Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Click here to read the english version


Recorded 5/6/97
Cover Art: Andrew Cheshire

Andrew Cheshire
Another View

1. Another View (Cheshire) - 7:23
2. Tomorrow Is Today (Cheshire) - 5:39
3. Earth Dance (Cheshire) - 7:29
4. Eva (Cheshire) - 7:56
5. Secrets (Cheshire) - 11:35
6. Saturn (Cheshire) - 6:32
7. Diverge (Cheshire) - 11:03
8. Love Planet (Cheshire) - 8:33


Andrew Cheshire -
Guitar, Arranger, Composer
 Ron McClure -
Bass
Rich Perry -
Sax (Tenor)
Kurt Weiss -
trumpet
Jeff Hershfield -
drums

 

Note di Copertina per Another View di Andrew Cheshire
di
George Graham

Trad. by Annamaria Costalonga

Oggi, per molti -sia fans che musicisti- la via al jazz passa per il rock. E sempre di più la chitarra jazz viene insegnata nelle scuole e nei conservatori, dove i musicisti rock che si ritrovano ad andare oltre il livello dell'heavy metal si trasformano in studenti di jazz. E con quel background è nata una generazione di chitarristi molto bravi a livello tecnico, che tuttavia possono sembrare uno simile all'altro. Mentre una volta era la regola nel jazz, i chitarristi jazz ampiamente autodidatti ora sono una rarità.

Andrew Cheshire è una di queste rarità, un musicista che ha trovato il suo proprio percorso stilistico. Nato a Long Island nel 1962, il primo contatto di Cheshire con la chitarra avvenne in un campeggio estivo all'età di 10 anni, quando imparò a suonare le canzoni folk di Peter Paul & Mary. Due anni dopo, prese qualche lezione dal chitarrista blues Don Celenza, che Cheshire ancora ammira molto. Uno dei primi contatti con il jazz avvenne quando il fu Mousey Alexander, batterista, uno dei suoi clienti nei suoi giri di distribuzione di giornali , lo invitò a casa sua ad ascoltare la musica e le jam session che vi si facevano. Poi, a 13 anni ci furono alcune lezioni da parte di Tim Siciliano, che Cheshire definisce "il più bravo chitarrista jazz che abbia mai ascoltato fino ad oggi".

All'età di 15 anni, Cheshire si esibiva professionalmente in "posti da vino e formaggio a Long Island", dove suonava degli standard in un trio e imparava così con la serata a fare swing. Dall'ultima lezione di chitarra, 22 anni fa, ha imparato il jazz alla vecchia maniera. Ancora adolescente, si trasferì a Brooklyn e frequentò tutte le jam session jazz che poteva, e sperimentò la scoperta, spesso dolorosa, di quante cose ancora c'erano da imparare per saper suonare, improvvisare e avere il senso del ritmo. Il suo rito di iniziazione al mondo del jazz avvenne sotto forma di un brano che veniva virtualmente richiesto ad ogni musicista jazz degli anni Settanta On Green Dolphin Street. Seppe di essere uno "giusto" quando "dopo lo spettacolo uno dei tizi venne da me e mi disse "Hey ragazzo, hai imparato finalmente a suonare Green Dolphin Street, eh?" Circa in questo periodo, Cheshire incominciò a comporre.

Non più tardi, Cheshire ebbe l'opportunità di suonare con Kenny Barron, Roy Haynes, Buster Williams, Dewey Redman, Harold Mabern e una schiera di altri ancora.

Dopo circa cinque anni in cui smise di suonare, dedito al matrimonio e ad un lavoro non musicale, un invito da parte di un batterista di una band West Indian gli fece riprendere la chitarra, cosa che lo portò alla fine a esibirsi con il Walter Perkins Quartet, fra gli altri. Strada facendo, la sua crescita musicale è stata documentata da un affascinante corpo di registrazioni inedite di esplorazioni funk spaziali in strane notazioni di tempo, insieme ad alcune session classiche .

Stanco dell'ambiente di Brooklyn, Cheshire con la sua famiglia si trasferì nella rurale Milanville, in Pennsylvania, sul fiume Delaware, dove ha perfezionato la sua arte, ha ampliato la sua visione musicale, ha composto costantemente, ed è diventato un vero bravo chitarrista, con un approccio ben distinto ed originale.

Durante questo periodo, incontrai Andrew per la prima volta, e lo invitai ad apparire sulla serie di artisti regionali Homegrown Music, che produco per la stazione radio pubblica station WVIA-FM, di Scranton/Wilkes-Barre, in Pennsylvania. Il suo stile solistico innovativo, per lo più a linea singola, insieme alla sua originalità armonica nelle composizioni originali e nelle riarmonizzazioni degli standard, mi hanno fatto subito capire che Cheshire era un chitarrista/compositore al di fuori dalla norma.

Nel 1996, Cheshire ha registrato il suo primo CD This Is Me (Joule Records) con un quartetto stellare, che includeva il rinomato Ron McClure al basso, Don Friedman al piano and Matt Wilson alla batteria. Questo cd ha dimostrato la sicura mano compositiva di Cheshire, con pezzi notevoli per la combinazione di linee melodiche liricamente attraenti con le progressioni armoniche sofisticate che segnano la miglior scrittura jazz. Ha introdotto uno stile chitarristico da eguagliare: caldo, elegante, inventivo, ed espressivo. Il CD è una dimostrazione dello stile per lo più a linea singola di Cheshire, che si amalgama bellamente con il pianoforte lussureggiante di Friedman. Il Cd presentava sette begli originali di Cheshire insieme a riletture di gran classe di due standards.

Ora è il momento di Another View, che è proprio questo:un diverso aspetto dell'arte compositiva e interpretativa di Cheshire, che si esibisce in un quintetto senza pianoforte, cercando di ottenere un feeling simile a quello delle classiche vecchie session Blue Note, ma con una musica fresca e nuova.

Ancora una volta, ritorna Ron McClure, bassista straordinario, che ricorderemo sempre nelle sessioni del popolarissimo Forest Flower di Charles Lloyd, accompagnato dall'onnipresente ed elegantissimo batterista Jeff Hirschfield.
L
a sezione dei fiati include il sax tenore Rich Perry, un veterano per i suoi stessi album,noto per i suoi assoli aerei e pieni di grazia con la Maria Schneider Jazz Orchestra. Gli assoli di Perry su
Another View sono a dir poco fenomenali. Alla tromba c'è il "vagabondo" nativo del Delaware Kurt Weiss. Con New York come base per gli ultimi otto anni, la carriera di Weiss è stata così eterogenea da includere lavori con Ray Charles, Natalie Cole, la Glenn Miller Orchestra e il suo stesso gruppo. In questa occasione, nella sua prima vera classica jazz session, Weiss si esibisce con un assolo pieno di autorità e di un senso di chiarezza e di obiettivi , che lo pongono come un musicista che attirerà molto l'attenzione.

Il titolo dell'album, inoltre, è relativo allo strumento che Cheshire impiega. Originalmente Cheshire aveva progettato di registrare su una chitarra acustica, il giorno prima della session, però, decise di usare una chitarra a corpo solido, più associata al rock, "whammy bar", che usa in maniera creativa. Il suo sound, questa volta, combina spunti di elementi contemporanei "high tech" con il calore di una chitarra elettrica tradizionale. Ha assunto anche un approccio stilistico in un certo senso diverso per questa sessione, suona più accordi negli assoli, mentre fa ancora uscire quelle linee a nota singola che brillano di affascinanti salti di ottavi , inaspettate linee melodiche e fioriture di terzine..

Cheshire, per questa session, letteralmente fiorisce come compositore , con il suo materiale che va da esplorativi brani modali a pezzi di una meravigliosa influenza latina.

