ABEAT records
via pasubio 6
21058 Solbiate Olona (VA)
Tel e fax +39 0331 376380
sito:
www.abeatrecords.com
Distribuito da I.R.D.
e da JazzOS |
Abeat presenta un cd
intitolato "My Secret
Love". Un grande disco,
forse ad oggi, il più "sentito" e "desiderato" nella propria
carriera dal grande chitarrista italiano
Simone Guiducci.
I brani contenuti in quest'opera hanno rappresentato in qualche modo per
Guiducci un momento importante di conoscenza ed hanno segnato la sua formazione
di vita e di musicista.
Così recita Simone nelle linee di copertina: "il mio amore segreto"
un pugno di immortali melodie scritte in epoche diverse da musicisti e
compositori assai lontani fra loro, si impongono da sole nella memoria.
My Secret Love
(Sunny Fain/Paul
Webster) Old Folks
(Willard Robison)
Aquarela do Brasil
(Ary Barroso)
Quando
(Pino Daniele)
Nuages
(Django Reinhardt)
Ed io fra di voi
(C.Aznavour).
Il progetto viene splendidamente supportato da una formazione smagliante
oltreché composta da musicisti eccezionali. La classe cristallina dei
partecipanti al progetto e la carica passionale di Guiducci per i temi
interpretati si manifestano continuamente in questo disco godibilissimo
dall'inizio alla fine senza mai cedimenti e ci autorizza a considerarlo forse il
Suo miglior disco per intensità e spontaneità. |
40 anni a maggio 2002, di cui 30 passati ad ascoltare, memorizzare e
cantare canzoni.
Ho iniziato a suonare la chitarra proprio perchè a Castiglione, la
cittadina in provincia di Mantova dove sono cresciuto, era difficile trovare
qualcuno che mi potesse accompagnare quando cantavo.
Molto più tardi, il mio esordio nei jazz, e una strada fin dagli inizi
improntata verso la ricerca, dall'atipico quartetto
Trapezomantilo
con Mauro Negri
al clarinetto, Marco Remondini al cello (senza basso!) e Riccardo
Biancoli alla batteria per poi arrivare alle avvincenti avventure folk-jazz
con il Gramelot Ensemble
al fianco di Rava, Coscia, Fresu, e più avanti Chris
Speed, Erik Friedlander, Maria Pia De Vito.
Poi ancora l'esperienza con il pazzo "Modernariato"
di Trovesi e Coscia, le incisioni con Minafra, con Ralph
Alessi...così la voglia ingenua di suonare semplicemente "canzoni" è per
forza degli eventi sempre rimasta inespressa, accantonata, lasciata macerare.
A gennaio 2001, la morte di mio padre...di colpo la necessità vitale di
"tornare indietro col pensiero" spinge fuori, come rimbalzando irrimediabilmente
fra scaffali di foto e ricordi, alcune vecchie melodie che iniziano a
tormentarmi con la loro semplicità. Sento che è giunto il momento di ricantarle,
di farle uscire ...un'urgenza sconosciuta mi spinge a telefonare a tre vecchi
amici, tre straordinari musicisti. Sento che con loro l'ingenuità delle melodie
non mi sarà d'impaccio.
A Riccardo, Ares e Paolo aggiungo solo una recente
conoscenza, Javier che mi ha folgorato da poco con la visceralità di
alcune sue performances.
L'amore segreto: il canto...un pugno di immortaii melodie scritte in
epoche diverse da musicisti e compositori lontani fra loro, che riemergono da
sole nella memoria; grande è la malinconia per non averle potuto inserire tutte
quante.
Fuori dal pugno sono rimaste capolavori come "My
man's gone now"
e "How long has
this been going on"
di Gershwin, diverse canzoni dei Beatles, molte perle di Tom
Jobim e, ancora più, una delle mie melodie preferite: "I
love you, Samantha"
di Cole Porter.
Ma certo ognuna di queste poche che è entrata nel disco rappresenta
moltissimo, ognuna una forte emozione che mi riporta lontano.
