Vittorio Giacopini
Il Ladro di Suoni
Fandango Editore – 2009
155 Pagine- Prezzo di copertina 15 Euro.
"Sappiamo tutte le storie ed i fatti, le circostanze narrate e rinarrate diecimila
volte. …Le vite dei jazzisti sono come le vite dei santi: agiografia. Puoi trovare
errori, buchi, imprecisioni: difficile imbattersi una vera sorpresa o nel brivido
di un imprevisto sconcertante. Ma nel quadro, stavolta, cè un intruso…una figura
anonima, spenta, fra i beati ed i santi del jazz."
Questa breve citazione da "Il ladro di suoni
" rende perfettamente il senso di questo romanzo, che racconta una storia quasi
inedita e dimenticata, eppure vera, una storia di cui si è sempre parlato quasi
di sfuggita nelle storie e nell' aneddotica della musica afro-americana.
La figura spenta ed anonima è quella di Dean Benedetti, sassofonista italo-americano
vissuto nell' ombra vasta, ingombrante di Charlie Parker. Un personaggio strano
perfino nel mondo strano e fuori dalle regole che è quello del jazz. Come musicista
si ricorda ben poco di Dean. Forse solo il suo sax tutto nero. Un brano inciso da
Charles Mingus.
Fondò un gruppo "I Barons"del quale non è rimasta traccia discografica e nel quale
suonavano anche Russ Freeman e Jimmy Knepper. C'era anche, nei Barons, quel Dale
Snow a cui la la malattia mentale negò un destino luminoso. Si parlava di lui come
di un rivale possibile di Miles.
Quello che rimane dell' oscura leggenda di Dean è la sua ossessione per
il suono di Bird. Quella ossessione che lo portò a voler registrare tutte le session,
tutti gli assolo del suo idolo. Armato di primitivi registratori Dean seguiva Parker
ovunque tentando di catturarne ogni frase, ogni nota, spesso in situazioni disagiate
o imbarazzanti. Doveva essere quello il suo contributo alla storia del jazz. Privo
del talento di musicista avrebbe voluto essere testimone fedele di ogni emissione
di quel suono che stava aprendo orizzonti inimmaginati alla musica improvvisata.
Vita insensata e complicata quella di Dean Benedetti, alla fine della
quale, come un vecchio elefante, decise di abbandonare il suo ambiente per andare
a morire, in totale solitudine a Torre del Lago, in Toscana, paese di origine della
sua famiglia.
Vittorio Giacopini, autore anche di una biografia di Trane, non sembra
(giustamente) molto interessato al mistero del supposto archivio di Benedetti, contenente
le perle più o meno preziose delle incisioni di Bird. Quello che gli interessa è
la figura scabra e triste di Dean. E la racconta bene con una prosa ricca e contorta
come un brano bop. In parallelo narra anche la storia di Charlie Parker. Ma, come
dichiara lui stesso nella frase citata, senza sorprese e senza niente aggiungere
alla agiografia tormentata ed oscura del grande sassofonista.
Un bel libro, buio e doloroso. Una riflessione importante sul talento
che può uccidere chi lo possiede e consumare lentamente chi ne è sprovvisto.
Marco Buttafuoco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 06/03/2010
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