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Red Records - 1966 - #117

Paul Bley
Ramblin'

1. BOTH (Annette Peacock) 9.25
2. ALBERT'S LOVE THEME (Carla Bley) 9.18
3. IDA LUPINO (Carla Bley) 3.25
4. MAZATALON (Paul Bley) 7.30
5. TOUCHING (Annette Peacock) 7.26
6. RAMBLIN' (Ornette Coleman) 5.44


Paul Bley:
piano
Mark Levinson:
contrabbasso
Barry Altschul:
batteria

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Ecco un disco e un trio di un musicista che andrebbe giustamente rivalutato e riscoperto da qualche tempo.

Paul Bley in New York, late sixties. Photo by Sy JohnsonPur essendo stato Bley un pianista dalla ricerca pudìca e solitaria e dalla tecnica non particolarmente brillante, si può senza incertezze affermare che si tratti, direttamente o indirettamente, di una delle figure principali nello sviluppo del pianoforte jazz contemporaneo, soprattutto di quel filone "bianco", che oggi tanto è di riferimento e che, partendo dalla lezione del bop più "cerebrale" (cool) di Lennie Tristano e passando per la concezione più lirica di un Bill Evans, è approdato ad un pianismo d'avanguardia, certamente sperimentale, ma essenziale e dai connotati lirici, coraggiosamente privo delle spesso abusate iconoclastie anni '60, trasponendo al pianoforte, tra le altre, alcune idee condivise agli inizi di carriera col grande genio di Ornette Coleman. Ed è peraltro significativo sottolineare come un pianista al centro della scena musicale odierna, come Keith Jarrett, sia non a caso partito a sviluppare la sua idea di trio, nel lontano 1967, avendo come buon riferimento l'estetica colemaniana, sublimata proprio nel pianismo di Paul Bley (si ascolti in proposito il disco d'esordio del pianista di Allentown, "Life between the exit signs" – Atlantic, in cui certi riferimenti sono individuabili in diversi brani) e oggi riprenda e sintetizzi al meglio, nella propria variegata ed eterogenea proposta musicale, certe visionarie idee del pianista canadese.
 
Sorprende infatti rilevare come alcuni elementi formali ed estetici nell'approccio al "Piano jazz trio" sviluppati in dischi come questo, risalenti alla metà degli anni '60, siano oggi rintracciabili nei più avanzati progetti dell'ormai celeberrimo Trio "jarrettiano", facenti capo in particolare alle recentissime pubblicazioni di "Inside out" e, soprattutto, "Always let me go".

Il disco si ripropone quindi prepotentemente all'attenzione degli appassionati e sviluppa un interessante programma di alcune tra le più note composizioni delle compagne di vita di Paul, ossia, l'amata e artisticamente tanto ammirata Carla (
Albert's love theme e l'ormai classico Ida Lupino) e Annette Peacock (Both e Touching), con l'aggiunta di una suo "original" (Mazatalon) e uno splendido omaggio ad Ornette Coleman (Ramblin', appunto).

Si inizia con
Both in cui i riferimenti alle suddette incisioni jarrettiane sono a tratti impressionanti. Si prosegue con lo splendido Albert's love theme che, con il successivo Touching, affrontato in modo sostanzialmente analogo, permette a Bley e il suo trio di espandere spazialmente e temporalmente la struttura del brano, dando la netta impressione di svincolarsi dalle pastoie del "giro armonico" senza negarlo, in un modo che oggi risulta essere ormai una consuetudine per i pianisti più aggiornati.
 
L'immancabile riuscita versione di
Ida Lupino dà la possibilità a Bley di far emergere chiaramente la sua componente più lirica e melodica, anche se forse in modo meno interessante rispetto a quanto sintetizzato negli altri brani, dove l'interplay e l'equilibrio tra gli strumenti giganteggia, soprattutto per merito di uno splendido e modernissimo Barry Altschul.

Mazatalon è invece preso sorprendentemente a tempo di bossa, ma viene presto sviluppato in modo peculiarmente avanguardistico e permette di mettere in mostra anche le doti solistiche e di interplay di Mark Levinson al contrabbasso e del già citato Altschul alla batteria.

Si conclude il disco con lo splendido
Ramblin', un vero gioiello interpretativo, in cui Bley mette eccezionalmente in luce il magnifico tema di Coleman e il trio suona con uno swing indiavolato e modernissimo.

Musica e musicisti estremamente consapevoli e da ascoltare con amore ed attenzione.
Riccardo Facchi
 

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Data pubblicazione: 12/01/2003





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