Provocateur Records |
Colin Towns Mask Orchestra
Orpheus Suite
1. The Argonauts hit Town (Arrival)
2. Love and the Sweet Farewell
3. Aristaeus and the Moisturisers
4. The Opium Flower Trap (Aristaeus & Eurydice)
5. 40 One Night Stands (The Band goes on Tour)
6. Stepping in Tears of Sadness (Funeral)
7. The Hellfire Club (Descend to Hades)
8. Orpheus & Eurydice
9. Ripped to Ribbons (Torn To Pieces)
10. Sacred Concert
11. John
Trombe: Nathan Bray, Graham Russell, Martin Shaw, Guy Barker, Andy Gibson
Sassofoni: Alan Skidmore
(tenore, soprano), Iain Dixon
(tenore, soprano, clarinetto), Peter King (contralto, soprano),
Simon Allen (contralto, soprano), Jay Craig (baritono, calrinetto basso)
Tromboni: Barnaby Dickinson, Liam Kirkman, Pat Hartley, Roger Williams
Piano: David Hartley
Tastiere: Steve Lodder, Colin Towns
Bassi: Dudley Phillips, Thad Kelly
Batteria: Ian Thomas
Chitarra: John Parricelli
Percussioni: Paul Clarvis, Kevin Earley, Paul Parker
Timpani: Dominic Hackett
Direzione: Colin Towns
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Colin Towns è un interessante direttore-compositore inglese proveniente dal rock: fra il 1976 e il 1981, infatti, suonava le tastiere nel gruppo che Ian Gillan aveva formato dopo aver lasciato i Deep Purple. Negli anni successivi Towns ha individuato la propria strada e si è imposto come autore di musiche per il cinema e per la televisione.
Nel 1996 l'amore per il jazz lo ha spinto a fondare un'etichetta,
Provocateur Records, che esibisce un motto decisamente simpatico:
Improvise not compromise (noi diremmo "sì all'improvvisazione, no al compromesso"). Il suo catalogo vanta artisti come Alan Skidmore, Annie Whitehead e la nostra Maria Pia De Vito. Con quest'ultima Towns ha collaborato a più riprese (Nowhere & Heaven, 1996, e
Dreaming Man with Blue Suede Shoes, 1999, entrambi su etichetta Provocateur).
Orpheus Suite, ispirato alla celebre tragedia greca, contiene le musiche composte per
Such Sweet Thunder, un balletto che il coreografo David Brindley ha dedicato a Duke Ellington. La suite in questione è solo una parte dello spettacolo, che comprende altre due composizioni:
The Shakespeare Suite, di Ellington, e
The Nutcracker Sweeties, l'adattamento dello Schiaccianoci di Tchaikovsky che il grande musicista nero realizzò insieme a Billy Strayhorn. Presentato in prima mondiale a Birmingham il 6 ottobre, lo spettacolo ha toccato poi altre città britanniche (nel 2005 verrà rappresentato anche in Sudafrica).
La band diretta da Towns si compone di 20 musicisti fra i quali troviamo alcuni dei nomi più interessanti della scena britannica, come
Guy Barker, Barnaby Dickinson, Dave Hartley e John Parricelli.
Eccellenti i fiati, fra i quali troviamo due vecchi leoni del jazz britannico come
Alan Skidmore (sax) e Henry Lowther (tromba).
Pervade l'intero disco un equilibrio quasi perfetto fra energia, melodia, ritmo: lo si nota per esempio in
Orpheus & Eurydice, brano dotato di un notevole fascino, o in
Stepping in the Tears of Sadness,
lento e suadente. The Hellfire Club (Descend to Hades)
è caratterizzata da un'atmosfera caotica alla quale si alterna un suggestivo intreccio di voci accompagnate da una campana che suona a morto. Questo è forse il pezzo più legato alle esigenze sceniche, quindi il semplice ascolto non gli rende giustizia appieno.
Sacred Concert, ritmata e gioiosa, conferma la vena ellingtoniana che affiora anche in
Love and the Sweet Farewell, con
Lowther che si produce in un bell'assolo di tromba. La conclusiva
John, lirica e avvolgente, è uno dei momenti più intensi del disco.
In Italia sono ormai molti anni che il jazz britannico viene ingiustamente trascurato: è quindi auspicabile che questo disinteresse cessi quanto prima. Il nuovo disco di Towns è un buon punto di partenza per chi vuole colmare questa lacuna.
Alessandro Michelucci per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 07/11/2004
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