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Max Finotti Trio
Cyrano

1. Next Stop Villardora
2. Talea
3. Elephant Prodige
4. Rhodes
5. Café Sartango
6. Composition n. 2

Max Finotti:
chitarre
Davide Liberti:
basso
e contrabbasso
Simone Franchino:
batteria
e programmazioni

Progetto grafico cd di Livia Pozzoli

scarica la Demo (3.48Mb)
 

Guida all'ascolto  (Giorgio Cattaneo)
Mio zio biondo, un dio invincibile invecchiato lassù in montagna sui sentieri dell'elettronica, mio zio in fondo spalanca le ali sgrana il suo sorriso decrepito il suo sorriso stanco, dall'altra parte oltre gli ulivi d'argento gli risponde il mare, è come un vento lieve che gli dice vieni, via libera, potete andare, da qui all'Andalusia soltanto chitarre, sarà una bella strada da incontrare una stradona bianca di chitarre scordate e ori e argenti foglie d'ulivi e brezze, andare giù e lasciarsi andare, un incrociare imperfetto di spade spaiate, bambini in emergenza, vangeli in apprensione, veli e danzatrici e appuntamenti, un gran scatolone di memorie rotola dal pendio, il vento si porta via foto e cartoline, vite nel vento aspettando la pioggia, i grilli delle stellate estati, un lontano cantare di rane: Cyrano che gira nel vento come i mulini dell'hidalgo, Cyrano che piange lacrime di gioia dal suo imperfetto sillabario, sella il destriero contempla il deserto e il deserto gli risponde amico, è infinito il suo album di immagini, la strada del mare è un tappeto argentato di ulivi, una barca ti aspetta da sempre. Avrai un fiore azzurro, una piuma sul cappello. Un fazzoletto in tasca. Un biglietto scaduto. Un atlante navale. Una bussola rotta. lei sarà già a bordo. Ti sorriderà. E a te sembrerà di avere scordato qualcosa. Un odore. Un suono perduto e lontano, nella pancia profonda del mare. Un sorso amaro. Arancio, il colore viola dei violini al tramonto. Dal mare, la costa è un ricordo. Cyrano. labbra, gabbiani, capelli. Nuvole. Vele. Magellano.

NEXT STOP VILLARDORA
Viandanti di notte lungo questa strada dritta, viandanti di pioggia in questo canale nero di inquietudine, l'ultima sigaretta aspettami sotto casa io sono la tua piccola abitudine, spalmata rasoterra sotto questi ventosi cieli di nord-ovest, mio cugino un gigante vestito di bianco, corri su per la salita oltre la docile piana verde dei ciliegi, come tutto si fa dolce e domestico, andiamo come quando si era pulcini saliamo fino in cima, l'ultima sigaretta, lassù dove si spalanca la città ai luci, la città che chiamano Torino

TALEA
Ci sono giorni zuccherati che sorvolano i tavoli dei bar, la luna araba del pomeriggio bassa sulle alture, il mare un'ipotesi lontana appena uno sbadiglio, dall'entroterra un odore forte di campagna, un verde stinto di primavera tremula, acqua che sale ai risorgivi, sgocciola dalle rocce, fiorisce i mandorli nelle radure, tempo di istanti infiniti, dove ci hanno portato i giorni di ieri, tutto si fonde nell'anice del bicchiere, il sole il ghiaccio l'oltremare i lampi e la voglia, la gran voglia di tornare, di tornare forti, puliti e nuovi.

ELEPHANT PRODIGE
L'hanno visto infilarsi dal camino, dal tubo della grondaia, dalla cruna dell'ago, ancora non si conoscono i dettagli ma la polizia sta lavorando sodo, la polizia sta lavorando duro, s'è mai visto un coccodrillo nell'Eufrate un caviale nel Po un armadillo a piazza Navona, grandi cerimonie sorrisi flash per favore sorrida, è arrivato l'uomo caimano il portiere giaguaro eccola qua la donna giraffa, lui è fradicio di soul è un elefante trash un elefunky scatenato, qualcuno lo fermi, aiuto, aiuto! Tranquilli, la polizia è già al lavoro per voi.

CAFE' SARTANGO
Dal pazzo salato del tuo mare io e te un cocktail al tramonto in un uragano di Rappagalli stravolti dall'alcol, meglio smettere di bere ci sta io luna in mezzo al mare e il mare giusto in mezzo al golfo sempre qualcosa da imparare, queste notti sciaccquanti cominciano sempre dal nostro piccolo bar di gitanti stranieri, sicuro potrei mettermi a volare, meglio se mi tieni stretto se mi allacci la cintura, com'è il mare oggi com'è il vento capitano, dico a te capitano non c'è niente da guardare, niente di strano è solo, come dire, come dire...

RHODES
Sotto questo cielo sembrano ridere universi e rifrazioni, sotto questo vento tutto è già stato detto, tutto è già stato scritto e pianto e cantato, sarà per questo che non mi sorprendo a seguire la tua scia come un cagnolino nell'oceano, come un delfino d'argento nelle tue onde, non è questione di fare breccia fra le tue braccia, basta allungarsi al sole magari all'ombra dell'ultimo sole lassù in alto e guardare l'isola nel suo sorriso, le stelle viola i cipressi bambini la tosse della Turchia, portami via per sempre nel paradiso dei delfini

COMPOSITION N.2
Ha il colore di questa veranda la mia infinita stanchezza, sono venuto fino qui per adagiarmi sulle tue ginocchia di granito, labbra attraversano un cielo di specchi, da piccoli a quest'ora cascavamo dal sonno, poi ci siamo alzati ci siamo messi in marcia verso lo terra dei titani la terra dei giganti, scorreva davanti a noi un'acqua placida era davvero possibile intuire tutto, esaurirsi nell'aria, vivere di carità e petali e pane, l'amore era un fiorire di ombrelli, si correva al galoppo verso casa, verso lo nostra veranda nella luce.

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Data pubblicazione: 07/06/2003





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