Vito
Giordano, Silvio Barbàra, Nicolò Scavone, Aldo Bertolino (tp), Tommaso
Angileri, Pietro Cracchiolo, Antonello Ceraolo, Giuseppe Sapienza (tb),
Nicola Giammarinaro, Vito Aleo (cl-as), Antonino Oddo, Antonino Ilàri (ts),
Antonino Peri (bar), Riccardo Randisi (p), Pino Cumbo (g), Lelio Giannetto
(b), Giuseppe Urso (d)
Palermo, Teatro di Verdura 23 Agosto 1998
Vito Giordano, Silvio Barbàra, Giovanni Calderone, Aldo Oliveri (tp),
Tommaso Angileri, Pietro Cracchiolo, Giuseppe Sapienza, Vito Cataldo (tb),
Nicola Giammarinaro, Gaetano Tucci (cl-as), Francesco Marchese, Antonino La
Placa (ts), Daniele Calì (bar), Mauro Schiavone (p), Pino Cumbo (g),
Giuseppe Costa (b), Gianfranco Cavallaro (d).
Palermo, Spasimo 24 Maggio 2001
Vito Giordano, Silvio Barbàra, Giovanni Calderone, Aldo Oliveri (tp),
Tommaso Angileri, Pietro Cracchiolo, Giuseppe Sapienza, Salvatore Pizzo
(tb), Nicola Giammarinaro, Gaetano Tucci (cl-as), Gian Piero Lo Piccolo,
Antonino La Placa (ts), Daniele Calì (bar), Mauro Schiavone (p), Pino Cumbo
(g), Giuseppe Costa (b), Gianfranco Cavallaro (d).
Palermo, Conservatorio "V. Bellini", Sala Scarlatti 11 Gennaio 2002 |
The Glenn Miller Story, oltre a presentare alcune prime esecuzioni
italiane di celebri brani di Miller, si propone anche di rendere giustizia ad
una musica che in passato è stata frettolosamente etichettata - pur avendo
dignità di musica da concerto - come "musica da ballo"; ma ciò non ne sminuisce
l'importanza se si tiene conto del fatto che, nella storia della musica europea,
gavotta, giga, sarabanda nacquero come tipi di musica destinati ai balli di
corte assai prima di diventare musiche di puro ascolto nelle sale da concerto.
Aver impiegato complessivamente quasi mille ore al computer per questo
lavoro può sembrare comunque un'esagerazione: nello stesso periodo sono infatti
più d'una le orchestre jazzisticamente più significative di quella di Glenn
Miller, e tuttavia, per ragioni misteriose, rispetto a quelle il suono e i temi
di quella di Miller risultano oggettivamente vincenti nel farci rivivere
immediatamente, con poche note, tutta un'epoca.
Dopo
sessant'anni questa musica ancora oggi vive e si suona in tutto il mondo,
mentre la stessa cosa, ad esempio, non può dirsi per quella del pur sommo Louis
Armstrong, troppo intimamente connessa con le sue insuperabili improvvisazioni
e che per ciò è scomparsa con lui. Il problema del corretto recupero
filologico di questa musica ha comportato per me un solo compromesso
scaturito dalla necessità di dover sostituire in alcuni pezzi parti vocali,
solistiche o di gruppo, con strumenti singoli o sezioni: ma da quanto mi ha
scritto Richard C. March, Segretario Generale dell'inglese "Glenn
Miller Society", sembra che io, grazie anche al valore dei miei musicisti,
ci sia riuscito.
Claudio Lo Clascio
Caro Claudio,
Ti ringrazio per avermi gentilmente mandato la cassetta del concerto
della "Sicilia Jazz Big Band" da te diretta. E' veramente bello sapere che
il "Glenn Miller Sound" è così vivo in Italia. Hai alcuni ottimi solisti
nella tua orchestra. Non è così facile suonare ciò che è stato scritto per
cantanti senza cantanti: ciò è pesante per i solisti ma essi suonano bene.
Insomma, ho trovato che il concerto è stato particolarmente buono, ed il
pezzo finale, "St. Louis Blues march" veramente eccellente per come è stato
suonato da te e dalla tua orchestra.
Tuo Richard |
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Data pubblicazione: 06/02/2003
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