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ABEAT ABJZ 009 (2002)

Simone Guiducci
My secret love

1. My Secret Love
2. Old Folks
3. Aquarela do Brasil
4. Nuages
5. Quando
6. Ed io tra di voi

Simone Guiducci
guitar Godin
Ares Tavolazzi
bass
Paolo Birro
piano
Riccardo Biancoli
drum
Javier Girotto
soprano sax

Photos by Luciano Rossetti and Renzo Bertasi



ABEAT records

via pasubio 6
21058 Solbiate Olona (VA)
Tel e fax +39 0331 376380
sito: www.abeatrecords.com
Distribuito da I.R.D. e da JazzOS

Abeat presenta un cd intitolato "My Secret Love". Un grande disco, forse ad oggi, il più "sentito" e "desiderato" nella propria carriera dal grande chitarrista italiano Simone Guiducci.

I
brani contenuti in quest'opera hanno rappresentato in qualche modo per Guiducci un momento importante di conoscenza ed hanno segnato la sua formazione di vita e di musicista.

Così recita Simone nelle linee di copertina: "il mio amore segreto" un pugno di immortali melodie scritte in epoche diverse da musicisti e compositori assai lontani fra loro, si impongono da sole nella memoria.
My Secret Love (Sunny Fain/Paul Webster) Old Folks (Willard Robison) Aquarela do Brasil (Ary Barroso) Quando (Pino Daniele) Nuages (Django Reinhardt) Ed io fra di voi (C.Aznavour).

I
l progetto viene splendidamente supportato da una formazione smagliante oltreché composta da musicisti eccezionali. La classe cristallina dei partecipanti al progetto e la carica passionale di Guiducci per i temi interpretati si manifestano continuamente in questo disco godibilissimo dall'inizio alla fine senza mai cedimenti e ci autorizza a considerarlo forse il Suo miglior disco per intensità e spontaneità.

40 anni a maggio 2002, di cui 30 passati ad ascoltare, memorizzare e cantare canzoni.
Ho iniziato a suonare la chitarra proprio perchè a Castiglione, la cittadina in provincia di Mantova dove sono cresciuto, era difficile trovare qualcuno che mi potesse accompagnare quando cantavo.

Molto più tardi, il mio esordio nei jazz, e una strada fin dagli inizi improntata verso la ricerca, dall'atipico quartetto
Trapezomantilo con Mauro Negri al clarinetto, Marco Remondini al cello (senza basso!) e Riccardo Biancoli alla batteria per poi arrivare alle avvincenti avventure folk-jazz con il Gramelot Ensemble al fianco di Rava, Coscia, Fresu, e più avanti Chris Speed, Erik Friedlander, Maria Pia De Vito.

Poi ancora l'esperienza con il pazzo "
Modernariato" di Trovesi e Coscia, le incisioni con Minafra, con Ralph Alessi...così la voglia ingenua di suonare semplicemente "canzoni" è per forza degli eventi sempre rimasta inespressa, accantonata, lasciata macerare.

A gennaio 2001, la morte di mio padre...di colpo la necessità vitale di "tornare indietro col pensiero" spinge fuori, come rimbalzando irrimediabilmente fra scaffali di foto e ricordi, alcune vecchie melodie che iniziano a tormentarmi con la loro semplicità. Sento che è giunto il momento di ricantarle, di farle uscire ...un'urgenza sconosciuta mi spinge a telefonare a tre vecchi amici, tre straordinari musicisti. Sento che con loro l'ingenuità delle melodie non mi sarà d'impaccio.
A Riccardo, Ares e Paolo aggiungo solo una recente conoscenza, Javier che mi ha folgorato da poco con la visceralità di alcune sue performances.

L'amore segreto: il canto...un pugno di immortaii melodie scritte in epoche diverse da musicisti e compositori lontani fra loro, che riemergono da sole nella memoria; grande è la malinconia per non averle potuto inserire tutte quante.

Fuori dal pugno sono rimaste capolavori come "
My man's gone now" e "How long has this been going on" di Gershwin, diverse canzoni dei Beatles, molte perle di Tom Jobim e, ancora più, una delle mie melodie preferite: "I love you, Samantha" di Cole Porter.