Sul primo tipo di materiale si focalizza il brano che dà il titolo all'album. Another View è basato sul tritono ( che divide precisamente la scala), che Cheshire definisce "un universo parallelo in cui posso esplorare due mondi allo stesso tempo". La composizione mostra alcune interessanti pagine di ensemble per fiati di Cheshire, sentite per tutto l'album, dove le linee dei fiati e della chitarra s'intrecciano le une con le altre. Il brano presenta gli assoli più "esplorativi" del CD da parte di Perry, Weiss e specialmente Cheshire.

Tomorrow Is Today, basato su un ritmo latino patinato, portato sottilmente da Hirschfield, offre lo spunto per lo sgargiante assolo di McClure, seguito dall'uscita quasi giocosa di Cheshire, che lancia un po' di "diretti" musicali in un contesto altrimenti fluido e lirico. Weiss e Perry sfruttano al meglio le ben poche opportunità per gli assoli.

Earth Dance è una continua piroetta in avanti e in indietro fra il valzer e lo swing, e presenta una linea melodica che Cheshire ha intessuto per sfruttare al meglio la sonorità naturale, continuamente fluente e rifluente, dei fiati. Perry, con il suo assolo brillante, trova proprio pane per i propri denti in questo brano armonicamente affascinante.

Eva, dal nome della moglie di Cheshire, è pure basato su una figura ritmica latina. Nel suo tema, le linee armoniche passano ora dai fiati e ora alla chitarra, mentre l'altro suona figure all'unisono.

Se Secrets assomiglia alla vecchia sonorità Blue Note, è voluto. Cheshire voleva offrire una struttura più standard a questo pezzo, senza sacrificare la ricerca armonica. Questo brano dà il via a dei grandi "numeri": Perry risplende, Weiss brucia, e Cheshire volteggia.

Saturn nacque dapprima da una linea melodica, attorno alla quale sono state intrecciate poi interessanti e spesso inaspettate armonie . Le linee per ensemble sono una dimostrazione della bravura compositiva di Cheshire.

Béla Bartok è l'ispirazione che sta dietro a Diverge. La tecnica di Bartok di tenere separate la linea melodica in intervalli sempre più ampi offre la base per questo brano ( e per il suo titolo), in stile modale frigio. Cheshire sfrutta al meglio la linea divergente in questo suo memorabile assolo. Questo brano include inoltre un prode assolo di Hirschfield.

Love Planet incorpora un meraviglioso feeling patinato, ancora in una grande pagina di ensemble per fiati, con la tromba e il sax tenore che si muovono dentro e fuori in un contrappunto ritmico. I cangianti colori armonici del brano, con le sue transizioni al 3/4 verso la fine di ciascun chorus, dà a Perry, Weiss, Cheshire e McClure l'occasione di esibirsi un alcuni dei loro più affascinanti assoli di tutto il CD. L'assolo di Cheshire è un ottimo esempio della sua tecnica di sottintendere i cambiamenti d'accordo per lo più grazie a linee a note singole, bellamente accompagnate da McClure. Come composizione, ha tutto quello che un musicista jazz può volere, e, con un'adeguata frequentazione, potrebbe facilmente diventare uno standard.

Mentre prestigiosi istituti di istruzione superiore continuano a sfornare dei chitarristi di formidabile abilità, è bello sapere che qualcuno come Andrew Cheshire può venirsene fuori alla vecchia maniera e creare musica non meno edificante, con lo stile ben distinto e la personalità che proviene dall'aver trovato un proprio personale percorso.
-- George Graham
WVIA-FM

(c) Copyright 1998 George D. Graham. Tutti i diritti riservati.
Questa pagina non può essere copiata in un altro sito Web senza autorizzazione scritta.


