Tipo: Archtop a due pick-up.
Anno di produzione: 1991
Colore: nero
Struttura: leggermente più jumbo della Gibson ES-175, chitarra alla quale si ispira. Cassa e manico in acero massello, tastiera e ponticello (regolabile) in palissandro. Binding in plastica ivoriata, intarsi trapezoidali in madreperla sulla tastiera, logo Samick ed intarsi in madreperla sulla paletta.
Elettronica: due humbucker Samick dorati (tipo P-57), selettore a tre vie, due manopole tono/volume.
Hardware: meccaniche Samick die-cast dorate.
Suonabilità e sonorità: action velocissima, tastiera molto comoda. Suono originale e non imitativo di quello Gibson, molto pulito e nitido, anche negli arpeggi e nel fingerstyle. I pick-up sono sensibili ad ogni minima variazione del tono e/o del volume, e risultano molto equilibrati se usati contemporaneamente. Il pick-up al manico è meno gracchiante rispetto ad altre archtop, e si lascia usare volentieri. Sonorità molto jazz soprattutto se la chitarra viene utilizzata senza effetti (persino su un Marshall 75 Reverber che notoriamente non è un amplificatore per il jazz). In altri casi, ad esempio con un Chorus ed un Delay digitale, è consigliato l’uso di un equalizzatore.
Reperibilità: bassissima. L’importatore Samick per l’Italia è www.sisme.com, ma non ha in listino questo modello. Questa chitarra non è presente neppure sul sito della Samick. E’ possibile invece ordinarla on-line presso www.kwim-v.com.
Giudizio complessivo: si tratta di una chitarra di fascia medio-alta con un ottimo rapporto qualità-prezzo. La Samick produce qualche migliaio di chitarre al giorno, anche per molte marche famose, tra cui Washburn e Valley & Arts, quindi ha degli standard piuttosto consolidati e riesce (fortunatamente) a tenere i prezzi bassi. In passato assemblava anche le Epiphone e (forse?) le Gibson. Le HF e le HJ (hollowbody modello L-5) possono essere considerate le ammiraglie di tutta la serie.
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