Jazzitalia - Django's Fingers : Vol. 1
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Autoprodotto 2008
Django's Fingers
Vol. 1


1. Douce ambiance (D. Reinhardt) 3'37
2. Vito (C. Caruana) 2'12
3. Chez Ze (Z. Moura) 4'37
4. Chicago (Fisher) 4'06
5. Chats en amour (C. Caruana) 3'27
6. Alfonsina (V. Cruana) 3'26
7. Ricci's waltz (A. Ricci) 2'53
8. Avalon (Jolson/Rose/De Sylva) 3'40
9. Arabic circus (A. Ricci) 3'14
10. Insieme (L. Battisti/Mogol) 5'32

Corrado Caruana - guitar
Alessandro Ricci - guitar
Emiliano Bozzi - double bass
Alejandro Mariangel Pradenas - cello
Alex Mori - clarinet



Esotica leggenda gitana delle blue notes, forse il primo geniale musicista jazz non americano, Jean-Baptiste Reinhardt inventò una personale fusione con le tradizioni musicali della gente cui apparteneva: dopo aver perduto tre dita della mano sinistra, fu costretto ad abbandonare lo studio del violino e si dedicò alla chitarra, su cui elaborò una tecnica strumentale assolutamente originale.



F
orse il maggior interesse delle sue esecuzioni si incentrò sulle invenzioni liriche e barocche, con rapide volate a note singole ed episodi ad ottave parallele. Anche nella maturità, influenzato dal nascente bop e passando dalla chitarra acustica a quella elettrica – pur limitando molto l'impiego degli accordi - il suo romanticismo continuò a trasparire in modo quasi irrefrenabile, testimoniato da un corpus di incisioni che avrebbe profondamente influenzato ed affascinato molti solisti europei ed americani: Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Tchavolo Schmitt, Fapy Lafertin, Romane, Dorado Schmitt, Martin Taylor, solo per ricordare alcuni dei nomi più famosi.

Per qualche decennio, in verità, il nome di Django è stato un po' accantonato; da qualche anno, specie in Italia, la sua lezione è stata riscoperta e ricollocata nel giusto ambito.
L'omaggio dei nostri cinque musicisti appare in tal senso tanto opportuno quanto filologicamente corretto, a partire dal brano con cui si apre il CD, "Douce ambiance", indimenticabile passo melodico del gitano belga.
L'opera è senz'altro distinta da sensibilità esecutiva e da tanta passione – testimoniata peraltro dalle interessanti composizioni originali ("Vito" fra tutte) e da un' ottima rilettura di un evergreen che non potrà non essere gradito al pubblico italiano, "Insieme" di Battisti e Mogol.

Non passano inosservate le doti strumentali dei solisti, che di Django hanno catturato al meglio lo stile ed il virtuosismo, trasportandone in contesti sonori attuali il fascino della sonorità lirica, della cesellatura melodica e del trascinante Swing Manouche.

Un alito di luminosa spiritualità sembra pervadere l'album: musicisti eccellenti i cinque, paiono destreggiarsi con consapevole abilità tra atmosfere flessuose e rotonde, malinconiche e delicate, all'occorrenza grintose; una versatilità che pare aver ben fatto proprie importanti scelte musicali che abbracciano il miglior jazz, quello che non di rado in tanti dimenticano.

Volentieri testimoniamo questo loro impegno annotando a margine le informazioni che Corrado Caruana ci ha inviato:

"Il progetto "DJANGO'S FINGERS" nasce dalla passione per lo swing in stile anni 30'per il romanticismo e la classe con la quale si proponeva la musica dell'epoca. Nell'ambito jazz di quei tempi le orchestre predominavano ed era viva una continua evoluzione degli stili. Gli strumenti a corda usati fino ad allora per l'accompagnamento subirono una svolta tale da renderli incredibilmente i principali protagonisti. Il progetto "DJANGO'S FINGERS" ha come base solida il trio formato da Alessandro Ricci (chitarra), Corrado Caruana (chitarra) , Emiliano Bozzi (contrabbasso).

Nel 2007 il progetto diventa anche quartetto con l'inserimento di Alejandro Mariangel Pradenas (violoncello).Nel settembre dello stesso anno il quartetto vince il prestigioso concorso nazionale "ANTONIO BAREZZI LIVE" con alcune composizioni inedite,vittoria che li porterà a collaborare con il maestro pianista Alessandro Nidi. L'evoluzione non si ferma e nel 2008 viene affiancato al trio il carisma e l'istinto di Alessandro Mori (clarinetto).
"

Completa e doverosa la nota documentaria che Caruana aggiunge:

"Nel panorama chitarristico europeo esiste una tradizione strumentale che ha le sue radici nella cultura dei nomadi Manouches, una delle principali famiglie zingare del continente. Una tradizione in cui la musica più autenticamente gitana, già di per sé frutto della fusione di varie culture, assorbe gli elementi ritmico armonici del jazz americano e che è stata resa nota in tutto il mondo dallo smisurato talento di Django Reinhardt. Lo Swing Manouche nasce dall'incontro del Jazz americano degli Anni '30, dal Valzer Musette francese e dalla tradizione tzigana. Tutto questo impregnato da nomadismo zingaro e dalla contaminazione diretta delle musiche incontrate. Questa magica fusione è avvenuta come evoluzione personale e percorso naturale di alcuni musicisti Gitani e Manouches il cui caposcuola, da tutti riconosciuto, fu il leggendario Django Reinhardt, anch'egli Manouche. Questo grande musicista ha saputo coniugare la libertà di espressione con il virtuosismo tzigano del fraseggio, concentrando in lui la sostanza musicale e operando una sintesi innovatrice che riassume il passato, preparando il futuro. Oggi, a più di 50 anni dalla sua morte, il Jazz Manouche (Swing Manouche o Gypsy Jazz) continua ad evolversi, con sempre più persone che l'ascoltano, lo suonano e lo amano."

Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia













Inserisci un commento


Questa pagina è stata visitata 4.559 volte
Data pubblicazione: 26/07/2009

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti