesti televisivi e in importanti manifestazioni culturali.
Contemporaneamente il chitarrista sarà nuovamente davanti alle telecamere della tv di stato nel 1984 e l'anno seguente, all'interno della trasmissione Blitz condotta da Gianni Minà, nonchè per la trasmissione Concerto d'Europa.
Nel 1986 La Mantia realizza come compositore, le musiche per il lavoro teatrale Aspettando Palermo e, nello stesso anno, suona nelle fila dell'Orchestra Jazz Siciliana del Brass Group diretta dal grande compositore Gil Evans.
Nel 1990 il chitarrista sarà invece diretto da Carla Bley, nel corso di diversi concerti palermitani tenuti dalla compositrice californiana, la quale per l'occasione guiderà l'Orchestra Jazz Siciliana, nelle cui fila compaiono anche Steve Swollow e Gary Valente.
Nel 1994 il chitarrista insieme al collega chitarrista e violinista Tobia Vaccaro, con il quale alla fine degli anni Settanta aveva formato diverse band di etno-jazz, porta a termine la composizione delle musiche per il lavoro teatrale Polvere.
Mimmo La Mantia dal 1994 è docente di chitarra classica presso la Scuola Popolare di Musica sorta in seno al Brass Group - Città di Palermo.
Gianmichele Taormina














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Data pubblicazione: 22/07/2005

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