E' stato facile comunicare personalmente tutte queste cose ai musicisti
mentre ci accordavamo sulle esecuzioni e registravamo le varie takes...spero sia
soprattutto gioioso, per chi ascolta, il risultato finale.
Scusami "I
love you, Samantha"...sarà
per un'altra volta, forse.
Simone Guiducci
Le
buone letture, lo sappiamo, non possono fare male. E così pure le buone frequentazioni.
E Simone Guiducci, in fatto di
letture e frequentazioni musicali possiede un istinto naturale pressochè
infallibile.
L'uomo ha saputo infatti metabolizzare in
senso non certo imitativo tutti gli amori chitarristici del suo
periodo formativo: dalla tradizione modernissima di Jim Hall, ad esempio, ha
tratto quella
rilassatezza nello stare dentro il tempo che è sinonimo di vero
jazz e da cui non può prescindere
la poetica dei nuovi chitarristi
degli anni Settanta e Ottanta, come Scofield e Metheny.
Da ancora più in là nel tempo,
dal prodigioso Django Reinhardt,
ha tratto ispirazione per l'utilizzo dello strumento acustico, portatore
di nuove spezie e di nuove
geografie sonore, come quelle esplorate poi da Ralph Towner.
E, una volta usciti dai linguaggi "ortodossi" del jazz, ecco spalancarsi le
porte dell'America Latina, o quelle odoranti d'Arabia del nostro Mediterraneo, o
magari quelle meno esotiche ma altrettanto vivide delle melodie popolari
italiane.
Per ogni buon viaggio ci vuole tuttavia una compagnia adatta e stimolante...
Ares Tavolazzi, Riccardo Biancoli, Paolo Birro e Javier Girotto... E' musica
aperta e mobile ma anche solida e propulsiva quella che esce dalla simbiosi dei
diversi talenti coinvolti nel progetto, in una conversazione profonda e leggera
al tempo stesso. E in mezzo, ora a tessere armonia, ora a inanellare frasi
ispirate e avventurose, la chitarra di Guiducci, mai così intensa e spontanea,
mai prima d'ora, a parere di chi scrive, così perfetta.
Giorgio Signoretti
Sarà che sono quasi coetaneo di Simone, ma alcuni di questi brani
fanno parte anche del mio bagaglio di ricordi, pertanto la curiosità di
ascoltarli, appena ricevuto il CD, è stata fortissima.
L'impatto sonoro è notevole: la chitarra acustica di Simone si integra
perfettamente col piano di Paolo Birro che per tutto il CD si rivela partner di
altissimo livello, sempre attento a non coprire la chitarra, sempre pronto a
cogliere l'attimo per offrire arricchimenti pregevoli. Nei soli mostra un ottimo
controllo dell'armonia, progredendo con sapienza per raggiungere alla fine
risultati eccellenti (Old Folks e
Nuages , tra tutte).
In questo CD si nota anche una base ritmica molto affiatata che conduce
in ogni brano i solisti come fossero su un comodo e silenzioso Pendolino, rendendo morbide, a noi
passeggeri, tutte le insidie di questi percorsi solo apparentemente semplici. Un
esempio per tutti:
Nuages, suonata in 3/4, davvero
una bella esecuzione. Ares Tavolazzi poi, è il centro armonico-ritmico in
questo ensemble, basta seguirlo, non è possibile perdersi.
Un'altra sorpresa molto gradita è Javier Girotto che col suo soprano, soprattutto su
"Ed io tra di voi
", esegue un solo estremamente
coinvolgente.
Ottimo, il solo di Simone su "My Secret Love".
Insomma, a me questo CD è piaciuto e, seppur conscio dei miei limiti, su
questi brani, non ho potuto evitare di prendere la chitarra e... "suonare" con
loro... Un solo rammarico...l'elenco dei pezzi rimasti fuori! Attendiamo fiduciosi il
secondo volume ;-)
Marco Losavio - Jazzitalia
Quando un brano universalmente noto, bello ma ormai banalizzato dalle
centinaia di versioni, viene nuovamente illuminato da intelligenza
interpretativa e passione esecutiva, è un bel momento per la musica. Accade al
celebre standard di Ary Barroso
Aquarela do Brasil
in questo disco di Guiducci, tutto dedicato alle melodie della memoria e
realizzato di getto in un momento doloroso della vita del chitarrista. Grazie a
un'alterazione armonica sottile ma decisiva e all'euforia solistica che spesso
accompagna il sax soprano di Javier Girotto di questi tempi, la canzone
palpita e poi lievita come non accade spesso di ascoltare. Tutto l'album è
toccato da una partecipazione emotiva particolare; la scelta delle canzoni è
personalissima dunque non sindacabile e tra esse brillano anche le variazioni su
Old Folks
e sul tema che dà il titolo al Cd. Guiducci si prende una licenza lirica dal
Gramelot Ensemble, scegliendo partner affidabili: oltre a Girotto (presente
soltanto in due brani), la coppia ritmica Tavolazzi-Biancoli (quest'ultimo
già a fianco del chitarrista nei Trapezomantilo) e Birro, sempre
più brillante al cospetto di qualsiasi repertorio.
La musica si mantiene cantabile, volutamente priva d'increspature, ma
evita il facile decorativismo. la chitarra del leader combina a volte la pulizia
di un Metheny con lo scatto poetico di un Reinhardt, figura che sta al centro
della sua riflessione strumentale.
Stefano Merighi - Musica Jazz ottobre 2002
Nello spazio di pochi
mesi, dall'aprile al giugno del 2001, Simone Guiducci ha messo a segno
due colpi superbi. Da maestro, verrebbe da dire, se l'uomo non fosse tra i più
lontani da una concezione così "scolastica" del vivere musicale. Semplicemente,
alla vigilia dei 40 (compiuti nello scorso maggio), il chitarrista lombardo ha
avuto l'occasione di dare due prove del grado di maturazione della sua poetica
musicale. E le ha date, alla grande. Nato cantante ("Ho iniziato a suonare la
chitarra perché a Castiglione, la cittadina in provincia di Mantova dove sono
cresciuto, era veramente difficile trovare qualcuno che mi potesse accompagnare
quando cantavo"), innamorato di centinaia di melodie d'ogni epoca, ha avuto
il coraggio di sceglierne sei e farne materia prima per altrettante
interpretazioni da brivido, grazie anche all'eccellente supporto di Ares
Tavolazzi (contrabbasso), Paolo Birro (pianoforte), Riccardo
Biancoli (batteria) e Javier Girotto (soprano sax).
Da My
Secret Love a
Old Folks, da uno struggente
Aquarela do Brasil
a Nuages
di Django Reinhardt
(attenzione alla sequenza errata dei titoli nel libretto), da
Quando
di Pino Daniele a
Ed io fra di voi
di Aznavour è tutto un susseguirsi di splendidi bocconcini da gourmet della
musica e delle emozioni.
Se in My
Secret Love
gioca meravigliosamente la carta delle melodie e dell'intimismo, in
Chorale
Guiducci ci dà poi
un'altra significativa perla sul versante più aperto ed ecumenico di quello che
semplificando si può chiamare "folk-jazz", specialità del suo Gramelot Esemble
(con Fausto Beccalossi
alla fisarmonica, Achille Succi e Guido Bombardieri ai
clarinetti, Roberto Dani alle percussioni e Salvatore Maiore al
contrabbasso).
Il gruppo accoglie per di più una sontuosa schiera di ospiti (il
trombettista Ralph Alessi, il violoncellista Erik Friedlander, la
cantante Maria Pia De Vito, il clarinettista Chris Speed, il
sopranista Nicolas Simion), foriera di chicche, esperienze e spunti
fertilissimi. Due lavori di grande spessore, che a parer di chi scrive
proiettano ormai Guiducci tra i titolari di un'ipotetica Nazionale…
Maurizio Favot - SUONO ottobre 2002
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Data pubblicazione: 07/07/2002
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