Jazzitalia - Robert Wyatt: Radio Experiment Rome, february 1981
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Rai Trade
Robert Wyatt
Radio Experiment Rome, february 1981


1. Opium War
2. Heathens Have No Souls
3. L'albero degli zoccoli
4. Holy War
5. Revolution Without "R"
6. Billie's Bounce
7. Born Again Cretin
8. Prove sparse

Robert Wyatt - voce, Pianoforte, tastiere, scacciapensieri, oggetti vari, percussioni



Custodita gelosamente per oltre ventotto anni dentro i forzieri di Radiotre, vede ora la luce con emozione ed intensità particolare questa importante registrazione a nome di Robert Wyatt.



O
spite per una settimana della trasmissione Un Certo Discorso, lo storico drummer dei Soft Machine si cimenta in una intensa e geniale interpretazione solitaria dove melodia e sperimentazione, profonda poeticità e rischioso gusto per le esplorazioni portano infine ad un risultato magico e coinvolgente.

L'intento della trasmissione (epoca fantastica quella, per una radio che osava) era quello di assistere ed offrire agli ascoltatori "in tempo reale" il procedimento di composizione istantanea e di fulgida sperimentazione del lavoro che Wyatt affrontava in studio nella realizzazione di un prodotto, senza per altro raggiungere a tutti i costi lo scopo reale di una incisione finita.

Tre giorni di prove e una di registrazione portano ora a questo emozionante esito che arricchisce ulteriormente la discografia wyattiana con un momento alto di vera storicità creativa.

Le tracce emerse dallo scrigno di quel lontano 1981 offrono una "possibile" prosecuzione dello sviluppo di idee e sicuramente i frutti maturi di quel disco madre che fu "The End Of An Ear".

Segmenti radiofonici, movimenti di oggetti percossi, sovraincisioni vocali, tastiere notturne, veloci parlati, uno scacciapensieri a supporto di una minuscola cellula ritmica, meravigliosi controcanti, rappresentano in questo lavoro la vera filosofia compositiva libera da condizionamenti scritti che il drummer inglese ha da sempre praticato. Un'improvvisazione sedimentata sul momento ma realizzata con contenuti, spessore artistico e gesto materico-concettuale davvero notevole.

La scaletta è un breve trascinante romanzo di quarantaquattro minuti letto (e ascoltato) tutto d'un fiato. Le prime tre tracce (Opium War, Heathens Have No Soul e L'albero degli Zoccoli), raccolgono quell'assoluta magia canterburiana decantata nel sogno e nell'immaginazione di chi ha sempre amato quella indimenticabile generazione musicale. Quella opposta al celebre virtuosismo che gli appassionanti conoscono e che è invece la costola più pura e genuina del Wyatt artista totale.

Da segnalare infine un brevissimo divertente frammento della parkeriana Billie's Bounce, gustosamente disturbata e manipolata da due scat contrappuntistici che giungono insieme ad un rocambolesco finale. Born Again Cretin è invece dedicata alla figura di Nelson Mandela mentre Prove Sparse raccoglie diverse take incollate a mò di testimonianza esemplare del celebre metodo wyattiano.

Affascinante decalogo della musica contemporanea secondo Wyatt, questo lavoro pubblicato per la collana Tracce di Rai Trade, senza l'interessamento fondamentale dei suoi ideatori Pino Saulo e Pasquale Santoli sarebbe rimasto lettera morta tra gli impolverati scaffali della nostra radio nazionale.

Gianmichele Taormina per Jazzitalia














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Data pubblicazione: 26/07/2009

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