La seconda uscita del chitarrista Andrew Cheshire si distingue dalla massa per le sue composizioni originali degne di nota, come inoltre per i contributi individuali che si risolvono in una magica interazione di gruppo. Cheshire sembrava aver progettato di suonare su una chitarra acustica, all'ultimo momento, però, decise di suonare una chitarra elettrica a corpo solido. E' stata una scelta per caso. Mentre i pezzi in se richiamano la parte più avventurosa della classica era Blue Note, posseggono anche un feeling aperto ed aereo che ricorda la scrittura di Kenny Wheelers. I caldi accordi di Cheshire si amalgamano con delle note singole che vengono tranquillamente sostenute, piegate e battute in nugoli di vapore che Ron McClure inala e restituisce allo sfuggente e caldo sax tenore di Rich Perry e alla tromba cantante e flessibile di Kurt Weiss. L'autorevole controllo di Jeff Hershfielddelle dinamiche alla batteria dà il contorno ad un gruppo di meravigliosa coesione, tanto più stupefacente, dal momento che questa band non ha mai suonato insieme prima. Inoltre, la registrazione del CD è durata cinque ore intere, con il predominio delle prime registrazioni. Nessuno lo potrebbe immaginare dai risultati;questo gruppo infatti sembra un'unità perfettamente funzionante, ognuno brilla a suo buon diritto, le capacità individuali riflettono e fanno risuonare la scrittura del leader con delle interpretazioni fuori dal comune per coinvolgimento e leggiadria. Fortemente raccomandato.
-- Larry Nai - Cadence Aprile 1998
 

Cheshire, che al momento di questa session aveva già lasciato Long Island e Brooklyn per vivere a Milanville, in Pennsylvania, è rivolto verso una direzione musicale più definita. Il suo sound è a volte metallico, rapido e sotto la superficie. C'è una rifinitura più definita, meglio levigata da una band con la presenza del sax tenore Richie Perry e del trombettista Kurt Weiss, che danno una più ampia interpretazione al suo materiale scritto e c'è una comprensione più chiara di come esistere nella stratosfera. La sezione ritmica composta da Ron McClure al basso e da Jeff Hirshfield alla batteria spingono avanti il lavoro con il giusto equilibrio di spirito e gusto. C'è un sorvolare cupo nel titolo d'apertura, ma già al secondo brano "Tomorrow Is Today", emerge il suono del gruppo, simile a quello brillante di Lee Morgan-Joe Henderson o dei Jazz Messenger.Il diamante è stato tagliato, le facce sono state levigate e la luce si rifrange in tutte le direzioni. "Earth Dance" porta un ritmo che va dal valzer allo swing, un po' latineggiante e "Eva" (dedicato alla moglie di Cheshire) è lo spunto per un'altra brillante melodia."Secrets" è una linea discendente e straziante, "Saturn" presenta ancora dei riferimenti all'epoca Blue Note, "Diverge" è più umorale e diseguale (Cheshire ha forse ammirato Larry Coryell?) mentre il pezzo finale "Love Planet" fa un leggero swing, con Perry che lo interpreta in maniera diretta e profonda, con un suono non-formato molto alla Coltrane-Michael Brecker, infuso al gruppo dalla prima all'ultima goccia per tutta la session. Cheshire ha cercato di "prendere una tigre per la coda", e ha cercato di domarla senza venirne graffiato. Ha ricercato un equilibrio elusivo per una musica originale che non suonasse un clichè. Ricerca un proprio sound e lo ha ampiamente ottenuto in molte e diverse occasioni, tanto quanto un battitore si adatta ad ogni lanciatore. Perry e McClure vengono tremendamente in aiuto in quest'area, mentre il chitarrista collabora utilmente a non ripetere delle ovvietà. Questa musica è piena di incanto e di meraviglia per la vita, con in più il carburante della passione, ed è eseguita in maniera sincera. Non si può chiedere di più al jazz moderno oggigiorno.
-- Michael G. Nastos - All Music
 

Invia un commento


Questa pagina è stata visitata 6.853 volte
Data pubblicazione: 13/06/2002





Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti