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release date: 21 marzo 1995

Joe Henderson
"Double Rainbow"
plays the music of Antonio Carlos Jobim
 

1. Felicidade
2. Dreamer (Vivo Sonhando)
3. Boto
4. Ligia
5. Once I Loved (O Amor en Paz)
6. Triste
7. Photograph
8. Portrait in Black and White [AKA Zingaro]
9. No More Blues (Chega de Saudade)
10. Happy Madness
11. Passarim
12. Modinha

Joe Henderson -
Saxophone

Nico Assumpção -
Bass
 Paulo Braga -
Drums
Eliane Elias -
Piano
Oscar Castro Neves -
Guitar

Jack DeJohnette -
Drums
Herbie Hancock -
Piano
Christian McBride -
Bass

L'anno scorso è venuto a mancare Joe Henderson (Joseph A. Henderson: Lima, Ohio, 24 apr 1937 - San Francisco, 30 giu 2001), un importante interprete del sax tenore moderno, un musicista dalla classe cristallina che ha collaborato con tutti i più grandi nomi del panorama jazz presente e passato, da Miles Davis a Herbie Hancock, fino a Chick Corea, solo per citarne alcuni.

Oggi lo vogliamo ricordare segnalando un suo disco molto particolare in cui vengono rielaborati una serie di standard scritti da una vera e propria leggenda, il compositore brasiliano Antonio Carlos Jobim.

Il disco si divide in due suite, la prima delle quali molto rispettosa della scrittura originale e intitolata
JOE/BRAZ/JOBIM, vede, ad accompagnare il sassofonista, una formazione, a dire il vero, piuttosto statica (Elias, Assumpção , Braga), dove però spicca l'apporto del grande chitarrista Oscar Castro-Neves che ci regala una splendida interpretazione di O amor em paz in duo con lo stesso Henderson.

Ma è nella seconda suite, intitolata JOE/JAZZ/JOBIM, che il disco si apre finalmente con un "brazilian jazz" di ottima fattura, merito della nuova band (Hancock, McBride, DeJohnette) che dal primo attacco riesce a far risaltare al massimo le doti creative di Henderson.

L'interplay tra Hancock e il sassofonista è ottimo, ed il risultato si può ascoltare limpidamente nella splendida rivisitazione del più classico dei temi del compositore brasiliano,
Chega de Saudade. Veramente notevole anche l'introduzione di Hancock al brano Passarim che prelude ad un assolo in tipico stile hendersoniano, fatto di sali-scendi vertiginosi che spaziano attraverso tutto il registro dello strumento in un modo che molti dei sassofonisti contemporanei dovrebbero andarsi a studiare per bene.

Chiude il disco un altro duo, questa volta insieme al contrabbassista Christian McBride del quale non voglio qui anticiparvi nulla se non che, a giudizio di chi scrive, è semplicemente divino.
Giovanni Paolo Bossi

(Pubblicato su: Il notiziario del giuglianese n°27, 30 marzo 2002)

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Data pubblicazione: 01/07/2002





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