Ma certo ognuna di queste poche che è entrata nel disco rappresenta moltissimo, ognuna una forte emozione che mi riporta lontano.

E' stato facile comunicare personalmente tutte queste cose ai musicisti mentre ci accordavamo sulle esecuzioni e registravamo le varie takes...spero sia soprattutto gioioso, per chi ascolta, il risultato finale.

Scusami "
I love you, Samantha"...sarà per un'altra volta, forse.
Simone Guiducci


Le buone letture, lo sappiamo, non possono fare male. E così pure le buone frequentazioni. E Simone Guiducci, in fatto di letture e frequentazioni musicali possiede un istinto naturale pressochè infallibile. L'uomo ha saputo infatti metabolizzare in senso non certo imitativo tutti gli amori chitarristici del suo periodo formativo: dalla tradizione modernissima di Jim Hall, ad esempio, ha tratto quella rilassatezza nello stare dentro il tempo che è sinonimo di vero jazz e da cui non può prescindere la poetica dei nuovi chitarristi degli anni Settanta e Ottanta, come Scofield e Metheny.

D
a ancora più in là nel tempo, dal prodigioso Django Reinhardt, ha tratto ispirazione per l'utilizzo dello strumento acustico, portatore di nuove spezie e di nuove geografie sonore, come quelle esplorate poi da Ralph Towner.

E, una volta usciti dai linguaggi "ortodossi" del jazz, ecco spalancarsi le porte dell'America Latina, o quelle odoranti d'Arabia del nostro Mediterraneo, o magari quelle meno esotiche ma altrettanto vivide delle melodie popolari italiane.
Per ogni buon viaggio ci vuole tuttavia una compagnia adatta e stimolante... Ares Tavolazzi, Riccardo Biancoli, Paolo Birro e Javier Girotto... E' musica aperta e mobile ma anche solida e propulsiva quella che esce dalla simbiosi dei diversi talenti coinvolti nel progetto, in una conversazione profonda e leggera al tempo stesso. E in mezzo, ora a tessere armonia, ora a inanellare frasi ispirate e avventurose, la chitarra di Guiducci, mai così intensa e spontanea, mai prima d'ora, a parere di chi scrive, così perfetta.
Giorgio Signoretti



Altri CD di Simone Guiducci su Jazzitalia

Cantador
Felmay - 2000

 

Django's Jungle
Splasc(h) - 2001

 

Chorale
Felmay - 2002

 

S
arà che sono quasi coetaneo di Simone, ma alcuni di questi brani fanno parte anche del mio bagaglio di ricordi, pertanto la curiosità di ascoltarli, appena ricevuto il CD, è stata fortissima.
L'impatto sonoro è notevole: la chitarra acustica di Simone si integra perfettamente col piano di Paolo Birro che per tutto il CD si rivela partner di altissimo livello, sempre attento a non coprire la chitarra, sempre pronto a cogliere l'attimo per offrire arricchimenti pregevoli. Nei soli mostra un ottimo controllo dell'armonia, progredendo con sapienza per raggiungere alla fine risultati eccellenti
(
Old Folks e Nuages
, tra tutte).

In questo CD si nota anche una base ritmica molto affiatata che conduce in ogni brano i solisti come fossero su un comodo e silenzioso Pendolino, rendendo morbide, a noi passeggeri, tutte le insidie di questi percorsi solo apparentemente semplici. Un esempio per tutti:
Nuages, suonata in 3/4, davvero una bella esecuzione. Ares Tavolazzi poi, è il centro armonico-ritmico in questo ensemble, basta seguirlo, non è possibile perdersi.
Un'altra sorpresa molto gradita è Javier Girotto che col suo soprano, soprattutto su "Ed io tra di voi ", esegue un solo estremamente coinvolgente.

O
ttimo, il solo di Simone su "
My Secret Love".

I
nsomma, a me questo CD è piaciuto e, seppur conscio dei miei limiti, su questi brani, non ho potuto evitare di prendere la chitarra e... "suonare" con loro...
Un solo rammarico...l'elenco dei pezzi rimasti fuori! Attendiamo fiduciosi il secondo volume ;-)
Marco Losavio - Jazzitalia
 

Quando un brano universalmente noto, bello ma ormai banalizzato dalle centinaia di versioni, viene nuovamente illuminato da intelligenza interpretativa e passione esecutiva, è un bel momento per la musica. Accade al celebre standard di Ary Barroso Aquarela do Brasil in questo disco di Guiducci, tutto dedicato alle melodie della memoria e realizzato di getto in un momento doloroso della vita del chitarrista. Grazie a un'alterazione armonica sottile ma decisiva e all'euforia solistica che spesso accompagna il sax soprano di Javier Girotto di questi tempi, la canzone palpita e poi lievita come non accade spesso di ascoltare. Tutto l'album è toccato da una partecipazione emotiva particolare; la scelta delle canzoni è personalissima dunque non sindacabile e tra esse brillano anche le variazioni su Old Folks e sul tema che dà il titolo al Cd. Guiducci si prende una licenza lirica dal Gramelot Ensemble, scegliendo partner affidabili: oltre a Girotto (presente soltanto in due brani), la coppia ritmica Tavolazzi-Biancoli (quest'ultimo già a fianco del chitarrista nei Trapezomantilo) e Birro, sempre più brillante al cospetto di qualsiasi repertorio.
La musica si mantiene cantabile, volutamente priva d'increspature, ma evita il facile decorativismo. la chitarra del leader combina a volte la pulizia di un Metheny con lo scatto poetico di un Reinhardt, figura che sta al centro della sua riflessione strumentale.

Stefano Merighi - Musica Jazz ottobre 2002


Nello spazio di pochi mesi, dall'aprile al giugno del 2001, Simone Guiducci ha messo a segno due colpi superbi. Da maestro, verrebbe da dire, se l'uomo non fosse tra i più lontani da una concezione così "scolastica" del vivere musicale. Semplicemente, alla vigilia dei 40 (compiuti nello scorso maggio), il chitarrista lombardo ha avuto l'occasione di dare due prove del grado di maturazione della sua poetica musicale. E le ha date, alla grande. Nato cantante ("Ho iniziato a suonare la chitarra perché a Castiglione, la cittadina in provincia di Mantova dove sono cresciuto, era veramente difficile trovare qualcuno che mi potesse accompagnare quando cantavo"), innamorato di centinaia di melodie d'ogni epoca, ha avuto il coraggio di sceglierne sei e farne materia prima per altrettante interpretazioni da brivido, grazie anche all'eccellente supporto di Ares Tavolazzi (contrabbasso), Paolo Birro (pianoforte), Riccardo Biancoli (batteria) e Javier Girotto (soprano sax).
Da
My Secret Love a Old Folks, da uno struggente Aquarela do Brasil a Nuages di Django Reinhardt (attenzione alla sequenza errata dei titoli nel libretto), da Quando di Pino Daniele a Ed io fra di voi di Aznavour è tutto un susseguirsi di splendidi bocconcini da gourmet della musica e delle emozioni.
Se in
My Secret Love gioca meravigliosamente la carta delle melodie e dell'intimismo, in Chorale Guiducci ci dà poi un'altra significativa perla sul versante più aperto ed ecumenico di quello che semplificando si può chiamare "folk-jazz", specialità del suo Gramelot Esemble (con Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Achille Succi e Guido Bombardieri ai clarinetti, Roberto Dani alle percussioni e Salvatore Maiore al contrabbasso).
Il gruppo accoglie per di più una sontuosa schiera di ospiti (il trombettista Ralph Alessi, il violoncellista Erik Friedlander, la cantante Maria Pia De Vito, il clarinettista Chris Speed, il sopranista Nicolas Simion), foriera di chicche, esperienze e spunti fertilissimi. Due lavori di grande spessore, che a parer di chi scrive proiettano ormai Guiducci tra i titolari di un'ipotetica Nazionale…

Maurizio Favot - SUONO ottobre 2002

 

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Data pubblicazione: 07/07/2002





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